Lavoro bene sotto scadenza

Lavoro bene sotto scadenza

Quante volte ho sentito dire questa frase!

È verissimo, quando si ha l’acqua alla gola si agisce, si fa e basta.

Ma non è solo questo il motivo per il quale le cose funzionano.

Vanno bene perché si lavora in modo focalizzato, produttivo, investendo le proprie energie per raggiungere il risultato.

Ci avevi mai pensato?

Quando si è alle strette non si pensa ai fronzoli, ma all’obiettivo.
Non si introducono cambiamenti, ma si lavora come si sa fare per raggiungere il risultato in modo concreto e nel minor tempo a disposizione.

Il più delle volte questa tecnica funziona e porta effettivamente ai risultati con un’ottima produttività.

Ti svelo un segreto, questa è in verità una vera e propria tecnica di produttività e si chiama Rapid Planning Method.

Molto in sintesi funziona proprio così: si punta all’obiettivo, si elimina il resto e si lavora in modo concreto per raggiungere l’obiettivo definito.

È efficace proprio perché è l’opposto della procrastinazione, perché fa passare all’azione e perché è semplice.

Non vale però per tutte le occasioni e non può essere applicata sempre. Ecco il se, il punto importante da considerare.

Funziona se è occasionale, nella duplice accezione di tempo e di contesto.

Riguardo al tempo ti faccio notare che se facessi proprio tutto all’ultimo, agiresti sì in modo focalizzato, ma perderesti molte sfumature delle cose. La possibilità di variare, di valutare opzioni, di approfondire è proprio data da quell’apparente tempo perso che viene investito nel lavoro prima della scadenza.

Che sia studio, riflessione o semplice “tempo di cova”, quello è comunque un investimento di tempo che ti permette poi quella convinzione, sicurezza e velocità d’azione quando lavori sotto scadenza.

Ed ecco la seconda cosa, l’occasionalità in termini di occasione. Cosa vuol dire? Che funziona sì, ma con le cose che sai fare e fai già bene, proprio perché tutte le informazioni, le conoscenze, le scelte sono dentro di te e quindi sei incredibilmente efficace.

La produttività è legata anche alla conoscenza.

Non potresti infatti fare le stesse cose altrettanto bene se le facessi per la prima volta, non credi?

È altrettanto vero che se lavori veramente sempre in scadenza, la mente e il corpo poi chiedono il conto e capita di arrivare alla stanchezza estrema e al burnout.

Se mente e corpo non chiedono il conto, è un lavorare sotto una scadenza finta, vuol dire cioè che avevi lasciato del tempo per elaborare scelte e conoscenze a monte e che il tuo lavoro all’ultimo è invece “un tirare le fila del lavoro fatto”, che per sua natura è veloce e rapido, perché il grosso è già stato fatto.

Ci avevi mai pensato?

Ecco quindi che sì, mi va bene che tu dica “lavoro bene sotto scadenza”, ma permettiti di farlo saltuariamente, di farlo solo per ciò che conosci, e soprattutto per tutto il resto tieni a mente il rovescio della medaglia che si chiama energia investita e stress.

E tu su cosa lavori sotto scadenza?

 

 

Photo by Laura Chouette – Unsplash

Pianificare il tempo spesso è una presa di consapevolezza, una profonda consapevolezza di come stanno le cose.

L’immaginario è zeppo di cose che si vorrebbero fare e che non trovano spazio nella quotidianità.

E in questo periodo dell’anno, l’autunno, ancora di più.

Mille lezioni di prova, mille nuovi corsi… tanta buona volontà che si arena al primo ostacolo.

Se anche a te è capitato di non andare oltre al primo fascicolo del corso di inglese comprato in edicola, o di aver preso un corso on line e poi non averlo fatto, di aver pensato di iniziare un progetto e poi averlo posticipato e ancora posticipato… beh, sai cosa intendo.

Parliamoci chiaro, anche questa è una forma di procrastinazione.

È una procrastinazione che va a braccetto con una cattiva pianificazione.

Partiamo dalla prima: la procrastinazione. Come ti dico tante volte, è una brutta bestia, che colpisce tutti e che ha tante forme diverse per ostacolare il tuo lavoro.

In questo caso si tratta di capire bene quali sono le tue aspettative in merito a quel progetto o a quella attività.

Mi spiego meglio: vuoi davvero fare quel corso di inglese? Ti interessa veramente quella cosa per cui hai deciso di fare la lezione di prova? Quel progetto merita davvero le tue energie?

Aver chiari gli obiettivi e le proprie priorità è fondamentale per saper gestire il proprio tempo in modo produttivo.

Molte volte dici “provo, tanto è gratis” “mi piace, anche se non ho ben capito cosa sia” oppure non hai valutato quali possono essere le reali implicazioni di quella scelta: quanto ti occuperà quel corso, quanto impegno ti richiederà quel progetto?

Ecco che questa è una pianificazione mancata.

Non ti sto dicendo che prima di fare ogni passo devi pianificarlo per filo e per segno, ma avere un’idea a grandi linee, sì.

Se non pensi a cosa significa fare una scelta piuttosto che un’altra, un corso di inglese piuttosto che di cucina, se non valuti le implicazioni più importanti, un progetto che richiede almeno una riunione a settimana per imbastirlo, se non pensi a cosa già bolle in pentola, alla lezione di prova seguirà un corso, beh… sprechi il tuo tempo.

Ma ancor di più sprechi l’entusiasmo e l’abbrivio che l’inizio di un nuovo progetto dà. Quello che ti consente di passare dall’occasione alla routine, dall’eccezione alla quotidianità.

Ecco che per combattere questo tipo di procrastinazione, ci sta un po’ di pianificazione.
Una pianificazione a grandi linee, sommaria, ma quanto mai importante!
E prima ancora, una buona definizione di ciò che vuoi.

Ti piace pensare a questi aspetti? Ho quello che fa per te: un webinar gratuito nel quale parleremo proprio di questo. Io ed Eva Martini, Agile Coach e Chief Happiness Officer, ti aspettiamo il 6 ottobre alle 14.00 per parlare di obiettivi, procrastinazione e soprattutto per rivoltare la frittata: capire come fare il primo passo per evitare di tirar fuori i tuoi sogni nel cassetto e lasciarli sfumare via.

Iscriviti, è gratis!

  

Photo by Jordan Madrid – Unsplash
Lo farò… forse un giorno

Lo farò… forse un giorno

“Vorrei proprio vedere quella mostra, appena ho un momento libero ci vado”

“Sì, vediamoci presto”

“Mi piacerebbe leggere questo libro, magari una sera inizio”

 

Ti capita di dire frasi come queste? Capita a tutti di fantasticare, desiderare di occupare un po’ di tempo con un’attività piacevole come una mostra, una passeggiata, un caffè con una persona amica e poi concludere, un po’ di tempo dopo, dicendo che non c’è tempo o che la mostra è finita.

Come mai diciamo che vorremmo fare qualcosa e poi ci lasciamo sfuggire la cosa stessa? Non la riteniamo importante?
Direi proprio di no, un momento per sé è sempre fonte di energia e gratitudine, eppure spesso rimane in fondo alla lista delle cose da fare.

Mi sento ora di dire, con profonda tranquillità, che questo tipo di procrastinazione capita a tutti.

Sì, di fatto è una procrastinazione e può dipendere da diverse ragioni.

 

NON È IMPORTANTE

 

Ci sono molte frasi che si dicono per educazione, ma se in cuor tuo pensi che non hai voglia di passare del tempo con qualcuno o fare una determinata cosa, cambia le tue parole per rispetto verso di te.

Non occorre dire “vediamoci presto per un caffè” se non ti va, va benissimo, un “sono felice di averti incontrato e di aver fatto due chiacchiere insieme” è più che sufficiente.

Se si tratta di un’attività… beh, ti rimando alla gestione delle cose non importanti e non urgenti per spronarti una volta in più a rendere il tuo tempo prezioso solo con ciò che ti dà gioia e ti serve.

 

CI SONO MOLTE ALTRE COSE PRIMA

 

Questa spesso è una scusa, ma se non lo è, non resta che lavorare sulle proprie priorità.

Il semplice motivo per il quale certe cose comunque vengono fatte è che sono ritenute oggettivamente importanti e non possono essere rimandate.

Questo è il famoso lato destro della Matrice di Eisenhower e per lavorarci occorre lavorare sull’organizzazione del proprio tempo, ma per oggi posso sinteticamente dirti che dipende strettamente dalle tue priorità.

Il fatto di trovare tempo per qualcosa sta nel considerarlo per il suo valore, e quindi importante per te, e da fare, quindi non più rimandabile, proprio come se fosse una bolletta che scade oggi, non perché oggettivamente in scadenza, ma perché tu hai deciso internamente che lo è.

 

NON VUOI SCEGLIERE

 

Questa è la vera procrastinazione, le cose rimangono lì perché non hanno un posto. Si tratta di azioni che non hanno trovato un posto nella tua agenda, cioè non sono state pianificate.

Vuoi vedere una mostra e pensi che lo farai? Facciamo il passo successivo: quando? Raccogli informazioni per decidere. Sono certa che in meno di due minuti con una ricerca in Google potrai scoprire orari e termini e valutare, in base alle tue giornate libere, un programma di massima per andare. Ora, se ti va, fissa l’appuntamento in calendario.

Ecco la vera ragione delle cose eternamente sospese: non hanno posto nella tua pianificazione.

Se una cosa ti va, prendine nota, e quando metti mano alla tua pianificazione del tempo (cioè quando fai l’agenda per il mese, la settimana o la giornata) valuta se è il momento di farla, oppure no, o anche più semplicemente, di iniziare ad affrontarla e, in questo caso, definisci se è ora di fare il primo passo e qual è, metti questo in agenda.

Ecco il caso delle vacanze, magari non è il momento di prenotare voli o hotel, ma quello di togliere le giornate dal tempo di lavoro e iniziare a cercare informazioni su dove e cosa fare, sì.

Vale per le cose grandi, ma anche per le piccole: cucire un bottone, contattare un collega per un nuovo progetto, andare a comprare un libro.

Se è una cosa per te importante, e quindi hai deciso di farla, definisci anche quando farla, dalle uno spazio definito nel tuo tempo.

Delle tre ragioni, quest’ultima è la più ostica da affrontare, perché richiede consapevolezza e soprattutto il giusto approccio. Ma una volta che hai fatto tuo questo passaggio, sarà molto più semplice da risolvere da un punto di vista organizzativo: la scelta sarà più semplice e veloce e, a seconda dell’idea, basterà annotarla in una lista, in un calendario o in un’agenda… o ancora più semplicemente… farla!

E tu, cosa hai deciso di fare? E quando?

 

 

Photo by Oleksandra Bardash – Unsplash
Definisci la tua rotta

Definisci la tua rotta

 Non so se tu sia un amante della pianificazione e in particolare di quella annuale, ma, come ben sai, è per me un vero must.

La pianificazione annuale è davvero importante perché ti permette di tradurre in fatti le idee, di non lasciare i sogni nei cassetti, e di rispettare il tempo per te, che sia di vacanza, formazione, famiglia o semplice nullafacenza.

La pianificazione annuale perché sia valida e durevole però deve essere leggera, realistica e flessibile, insomma una vera pianificazione di massima.

Proprio per questa ragione spesso si traduce in un bellissimo programma che però rimane tale.

Già, perché quando si passa all’opera e quindi alla pianificazione più a breve termine, non si riesce a infilare quel bellissimo disegno in grande che si è fatto nelle azioni di tutti i giorni.

Come mai?

Perché bisogna procedere per step e tra la pianificazione annuale e quella settimanale ce n’è una a medio termine, vediamola insieme.

Si tratta di uno sguardo ancora molto di massima, ma non più a livello di anno quanto più a trimestre o a mese. Molti la fanno a mese, io ti consiglio di lavorare un po’ più in grande, che poi sia due o tre mesi dipende proprio dal tipo di vita che fai e dal tuo lavoro.

Ad ogni modo, vediamo come uno sguardo a medio termine ti può tornare davvero utile.

 

VALUTA LO STATO DELL’ARTE

Innanzitutto, la pianificazione a medio termine ti permette di considerare come stanno andando le cose. È fondamentale infatti valutare cosa sta succedendo in questo arco temporale: in che progetti sei già impegnato? Un’altra domanda importante è: cosa “ti ruberà tempo” in questo momento? Vacanze? Trasferte di lavoro? Impegni particolari?

In una pianificazione a medio termine è ancora più importante valutare la regola della sottrazione, togliere cioè il tempo già impiegato in altro. Spesso si fa il contrario, si ragiona cioè come se si avesse sempre il 100% del proprio tempo e questa è la principale ragione di fallimento della pianificazione, in particolare di quella a medio termine, perché se in una settimana può capitare di far saltare un giorno e comunque lo si può recuperare facilmente (in un giorno non ci sono mille cose), è molto più probabile che rimandare qualcosa di un mese significhi non iniziarla proprio, quindi non tanto di passarla al mese dopo, ma al quadrimestre dopo o a data da destinarsi, cioè mai.

 

PENSA IN PICCOLO

Se la pianificazione annuale ti insegna a pensare in grande, quella a medio termine ti insegna a essere razionale e, in particolare, a guardare la realtà dei fatti.

È infatti ora di suddividere il grande progetto in sotto progetti e, se necessario, anche in singoli microprogetti. Questi piccoli progetti sono quelli che andranno messi nella tua pianificazione a medio termine.

Così come nella pianificazione settimanale ti suggerisco di mettere in lista azioni, qui ti dico: “crea i tuoi micro obiettivi e rendili il traguardo del mese”.

 

NON ESAGERARE E CONTROLLA LA ROTTA

La pianificazione a medio termine ti può davvero aiutare per essere il punto di unione tra l’anno e la settimana, ma come sempre c’è il rovescio della medaglia: l’iperpianificazione.

Oltre ad andare per sottrazione e quindi non considerare il tempo che già hai impegnato in altro, non devi lasciarti andare all’idea di incasellare tutto. Metti in lista pochi punti, ma quelli chiave, quelli che abbiamo visto prima.

Questo perché questo tipo di pianificazione è più un momento di revisione che di fiocchetti alla tua lista delle cose da fare.

Sì, una volta valutato lo stato dell’arte e pulito il tuo tempo, messi i tuoi obiettivi mensili ecco che ora puoi valutare come stanno andando le cose. Stai seguendo la rotta che avevi previsto? Se la risposta è no, cosa va cambiato, adattato? Ci sono novità inaspettate per le quali è meglio fare qualche cambiamento?

Lo so, fa paura. L’idea di mettersi a tirare le somme ogni due, tre mesi, fa paura. Chiedersi a che punto sei, dove vuoi andare, cosa tenere e cosa cambiare è un bell’impegno.

Ma è questo il segreto per arrivare alla tua stella polare: devi disegnare e ridisegnare la tua rotta.

Quindi, fai un bel respiro e, ogni quadrimestre, metti in agenda qualche giorno per la tua pianificazione a medio termine: valuta lo stato dell’arte, pensa ai tuoi obiettivi e definisci la rotta!

 

 

Photo by Jonatan Pie – Unsplash
Per non procrastinare ci vuole gentilezza

Per non procrastinare ci vuole gentilezza

Sii gentile con te stesso, rispettati, questa è una grande arma contro la procrastinazione.

 

Non ti sembrerà così, ma è proprio vero e ora di spiego perché.

Se ti dico che fumare fa male, mi dai ragione? Direi di sì. Eppure, quante persone ci sono che fumano? Non sono certo sciocche da non considerare questa cosa, ma semplicemente

non considerano gli effetti dell’azione di oggi su il “sé stessi di domani” che considerano altro dal “sé di oggi”.

 

Come è possibile che se pensiamo a noi stessi del futuro ci sia questo scollamento di intenzioni?

La cosa è stata studiata e ti racconto due interessanti progetti.

Il primo è di Hal Hershfield della Stern School of Business – New York University.

In questo studio è stata fatta una risonanza magnetica a diverse persone per verificare come, pensando a noi stessi nel presente, noi stessi nel futuro e ad estranei, si attivi la nostra corteccia prefrontale mediale e la nostra corteccia cingolata rostrale.

Ebbene il risultato è decisivo: pensando a noi stessi nel presente queste aree, responsabili dei nostri pensieri attivi e responsabili, si attivano.

Al contrario, pensando a noi stessi nel futuro o ad estranei, gli esiti della risonanza sono equivalenti: le aree non si attivano. Effettivamente la scienza ci conferma che c’è uno scollamento tra la considerazione di noi stessi oggi e noi stessi nel futuro.

Il secondo studio è stato fatto da Emily Pronin della Princeton University.

Questo studio si basava sulla capacità di affrontare il disgusto del bere una bevanda terribile ora, o in una data futura. Ed ecco che le quantità che i soggetti della ricerca dichiaravano di poter sopportare erano nettamente differenti: due cucchiai oggi e mezzo bicchiere il semestre successivo.

Ancora una volta la disponibilità aumenta perché ci si considera diversi nel futuro o non si pensa che avremmo lo stesso approccio al disgusto.

 

Considerato dunque questo scollamento, come riparare?

 

Nel caso del primo studio è stato mostrato il proprio volto invecchiato grazie all’uso di alcuni software, nel secondo caso si è lavorato sulla linea del tempo, facendo percepire come più vicini eventi apparentemente lontani.

Fatto sta che chi si è sentito collegato con il sé del futuro, non percependolo più come estraneo, ha poi agito in modo molto più efficace e responsabile nell’immediato.

Per questo ti dico:

 

sii gentile con te stesso. Non pensare che nel domani sarai migliore, diverso, più capace, più invogliato.

Lo sei già ora, si tratta solo di esserne più consapevole.

 

Hai tutte le carte in regola per agire ora e non rimandare la cosa al futuro, è sufficiente che in primis tu riconosca questo scollamento, rispetti te stesso, le tue esigenze di oggi e consideri che anche domani sarai lo stesso di oggi, con le stesse debolezze, ma soprattutto con gli stessi punti di forza!

 

Quindi sfrutta questi a tuo favore e passa all’azione! Come? Un modo te l’ho raccontato lo scorso venerdì e per tutti gli altri ci sono le mie consulenze per te!

Nel frattempo, tu come vedi il te stesso di domani?

 

 

Photo by Cala – Unsplash