Bilanci di tempo ed energia

Bilanci di tempo ed energia

Come dicevo parlando di bilancio di sostenibilità personale due sono le voci che vanno considerate con attenzione: energia e tempo.

In verità tutte le risorse finite vanno considerate con attenzione, anche lo spazio e le economie, ma di questo ne abbiamo già parlato la scorsa settimanaFinalmente ora è giunto il momento di occuparci di ciò che ti fa sentire in affanno, ti dà la sensazione di non concludere nulla, ti fa sentire la stanchezza a fine giornata.

Queste sensazioni il più delle volte sono date da una gestione delle proprie energie e del proprio tempo che non tengono conto di come si è fatti e di una corretta distribuzione delle cose nell’arco della giornata.

Imparare a gestire il proprio tempo è un percorso di consapevolezza, di conoscenza di sé e delle proprie esigenze, delle proprie debolezze e dei propri punti di forza.

È un percorso che continua nel tempo, perché tu cambi, ti evolvi nel tempo e cambiano le tue esigenze, le tue priorità.

Quindi sì, è una cosa a volte stancante, ma che dà molta serenità.

Come sai, questi percorsi sono il cuore del mio lavoro, ma per iniziare voglio condividere con te due aspetti che a mio avviso è bene conoscere per partire con il piede giusto.

 

IN PRIMIS BISOGNA CONOSCESRSI

 

Sembra una banalità, ma il più delle volte quando vedo gli impegni in un’agenda vedo che sono organizzati in modo classico senza tener conto delle caratteristiche personali.

Ora, è certo che bisogna venire incontro alle esigenze di tutti in un team di lavoro o in una riunione, ma è altrettanto vero che non tutte le persone sono produttive negli stessi momenti.

C’è chi adora svegliarsi la mattina presto e andare a correre o meditare, chi non pensa nemmeno di andare a dormire prima dell’una di notte, chi dopo pranzo non può affrontare nulla di impegnativo e chi invece lavora come un treno.

Solo se sai come affronti la giornata, sai dove mettere le cose più impegnative. Solo se sai quanto un compito ti stanca puoi alternare correttamente attività che mangiano energia e che danno energia.

Se non inizi a dare spazio al tuo modo di essere sprecherai molte molte energie inutilmente, farai lo stesso le cose, ma ti stancherai di più e probabilmente ci metterai di più.

 

IL PERFEZIONISMO, LE ABITUDINI, SONO CATTIVI CONSIGLIERI

 

Nel lavoro ci sono due enormi mostri mangia tempo: il perfezionismo e le abitudini, non tutte, ma quelle che fai giusto per fare.

Sì, lo so che stai già pensando che è ovvio che il perfezionismo non sia d’aiuto e che la perfezione non si raggiunge mai. Ma una cosa la voglio aggiungere: tu sai qual è il livello della tua perfezione, non le persone che ti ascoltano, che ricevono i tuoi lavori. Spesso la tua asticella è molto più alta di quella delle altre persone. Non ti sto ovviamente dicendo di lavorare male, ma semplicemente che c’è una differenza tra un lavoro ben fatto e uno quasi perfetto (perché tanto perfetto non lo sarà mai) e la differenza sono tante, troppe ore di lavoro.

Molto meglio fermarsi al ben fatto.

Il secondo mostro magia tempo sono le cose che si fanno tanto per fare, per abitudine, perché le ho sempre fatte e perché mi hanno detto che si fa così.

Fermati! È ora di riprendere il controllo del tempo, se sono cose che servono si fanno e altrimenti… lascia andare! Anche nel rispetto delle tue personali priorità.

È davvero fondamentale valutare l’utilità delle cose e soprattutto trovare la strategia per farlo in meno tempo possibile, o meglio, nel giusto tempo.

Per tutto il resto… c’è il cestino, che equivale a più tempo per te.

 

E tu come te la cavi con questi mostri e con la conoscenza del tuo tempo? Hai voglia di prendere in mano la tua sostenibilità personale, le tue energie e il tuo tempo? Mi auguro la risposta sia sì, perché, ne sono certa, potresti scoprire delle cose che non immagini e trovare un profondo benessere!

E io questo desidero per te!

 

 

Photo by Aaron Burden – Unsplash
Il benessere comincia da…

Il benessere comincia da…

Il benessere comincia da ciò che ti circonda.

Sentirti o meno a tuo agio dipende da quanto riesci a rilassarti dove sei. Ecco perché è così importante creare uno spazio di lavoro adatto alle tue esigenze e una casa che sia un luogo dove riposarti, rilassarti, essere così come sei.

E per la stessa ragione è altrettanto importante valutare ciò che ti circonda in termini di oggetti, che di fatto occupano i tuoi spazi.

La regola d’oro per decidere se vuoi che qualcosa rimanga con te o meno è rispondere alle domande:

  • Mi piace? Mi dà benessere?
  • Mi è utile? Funziona?
  • È per me importante?

La risposta deve essere sempre sì ad almeno una delle tre domande e il numero di oggetti deve diminuire man mano che scendi nell’elenco. In estrema sintesi puoi tenere tutto ciò che ti piace e ti dà benessere, una quantità discreta di cose utili e poche cose significative, cioè per te importanti.

Ma come mai è così difficile eliminare tutto ciò che non risponde a queste domande?

Le ragioni sono tante, e oggi ne voglio condividere alcune con te

 

TU NON SEI I TUOI OGGETTI, NON VALI QUANTO LORO, VALI DI PIÙ 

Spesso ci si attacca morbosamente a un oggetto perché è un ricordo, perché si ha l’idea che sia il veicolo di un’emozione, ma la verità è che i ricordi, le emozioni sono dentro di noi e non dipendono da oggetti o cose, possono infatti essere rievocate anche senza questi oggetti, quindi… non occorre avere sempre con sé ogni cosa, ma, al contrario, vale la pena scegliere accuratamente ciò che è un tesoro: qualcosa di molto importante, non necessariamente utile, che per questo è significativo. Questo, e solo questo, deve rimanere con te.

Il tuo valore non è dato da ciò che ti circondi, tu sei molto di più, quindi anche se è difficile lasciar andare qualcosa che è costato molto, tu… sei molto di più.

 

IL FUTURO POTREBBE STUPIRTI

Avere cose, oggetti, alternative è fortemente rassicurante. Dà l’idea di poter essere capaci di affrontare le avversità della vita. Da un lato è certo: ci vogliono gli strumenti giusti, ma di fatto non occorre nulla di più.

Questa è una profonda consapevolezza: il tuo bagaglio di esperienze, di capacità rimane con te indipendentemente dagli oggetti che possiedi e non saranno questi a farti affrontare le avversità, ma sarà il tuo approccio.

Quando vai in montagna vorresti avere l’attrezzatura giusta, ma lo zaino è uno spazio finito, è quindi necessario mettere solo ciò che serve. Pensaci però: molte persone arrivano in cima a montagna altissime con zaini normali, quindi… si tratta solo di saper scegliere.

E poi, perché il futuro deve essere necessariamente peggiore? Perché dovrebbero esserci solo avversità?
Il futuro potrebbe stupirti e soprattutto potresti stupirti della tua capacità di affrontarlo con i mezzi che hai.

 

SE NON C’E’ SPAZIO, NON CI SONO AGGIUNTE

Lo spazio è una risorsa finita, ma spesso non si considera questo aspetto… forse capita solo con le valigie 😉

Eppure è un principio che funziona in generale, quindi… se vuoi far entrare qualcosa, qualcosa deve uscire. Verità scomoda e sempre valida.

Quindi, se vuoi cambiare le cose, è bene lasciar andare qualcosa per far entrare qualcos’altro.

 

 

Le ragioni che rendono difficile eliminare gli oggetti sono tante, queste sono solo alcune, ma credo siano un buon punto di partenza per un “sano” decluttering, quello cioè che ti porterà al benessere.

Lasciare che ciò che non serve, che non ti piace, che non ti emoziona riempie i tuoi spazi e non crea solo confusione, ma ti distoglie da ciò che è importante, ti nega l’opportunità di cogliere nuove occasioni, rimanda le scelte importanti e, se ci pensi bene, è una spesa e toglie piacere alla vita.

È il momento: hai l’opportunità di avere con te solo ciò che ti fa essere ciò che sei, nella tua versione migliore, quindi non temere… e lascia andare.

 

 

Photo by Temitope Amodu – Unsplash

Bilanci e sostenibilità

Bilanci e sostenibilità

Una distesa di neve che luccica al sole del mattino, un bosco silenzioso, un ruscello in parte ghiacciato… tutte queste immagini mi suscitano grande benessere, e a te?

Il valore dell’ambiente anche da un punto di vista estetico è stato riconosciuto, non da molto tempo, come tale e fa parte dei servizi ecosistemici.

Lo so, questo blog parla di organizzazione, ma ogni anno mi piace dedicare il primo post dell’anno a un tema ambientale. Non ti preoccupare il legame con l’organizzazione c’è, porta solo un po’ di pazienza.

Tornando ai servizi ecosistemici, sono fondamentali perché sono l’insieme di quei processi che l’ambiente naturalmente svolge, e che per l’uomo sono indispensabili, tant’è che li usa quotidianamente.

Piccola parentesi un po’ scientifica, i servizi sono di quattro tipi.

  • Supporto alla vita (Supporting). Tutti i processi necessari per la produzione di tutti gli altri servizi ecosistemici fondamentali per la biodiversità: cibo, materie prime, variabilità biologica, acqua dolce
  • Regolazione (Regulating). Processi che determinano il funzionamento e l’equilibrio degli ecosistemi: regolazione gas, clima, acque, erosione, protezione dissesti idrologici, regolazione impollinazione, habitat per la biodiversità
  • Approvvigionamento (Provisioning). Fornitura di risorse che gli ecosistemi naturali e semi-naturali producono: ossigeno, acqua, cibo e via dicendo.
  • Culturali (Cultural). Gli ecosistemi naturali contribuiscono al mantenimento della salute umana grazie al loro valore e alla loro funzione di: ispirazione, arricchimento spirituale, sviluppo cognitivo, esperienze ricreative ed estetiche.

Ok, dirai, ma ora che lo so cosa mi cambia?

Ecco il punto cruciale, spesso questi servizi pur essendo indispensabili, sono anche dati per scontati, e non messi in conto.

Hai mai pensato di pagare per l’ossigeno che hai a disposizione? E per la pioggia che è di fatto acqua pulita? E per il bosco che ti dà benessere? Siamo disposti a pagare per il legname, per l’acqua, ma anche in questo caso, solo se costa poco.

Ecco uno dei tanti punti difficili della sostenibilità e dei conti ambientali. Se è di tutti, non è di nessuno e quindi posso usarne a piene mani senza rendere conto a nessuno.

I conti non tornano, ci sono aspetti che mancano nel bilancio. E io credo sia tempo di considerarli.

Certo non sarò io, né tu, a iniziare a pagare concretamente, ma direi che ci sono molti modi per “pagare”.

 

Il primo tra tutti è quello di considerare la cosa, consapevolmente, e agire di conseguenza, in tante piccole cose.

  • Pensare che stai usando una risorsa quando apri il rubinetto, fai la doccia e non sprecarla.
  • Fare bene la raccolta dell’umido perché è una nuova risorsa.
  • Limitare il tuo impatto quando sei nella natura evitando di sprecare risorse. E qui si apre un mondo, perché è proprio un modo di vivere e comportarsi, per cui ho scelto di creare Q.B. la mia newsletter e per cui qui, ora, mi limito a due esempi semplici: non portare a casa souvenir naturali come sassi, sabbia, tronchi e, quando sei in un rifugio, non fare richieste fuori luogo tipo le patatine fritte o una bevanda gelata.
  • Pensare, quando lavi i tuoi capi, ad abbassare le temperature e a lavare il giusto, non troppo, evitando di disperdere micro-particelle di tessuto nelle acque.
  • Prediligere la qualità, sia che si tratti di abiti, sia che si tratti di cibo.
  • Riconoscere il valore di un bosco in città, del silenzio in montagna e della battigia di conchiglie rotte e resti di tronchi al mare.

Potrei continuare a lungo, ma lo lascio fare a te… sono certa troverai i tuoi modi. Anche piccole azioni, ma comunque importanti e utili. Non pensare che se sono piccole, non servono. Anche una montagna si scala a piccoli passi.

Hai portato molta pazienza, ecco il legame con l’organizzazione.

Ci sono tante cose che probabilmente non consideri anche nella tua organizzazione personale e così come la natura, sono fondamentali, vitali direi, ma hanno un costo.

In questo caso i costi sono in termini di benessere.

Mi sto riferendo a tutte quelle abitudini che occupano spazi e tempi, a tutte quelle attività che portano via energie.

Perché ogni cosa che fai ha un costo in termini di tempo, energia, spazio e quindi anche questi aspetti vanno conteggiati.

Se vuoi quindi considerare il tuo benessere, ora è tempo di tenere in attivo il bilancio!

Quindi di tagliare, e per farlo, prima è bene valutare cosa eliminare. Ecco una buona cosa da fare a inizio anno: un po’ di consapevolezza su ciò che ruba alle tue risorse senza dare guadagno e senza troppe remore… tagliare!

Ne parleremo anche nei prossimi post, ma intanto tu rifletti sui necessari tagli al tuo bilancio.

 

 

Photo by Selina
Le liste di fine anno

Le liste di fine anno

È fine anno e come hai capito non è tempo di buoni propositi, dai che ci scherzo su! Come ti ho raccontato la scorsa settimana, non mi piace fare le liste di buoni propositi, ma ci tengo molto a fare una piccola routine di fine anno.

La mia routine inizia con il rallentare, sì da Natale a fine anno si rallenta e si pensa un po’ a cosa è stato l’anno passato.

Non certo per fare una disamina giorno per giorno, ma credo sia bello fare un po’ mente locale su come sono andate le cose, bene o male è certo un giudizio soggettivo, ma di solito ripensando alle cose un po’ in là nel tempo, ma non troppo, è possibile analizzarle con un po’ di oggettività in più.

Certo, facendo così si perdono un po’ di sfumature, ma le cose più importanti rimangono. Se vuoi le sfumature c’è sempre il barattolo dei desideri, come ti raccontavo qui.

 

Tornando a noi, ecco le due liste che fanno per te:

  • la lista delle cose da rifare il prossimo anno
  • la lista delle cose da non rifare il prossimo anno

 

La prima è importante perché nulla è da dare per scontato e se c’è stato qualcosa che ha lasciato un segno in positivo è giusto mantenerlo e rifarlo.

Se ripercorri l’anno passato alla ricerca delle cose belle, è giusto anche che tu ti soffermi a ricordare in cosa sei riuscito, cosa è andato bene e quali sono stati i tuoi successi, perché anche questo è un modo per gratificarti e soprattutto per dirti un sincero e dovuto “grazie!”

La seconda è importante perché si sa, tutti sbagliano, ma perseverare e rifare gli stessi errori è davvero sciocco. Quindi tieni d’occhio tutto ciò che non è andato bene, analizzalo e vedi cosa puoi fare per evitare di ricadere nell’errore.

Ripercorrendo l’anno per trovare cosa non è andato come avresti voluto o che è proprio è andato male potresti scoprire che alcune cose che nel momento sono state davvero delle prove da superare, delle cose brutte davvero 😉, ora, passato il momento, risultano meno amare, o addirittura, avendole superate, sarai grato di averle vissute e di essere dove sei arrivato.

Come vedi, questa non è necessariamente una lista in negativo, è solo una lista per avere dei punti fermi da ricordare e tenere a mente, per questo mi piace.

Ed ecco perché nella mia agenda queste due liste sono immancabili! Quale agenda? Ovviamente quella di Brand Clearing, la trovi qui!

 

La routine non è finita, si rallenta, si ripensa all’anno, a cosa vuoi fare e non fare, se vuoi puoi anche scegliere il tuo proposito dell’anno e per finire… qualcosa di rosso e un po’ di decluttering.

Sì, è un buon momento per separarsi da ciò che non fa più parte di te, perché se vuoi che arrivi qualche novità… ci deve essere un po’ di spazio, anche se si tratta di tempo.

Ecco che la lista delle cose da non fare serve anche a questo, a farti capire cosa lasciar stare per mettere in calendario tutti i punti della prima lista!

Che dici, le vuoi fare anche tu queste due liste con me?
Aspetto di sapere cosa tieni e cosa lasci!

 

 

Photo by Bas Glaap – Unsplash

Lista di buon proposti? No, grazie

Lista di buon proposti? No, grazie

Che differenza c’è tra una lista di buoni propositi e dei buoni propositi in lista?

Pare un gioco di parole, ma in verità dietro c’è una gran bella differenza.

Ti ho raccontato di come le liste abbiano grandi poteri. Portano la mente ad essere libera e pulita da tanti pensieri, informazioni e fardelli.

Le liste, ti ho anche raccontato, sono anche utilissime per prendere consapevolezza, per “buttare fuori”, per lasciar andare ed eliminare.

Ma, ed ecco che vengo al punto… c’è una differenza tra il fare una lista e mettere le cose in una lista, e sta tutto nell’approccio.

Ecco perché io non farò una lista di buoni propositi, non sfrutterò questo grande potere che hanno le liste di far lavorare la mente e il pensiero per completare i punti o per ritrovare nella mia mente tutto ciò che vorrei e desidererei, quelli che appunto sono i buoni propositi.

Piuttosto, segnerò in una lista i buoni propositi che desidero.

La differenza sta diventando più chiara o ti sto facendo ancora più confusione?

Il nocciolo della questione è del tutto nel metodo, nel come si usa una lista.

Se ne vuoi sfruttare le potenzialità, come ti raccontavo prima, e in particolare quella che è la compulsione alla chiusura che ha la nostra mente una volta iniziata una lista, così da segnare così tutti i punti connessi e soprattutto, una volta vinta l’inerzia iniziale, svuotare e scaricare la mente, è un’ottima cosa.

 

Ma io non credo faccia bene per i famigerati buoni propositi.

 

Una lista di questo tipo, di fatti, è il contrario di quello che si richiede facendo una pianificazione: pochi obiettivi, realistici e realizzabili.

 

Ecco che se decido di fare la lista dei buoni propositi segnerò sì quelli che voglio fare, ma anche tutti quelli che vorrei e quelli che forse vorrei fare.

Come dire che parto da un’idea pensata e ragionata e poi mi lascio prendere la mano sfruttando proprio il potere che crea una lista.

In questo caso a mio avviso è meglio fare il contrario:

focalizzarsi su un punto e metterlo in lista, molto meglio se è una to do list.

Così facendo le tue energie potranno concentrarsi sulla realizzazione di quest’obiettivo e non su tutta la lista.

Sì, sarebbe bello poter svolgere tutti i dieci punti della lista dei buoni propositi, ma siamo certi che tu li desideri tutti e soprattutto abbia abbastanza energie e risorse per tutti?

Perché un buon proposito sia tale, deve essere anche qualcosa nel quale credi e che vuoi veramente realizzare. Quindi meglio poche cose, ben fatte e soprattutto… pianificate.

Diverso è se i tuoi buoni propositi sono diversi per ambito: uno personale, uno lavorativo e uno sportivo ad esempio. Ma anche qui non esagerare, perché poi quando andrai a pianificarli dovrai fare i conti, non solo con i tempi, ma anche con le energie.
Se hai un proposito importante nel campo lavorativo è facile che nel campo personale tu debba rimanere un più tranquillo per un po’, recuperando le energie investite altrove.

Se vuoi veramente realizzare un proposito, su quello ti devi concentrare, devi fare in modo che le tue azioni, la tua mente e le tue energie lì convoglino.

Quindi, evita la lista e focalizzati solo su un punto, il punto della tua to do list.

Se poi non sai bene quale sia davvero il tuo buon proposito, ok alla lista, ma solo per poterci lavorare, analizzare tutte le voci, e pian piano scartare tutti i punti non necessari per trovare i pochi o l’unico sul quale investire veramente.

E ora… basta liste di buoni propositi e sì al tuo buon proposito in lista!

 

 

Photo by Prokhor Minin – Unsplash