I segreti del mio zaino

I segreti del mio zaino

Estate, post leggero.

Montagna, zaino leggero.

Amo la montagna e fatico a starci lontana. Per alcuni sono nata in montagna, per me la frequento e basta, ma posso dire di farlo in ogni stagione e in tanti modi diversi: camminando, arrampicando e ora, con un bimbo piccolo, degustando e scorrazzando.

Da sempre sono stata presa in giro per i miei zaini compatti e leggeri, ma alcune cose non mancano mai, ecco perché ho deciso di raccontarti cosa c’è dentro, sempre, indipendentemente dalla tipologia di gita.

Un cambio di maglietta. Che faccia caldo o freddo, lo strato a contatto con la pelle deve essere asciutto.

Un piumino. In estate quello leggero, in inverno quello pesante e caldo.

Guanti e cappello, raramente rimangono a casa.

Una giacca a vento per la pioggia.

In estate il cappello leggero, occhiali e l’asciugamanino sottile per il sudore.

Un sacchetto impermeabile con dentro:

  • Dei sacchetti di plastica piccoli per raccogliere eventuali rifiuti, mettere cose bagnate, etc..
  • Pinzetta per le zecche, aimè!
  • Paracetamolo e cerotti.
  • Carta igienica, poca, ma serve sempre.
  • Lampada frontale.
  • Telo termico.
  • Un foglio con i segnali di aiuto, perché, se dovesse essere, non mi ricorderò quali fare.
  • Il cellulare, spento.

Acqua, in un camelbag, che d’inverno diventa un thermos di tè caldo. È importante bere ed essere idratati, quindi meglio che l’acqua sia a portata di sorso in piccole dosi. D’inverno invece bere qualcosa di caldo sarà sicuramente più corroborante.

Un piccolo contenitore con alcune caramelle e alcuni zuccherini o della frutta secca. Anche questo a portata di mano, perché è meglio una piccola dose di energia prima che la fatica arrivi a farsi sentire davvero. Io lo tengo sulla cintura dello zaino.

Tutto questo è sempre con me, poi, a seconda dell’escursione cambierà l’attrezzatura e l’abbigliamento, ma il principio è che se anche si parte con il sole e il caldo nello zaino devono esserci i vestiti per il freddo, non troppi e possibilmente in un contenitore impermeabile, così se tu prenderai la pioggia, loro saranno asciutti.

Altro non serve, perché per il resto ci sono orecchie e occhi a prendere nota di tutto e a godersi l’esperienza!

Ma prima di lasciarti non posso che fare una postilla sul materiale tecnico. Credimi, non occorre spendere una fortuna, ma aiuta… aiuta tanto. I capi che si asciugano velocemente dal sudore, che sono leggeri e caldi allo stesso modo… prendine pochi e prendi quelli giusti!

Unica cosa sulla quale non transigo: le scarpe. Queste devono essere con una buona suola, resistenti, adatte al tuo piede e all’escursione. Questo significa niente scarpe da avvicinamento in ghiacciaio e niente scarponi ultra rigidi per una passeggiata in fondo valle. In entrambi i casi sei a rischio, di scivolare nel primo caso, e di affaticarti inutilmente nel secondo caso. Ah, mi raccomando le spighette vanno allacciate e i fiocchetti nascosti, così da non impigliarsi.

Per oggi ci fermiamo qui! Il resto te lo racconto nei prossimi post.
E per te cosa è fondamentale avere nello zaino? Raccontamelo nei commenti!

 

 

Photo by Ali Kazal – Unsplash
Contenitori e valigie

Contenitori e valigie

Ti insegno a fare tue le cose che ti vengono meglio e a portarle da un ambito a un altro, come per dire che se qualcosa funziona, è bene usarlo in più ambiti.

Beh, per le valigie, razzolo male. Ho sempre utilizzato contenitori e sotto contenitori per gli zaini e solo di recente mi sono convertita ai contenitori nelle valigie.

Come mai?

Beh, in uno zaino sono a dir poco indispensabili. Poter fare e disfare velocemente, prendere qualcosa che si è dimenticato sul fondo, non scordare nulla in giro… sono tutte ottime ragioni per avere le cose ben ordinate in contenitori.

In più i contenitori per gli zaini sono pratici sacchetti impermeabili che consentono anche di schiacciare meglio le cose facendo occupare meno spazio e di tenerle asciutte.

Ma come mai non li ho usati per le valigie?

Perché nelle valigie funzionano solo se le cose non sono molte. Vivevo nel desiderio di riempire ogni spazio e quindi poter incastrare calzini tra le scarpe e le scarpe tra gli abiti era necessario.

Poi le mie valigie si sono alleggerite e i miei viaggi sono cambiati e per questo condivido con te due riflessioni sui contenitori, quelli grandi, cioè le valigie propriamente dette, e su quelli piccoli, cioè le buste porta abiti.

 

I CONTENITORI GRANDI, LE VALIGIE

La valigia dipende dal viaggio.

Sì in aereo la valigia rigida è più sicura, ma quella morbida è più adattabile. Lo zaino fa figo in viaggio, ma è terribilmente scomodo per tirare fuori le cose a colpo sicuro, soprattutto dal fondo, spesso va fatto e rifatto ogni volta e via via assume contorni improbabili. Avere le cose in spalla però è molto più pratico e se si tratta di viaggi di pochi giorni, uno zainetto è molto più efficace di una piccola borsa. Inutile dire che in montagna è indispensabile ed è meglio se è senza tasche o fronzoli vari.

Devi poter essere sicuro che il tuo bagaglio protegga ciò che c’è dentro.

La valigia rigida tiene l’acqua, quella morbida no. Lo zaino è facile da aprire, anche per un estraneo, ma se è piccolo può stare sempre con te.

Come scegliere dunque? In base a dove andrai e a quante volte aprirai il tuo bagaglio.

Più il tuo bagaglio diventa il tuo strumento, più deve essere accessibile, gestibile e maneggevole.

In breve, devi poter raggiungere ciò che ti serve nel minor tempo possibile e allo stesso tempo devi non dover pensare in continuazione al tuo bagaglio.

Le tue valigie fanno questo per te?

 

I CONTENITORI PICCOLI, I SACCHETTI

Se il tuo viaggio è unico, senza stop, i sacchetti sono di fatto un di più.

Ma se le tue vacanze sono itineranti o le valigie contengono cose di più persone o non potrai contare su un supporto, ad esempio di un armadio una volta a destinazione, i contenitori offrono indubbi vantaggi.

I contenitori permettono infatti di dividere, catalogare, tenere più compatti gli indumenti.

Ma anche qui, non sono tutti uguali.

Meglio, infatti, se in valigia creano un incastro perfetto e se sono comunque un po’ morbidi e adattabili. Evita però che siano troppo grandi, le cose all’interno si muovono troppo, si stropicciano e ripregati occupano comunque più posto del necessario. Sceglili poi di colori diversi, così da aiutarti a ricordare cosa c’è dentro.

Ultimo trucco, non meno importante… hai mai pensato a cambiare l’ordine delle cose all’interno? Questa può essere una buona soluzione se le tue vacanze sono itineranti e varie. Non dividere i capi per tipologia (magliette con magliette), ma per uso (ciò che uso la sera o di notte, un cambio completo per il giorno). Questo ti permetterà di disfare meno volte la valigia, di essere più veloce, e di dimenticare meno cose in giro.

E per le cose sporche? Beh… qui vale il tetris libero! Ma ricorda, piegate occuperanno comunque meno posto!

 

E la tua valigia perfetta che forma ha?

 

 

Photo by Haupes – Unsplash 

Una buona chiusura ti salva la vacanza

Una buona chiusura ti salva la vacanza

Si sente l’aria delle vacanze e c’è sempre tanta voglia di chiudere il lavoro e dedicarsi un po’ a sé, non trovi? Poca è la voglia di state chiusi in ufficio e tanta quella di state un po’ a scaldarsi le ossa al sole!

Sì, in effetti è un momento in cui il lavoro si fa difficile, ma soprattutto in cui chiudere bene i lavori prima delle vacanze è davvero importante.

Se anche tu sei tra coloro che lavorano stancamente fino all’ultimo giorno e poi a malapena spengono il pc, questo è l’articolo che fa per te.

Inutile ricordarti che interrompere un po’ è fondamentale, per il tuo corpo, ma soprattutto per la tua mente. Ma ancora di più è importante chiudere le cose bene, senza per dirla con un proverbio “tirarsi la zappa sui piedi”.

La chiusura di un lavoro è in effetti meno semplice di quello che si pensa, perché molto si dà per scontato e si sottovaluta, ma, come sempre, un pizzico di organizzazione non possono che essere d’aiuto per non complicarti la vita in un secondo momento, quando dovrai riprendere il lavoro.

Il principio è semplice e universale:

fai una cosa alla volta e falla fino in fondo.

Se evitare il multitasking è cosa difficile, ancor più difficile è identificare l’ultima azione, quella che ti permette di mettere davvero la parola fine.

E su questo devi concentrarti in particolare nella chiusura o sospensione di un progetto prima di un’interruzione più o meno lunga come può essere quella delle vacanze.

Ecco alcuni esempi di chiusura vera e propria.

Per un progetto significa:

  • aver identificato le versioni finali dei documenti, eliminato le precedenti, archiviato le definitive;
  • aver inserito tutte le nuove informazioni nei relativi database: lista contatti, raccolte di pubblicazioni, raccolte di idee;
  • aver completato le procedure di feedback e revisione;
  • aver aggiornato format, procedure e check list;
  • aver chiuso deleghe e condivisioni con un adeguato follow up.

Per un evento significa:

  • aver fatto la versione finale dell’agenda;
  • aver completato le procedure di feedback e revisione;
  • aver aggiornato format, procedure e check list;
  • aver completato pagamenti e incassi;
  • aver fatto un follow up.

Per cose più semplici, come la lettura delle mail, significa:

  • aver letto e risposto a tutte le mail;
  • aver scaricato e archiviato tutti i dati di interesse;
  • aver eliminato o archiviato le mail dell’inbox.

 

Ecco tre esempi per farti capire come è necessario arrivare proprio in fondo alle cose e come invece ci si ferma spesso prima: si legge la mail e si lascia l’, o si archivia, ma l’allegato non è scaricato e messo nel posto giusto; di un progetto si lasciano insieme versione definitiva e precedente, senza annotare gli ultimi accordi con i partner per il futuro; per un evento non si controlla il budget e le fatture o non si analizzano adeguatamente i feedback.

Questa mancata attenzione ha un’importante conseguenza, che però non si sperimenta nel breve termine… e cioè il mal di pancia nel momento in cui si deve rimettere mano al progetto.

Le informazioni vanno raccolte e sistemate quando la mente è ancora fresca e soprattutto quando c’è ancora l’abbrivio del lavoro iniziato.

Sistemare e archiviare lontano dalla chiusura di un progetto è impensabile, così come sistemare un “muro” di mail.
Chiedersi come è andato un evento a distanza non ravvicinata equivale a dimenticare tutte le impressioni a caldo.

Sì, ok, non è necessario essere così categorici: entrambe le cose possono essere fatte in un secondo momento, ma a che prezzo? Sicuramente di grande energia e con molto tempo.

L’investimento fatto al momento non è altrettanto oneroso.

Quindi… fallo ora, in chiusura.

 

E se i progetti o le cose sono troppo grandi per essere chiuse del tutto, fai tutto ciò che riesci e poi annota fino a dove il lavoro è stato fatto e cosa manca, fallo pensando alla versione sciocca di te.

Vedrai che, prima dei momenti di vacanza, questa sarà una nota fondamentale da lasciare per il tuo rientro.

Ma si buono con te stesso, chiudi il più possibile, vedrai che ne gioverà il tuo lavoro e le tue vacanze!

 

Photo by Hugh Whyte – Unsplash

Iper-organizzazione: la morte dell’organizzazione

Iper-organizzazione: la morte dell’organizzazione

Credo fermamente organizzazione faccia rima con semplicità.

Questo mese ti ho raccontato come in tante occasioni essere un pizzico organizzati o semplicemente previdenti cambia molto il risultato delle cose.

Ecco che avere un documento a portata di mano spesso risolve dagli impicci, così poter lavorare partendo da un format e non daccapo ogni volta porta a essere veloci e magari a fare meno errori, ma… sì c’è un ma.

Se mettere mano all’agenda e al calendario non significa riempire tutti i tasselli, anche quando si parla di strumenti bisogna stare attenti a non esagerare.

Organizzazione infatti non fa rima con iper-organizzazione.

Il voler definire tutto nel minimo dettaglio, il voler avere tutto con sé, il rifare troppe volte lo stesso lavoro già fatto è assolutamente controproducente.

Porta, infatti, alla perdita di attenzione e all’errore… quindi al risultato contrario di ciò che si ottiene con una buona organizzazione personale.

Se è semplice pensare che è impossibile ritrovare un ago in un pagliaio, per ricorrere a un noto proverbio, non è altrettanto semplice destreggiarsi nello stesso modo tra archivi e format.

Ancora una volta però ti suggerisco di fare tua la parola semplicità:

l’organizzazione funziona se gli elementi sono ben gestiti e seguono cioè le tue priorità.

Con questo intendo che se è utile avere un piccolo archivio delle cose che usi di più a portata di mano, non è utile avere con sé tutto il proprio archivio. Sì, ti sembrerà di avere una sicurezza maggiore, un paracadute per tutto, ma non sarà altrettanto utile perché appesantirà il tuo bagaglio e basta.

Dovranno esserci solo le cose che realmente servono a te, ciò che può esserti d’aiuto e toglierti d’impiccio, non la tua storia personale.

Così, se è vero che è utile avere carta e penna a portata di mano, non è altrettanto utile avere una risma di carta o un’intera pila di post-it. Perché? Perché toglieranno spazio ad altri oggetti altrettanto importanti e utili.

Idem se i tuoi format contengono talmente tante eccezioni che ti lascano l’onere di leggerli e rileggerli ogni volta per controllare non ci siano errori. Questo non è semplificare il lavoro è un procrastinare la correzione.

In sintesi… l’organizzazione funziona se è semplice, in quantità e in forma.

Molte volte invece ci si perde nel dettaglio e nella cura dell’organizzazione stessa. Ed ecco che c’è l’App per la produttività, i post-it di dieci formati diversi, quando carta e penna e un paio di fogli adesivi hanno già fatto il loro.

A questa smania organizzativa si aggiunge quella personale dove capita di avere sistemi di cartelle e sottocartelle degni di un Minotauro e procedure da KGB.

Semplicità e leggerezza devono essere principi cardine della tua organizzazione.

Pensi che senza non avrai modo di cavartela?

Pensala al contrario: se ci metti troppo a trovare qualcosa, che sia un pezzo di carta o un file, se il tuo lavoro è maggiormente dedicato a correggere che a fare, sei passato dall’organizzazione all’iper-organizzazione.

Allora, fermati e fai un passo indietro.

È tempo di semplificare.

 

 

Photo by Mika Ruusunen – Unsplash

I pdf, quelli utili

I pdf, quelli utili

Ti è mai capitato di dover reperire velocemente i dati della tessera fiscale per una visita?

O anche semplicemente fornire i dati del libretto auto per una revisione o un cambio gomme?

O, ancora, dare gli estremi di un documento per una delega dell’ultimo minuto?

 

Come fare a farsi trovare sempre pronti? Ecco che i pdf e le immagini fanno al caso nostro, sono strumenti utilissimi se ben archiviati, quindi se salvati con la giusta tecnologia.

È molto utile saper sfruttare la tecnologia a proprio vantaggio in questi casi, a sorpresa, è anche una cosa molto semplice da impostare.

 

La soluzione è quella di avere un archivio on line leggero e in parte condiviso.

 

Cosa vuol dire?

Ti consigli una cartella in Drive, ma anche Dropbox va benissimo, dove organizzare i documenti in questo modo: una cartella “documenti” nella quale mettere le scansioni dei tuoi principali documenti.

Ti consiglio di procedere così:

  • crea un file per ogni documento, dei pdf leggeri o delle immagini di formato universale (jpg) che contengano tutto il documento, quindi sia l’immagine fronte che quella del retro;
  • nominali in modo chiaro sia per te sia per chi potenzialmente li riceve: “CI nome e cognome”;
  • fai il lavoro per te e per i tuoi famigliari.

I file che ti consiglio di lasciare all’interno sono:

  • Carta d’identità
  • Passaporto
  • Codice fiscale
  • Patente

Possono essere utili altre cartelle ad esempio per

  • I documenti dell’auto: libretto, assicurazione, bollo, permessi o abbonamenti per i parcheggi e simili.
  • I principali referti delle analisi mediche che fai frequentemente.
  • I principali documenti per le tue occupazioni nel tempo libero: abbonamenti e simili di palestre, circoli…
  • Il curriculum con i principali attestati di lavoro.
  • Se hai dei figli: una cartella per figlio con gli ultimi documenti per i pagamenti di scuole e simili.
  • Se ti prendi cura di un genitore o di un famigliare: una cartella per ognuno con le diverse pratiche che segui.

Può essere utile condividere alcune di queste cartelle con i propri famigliari, così tutti avrete gli stessi dati e li potrete raggiungere in ogni momento e in ogni luogo.

Manca ora l’ultimo passaggio: un collegamento veloce nel browser e l’App nel cellulare pronta all’uso.

 

L’importante è che i file siano aggiornati, ma anche semplici da raggiungere, e, come abbiamo visto, attenzione ai nomi e alle cartelle: poche e snelle!

 

P.s. io ci ho messo anche la password del wifi di casa, perché non la ricordo mai. E tu, quale file un po’ diverso dal solito ci metteresti?

 

 

Photo by kelly-sikkema – Unsplash