Liste agili

Liste agili

La scorsa settimana abbiamo detto che le liste sono un modo per scaricare la mente, per evitare di dimenticare, per fare chiarezza e soprattutto per passare all’azione.

Ti avevo promesso che avremmo visto come non fare una lista noiosa, ma al contrario, leggera, agile e utile.

Arduo compito? No di certo! Andiamo al dunque, ecco alcuni consigli.

Il “comandamento” su tutti è:

scrivi subito la cosa nel posto giusto.

Ma questo non basta per avere delle buone liste e, a mio avviso, tra le tante cose, tre devono essere tenute a mente, vediamole ora una per una.

 

LA DATA

Sembra una banalità, ma davvero non lo è. Non vale tanto per le liste personali, ma di sicuro per quelle di lavoro.

Tanto si è abituati a mettere la data se si prendono appunti a una riunione, tanto pare superfluo metterla in una lista per un progetto di lavoro.

Ma siamo davvero sicuri che, se farai due liste sullo stesso argomento, poi ricorderai quale sia la più recente? Certo, leggendo i punti e facendo mente locale lo saprai, ma ecco che avrai sprecato energia a rifare ordine.

Per quelle personali la data non è così fondamentale, ma può essere carino se, ad esempio, fai una lista di posti dove vuoi andare e poi, a distanza di mesi, ti torna tra le mani la lista, non trovi?

 

AGGIUGI UN TITOLO

Ancor più fondamentale della data è il titolo, perché ti aiuta a dare un senso a ciò che scrivi e soprattutto a capire se una cosa può davvero andare lì o meno, quindi capire se quello è il posto giusto.

Anche questo sembra una cosa futile, ma nell’ottica di far fare meno fatica al tuo cervello… beh, costa poca fatica e ne fa risparmiare molta!

Il fatto di mettere un titolo, infatti, focalizza l’attenzione su quello che è lo scopo della lista. E lo scopo è determinante: ti fa ragionare sul fatto se la lista sia o meno necessaria, sui confini della lista stessa e sui risultati che da questa ti aspetti. Non sono cose da poco, ci avevi mai pensato? E tutto per un semplice titolo.

Ultimo, non meno importante, il titolo ti aiuta a non fare doppioni! O se li fai, a identificarli e, una volta scoperti, unire le liste in una unica.

 

USA I VERBI

Eccoci al cuore della questione e cioè come si scrivono le voci di una lista:

  • non devono essere troppo generiche;
  • non devono essere troppo specifiche;
  • devono essere chiare e complete;
  • devono comprendere l’azione.

Facciamo qualche esempio:

“posta” cosa significa? Si tratta di quella cartacea o di quella elettronica? La devo leggere, archiviare o cambiare account? Ecco che una voce così è un po’ inutile perché dovrò poi ricordarmi, a mente, quindi dando un onere in più al mio cervello, cosa intendo per “posta”, tanto vale scriverlo in modo più esplicito.

“e-mail signor Bianchi con richiesta preventivo angolo cucina casa al mare, specificando necessità delle misure particolari 84*103*22” Troppo! Tanto valeva fare direttamente la mail, non credi?

E comunque in entrambi gli esempi manca il verbo. Il fatto di iniziare il punto della lista con “scrivere” è molto più efficace di quello che sembra perché ti aiuta, senza renderti conto, a passare all’azione. Un po’ è come se ti stessi già prendendo l’impegno, un po’ ti alleggerisce dal ricordare cosa fare nel pratico. Provare per credere le liste con l’uso dei verbi sono la vera grande differenza tra lista utili e inutili.
Se vuoi approfondire la questione del verbo, leggi qui.

L’essere chiari e competi è poi la guarnizione alla torta già perfetta: “scrivere mail Bianchi per preventivo, N.B. misure” Eccoci a una nota semplice, ma completa, chiara e non troppo articolata, con un verbo.

Annotare in modo chiaro e completo chiude il cerchio anche sulla questione di scrivere tutto il necessario in una lista e sul fatto di mettere nell’elenco subito le voci che a quella lista appartengono, quindi ci riporta al primo “comandamento”.

 

Come vedi l’efficacia di una lista non dipende dal supporto, cartaceo o digitale, quello è legato alla tipologia di liste e ne parleremo a brevissimo, direi fra una settimana, ma dipende proprio da come si impostano e come si definiscono le voci di una lista.

Ora hai con te i segreti per delle liste agili, utili, che ti aiutano a passare all’azione. Sperimenta e fai tuoi tutti questi passaggi!

 

 

Photo by Hope House Press Leather Diary Studio – Unsplash
Liste: o le odi o le ami

Liste: o le odi o le ami

Le liste sono davvero uno strumento molto utile, ma spesso diventano un’arma a doppio taglio.
E, secondo dato importante, le persone sulle liste si dividono: c’è chi le ama e chi le odia.

Vediamo quindi il dritto e il rovescio di questo potente strumento organizzativo, e cioè i pro e i contro per chi ama le liste e per chi le odia.

Iniziamo da chi le odia, visto che, se appartieni a questo gruppo, stai per smettere di leggere.

Chi le odia, detesta il fatto che si possano racchiudere idee, pensieri, cose da ricordare in un banale elenco scritto, anticipato da punti, asterischi o v spuntate.

“Già, perché banalizzare idee e pensieri in una scrittura che poi diventa dittatrice?”

La risposta è semplice: per ricordare, semplificare e alleggerire.

Le liste servono proprio a questo: a fare in modo che il nostro pensiero non sia più un filo dorato da estrarre da un orecchio (ndr. stile pensatoio), ma che diventino una linea ben definita su un foglio di carta o su uno schermo.

Pare una banalità, ma il fatto di spostare un pensiero in una cosa scritta, che sia sulla carta o sia versione elettronica, permette alla mente di non doverci pensare più. Il fatto di non doverci pensare più significa non occupare memoria a ricordare questo aspetto. E non occupare memoria significa risparmiare energia.

Lo avrai sentito, si chiama Zeigarnik ed è proprio quel fenomeno che permette alla mente di ricordare le cose. Tu pensi che la mente non ricordi, ma in verità lei tiene traccia di tutto, è perfetta, è proprio programmata per ricordare le cose inevase, non concluse, pendenti.

Sì, questo si dimostrava nello studio che ha dato il nome a questo fenomeno e che prendeva in considerazione le comande di un ristorante: i camerieri ricordavano comunque quelle inevase o rimaste in sospeso.

Però, ecco che c’è il però, la nostra mente perfetta non sa quando quel pensiero sia utile e quindi, ciclicamente lo ripropone, come a dire… “ricorda, c’è anche questo che ti aspetta”.

E, poiché la legge di Murphy è più forte della forza di gravità… quel momento sarà sicuramente sbagliato. Scherzi a parte, è molto probabile che la tua mente ricordi quell’aspetto in un contesto inadatto o nel momento sbagliato e che quindi il pensiero sia fuori luogo e che… torni tra i cerchi aperti da riproporre, consumando un altro po’ di energia.

Ecco che le liste arrivano, preziose, in aiuto. Scrivi il pensiero, così non ci sarà effetto Zeigarnik, non ci saranno cerchi aperti, non ci sarà dispendio inutile di energia, non ci sarà fatica sprecata.

Se ci pensi, infatti, quasi tutto finisce in una lista: cose da fare di lavoro, cose da fare personali, cose da comprare, commissioni, persone a cui telefonare, a cui scrivere, punti di un progetto di lavoro, idee per futuri progetti di lavoro.

Le liste che si possono fare sono infinite, e quindi il consiglio che ti do è:

scarica la mente, scrivi la nota, scrivila subito e nel posto giusto.

Fanno eccezione quelli che non sono punti di una lista, ma che sono punti di liste di liste e cioè i database, e magari ne riparliamo più avanti, ma giusto per fare un esempio: registrare un contatto in agenda, archiviare una ricetta o una fotografia nella cartella giusta. E, proprio a fare i puntigliosi, questi possono comunque diventare punti di una lista del genere to do list.

Se è un appunto… beh, ultima eccezione, segnalo comunque subito, ma in un posto che poi controlli e che consideri, come ti insegno qui.

Ecco dunque spiegato a cosa serve una lista e perché chi le odia deve cambiare idea, e per farti cambiare idea del tutto, la prossima settimana ti racconto come non fare una lista noiosa, ma al contrario, leggera, agile e utile!

Se invece sei un’amante delle liste, continua a leggere.

Ecco che farai parte delle persone che fanno liste per ogni cosa: libri da leggere, regali da fare, posti da visitare, corsi da frequentare, corsi da seguire, cose da non fare più, cosa da non dire… vado avanti? Direi di no, hai capito.

Chi è un’amante delle liste dice sempre “facciamo una lista!”

Bene, ci sono cose per le quali le liste sono davvero inutili, come ti raccontavo qui.

Ma il problema maggiore, è che chi ama fare davvero le liste, poi continuerebbe a farle, sempre e comunque. Le liste invece devono essere strumenti veloci, agili e leggeri, come ti dicevo prima, e una lista di più di dieci punti (il numero è indicativo, e l’eccezione è la lista dei 101 desideri, ma ci siamo capiti), o una lista di liste, sono entrambe molto belle, ma poco utili.

Perché?

Perché una lista di questo tipo non va dritta al punto, non risponde allo scopo di ricordare e scaricare la mente, diventa un piccolo diario o un bullet journal. Questi sono due strumenti davvero utili e interessanti, possono diventare anche molto belli se fatti con cura e con continuità, ma lo scopo non è quello di una lista pura.

Ecco che se vuoi tenere traccia delle tue abitudini, vuoi fare un diario della gratitudine, vuoi tenere traccia di tutti i film e i libri che hai visto, vanno benissimo delle liste, che però in questo caso fanno parte di più di un bullet journal, e quindi puoi farle sbizzarrendoti nelle forme e nei modi. Così se vuoi scrivere cosa hai fatto, visto, letto… ecco che un buon diario è perfetto, anche nella formula del diario dei 5 anni. Ma queste non sono liste pure.

Una lista pura deve essere uno strumento per aiutare la tua mente, si deve poter cancellare, allungare e rifare, non è fine a se stessa.

Se sei un’amante delle liste ti consiglio di tenere a mente questa differenza e dedicarti al bullet journal e al diario per tutte le liste che più ti piacciono, ma lavorare diversamente per quelle pure.

Ecco che non incorrerai nell’errore di occupare tutto il tuo tempo nel fare le liste, bloccando l’azione, ma le userai anche tu per scaricare la mente e agire.

Perché il rovescio della medaglia di fare liste su liste, è proprio quello di non arrivare mai al passo successivo, che, per costituzione naturale delle liste pure, è l’azione.

Quindi… in sintesi, che tu sia un amante o meno delle liste… ora non hai più scuse, hai capito che sono davvero uno strumento indispensabile.

Sono un modo per scaricare la mente, per evitare di dimenticare, per fare chiarezza e soprattutto per passare all’azione!

La prossima settimana vediamo come utilizzare al meglio questo potente strumento, ma nel frattempo perché non mi racconti nei commenti se tra chi ama o odia le liste?

 

 

Photo by Paico Oficial – Unsplash

¾ di spazio? Certo!

¾ di spazio? Certo!

Di quello che sto per scrivere ne sarà contenta in primis la mia grafica 😊 ma, lo ammetto, è proprio una grande verità.

 

Lo spazio pieno vale tanto quanto quello vuoto, anzi il vuoto ci aiuta, è dalla nostra parte, non dobbiamo averne paura.

 

Non voglio certo sconfinare in un campo che non è il mio, come quello della grafica, ma vorrei riportarti sull’importanza del vuoto anche nel tuo foglio d’appunti.

Sì, anche qui la regola dei ¾ può tornare utile, in breve non riempire tutto tutto, da destra a sinistra, dall’alto in basso, ma lascia degli spazi vuoti.

 

Gli spazi vuoti possono esserti utili per tante cose.

 

Come ti raccontavo nel foglio di Cornel, sono utili per fare dei piccoli riassunti, ma anche per lasciare degli spazi per le domande.
Sono utili anche per fare delle correzioni senza però avere un foglio disordinato.

Ma soprattutto aiutano la lettura: è molto più semplice leggere e ricordare le cose se sono adeguatamente distribuite nella pagina.
In particolare, avrai modo di lasciare dello spazio per note, sottolineature, segni particolari che ti aiutino a ricordare.

Dopo la suddivisione con il metodo Cornell, vorrei proportene un altro che trovo molto utile ed efficace e devo aggiungere anche molto semplice.

Se il primo è utile per gli appunti, questo è utile per la “to do list”.

È altrettanto veloce e consiste nel dividere lo spazio in 4 parti:

  • una parte per le cose da fare al lavoro;
  • una parte per le telefonate;
  • una parte per le commissioni e le cose fare per gli aspetti personali;
  • una parte jolly per una nota al volo, che riprende il concetto del foglio di lavoro.

 

Perché può essere utile questa suddivisione? Perché riassume alcuni concetti molto importanti:

  • il simile con simile, questo ti aiuta molto a vincere l’inerzia delle cose da fare e ti fa risparmiare tempo ed energie, vale per le telefonate, ad esempio;
  • divide il lavoro dal personale e così ti permette di lavorare in modo concentrato e allo stesso tempo di non dimenticare il resto, vale per le commissioni personali;
  • il foglio di lavoro è uno “scarica mente” e quando hai finito la giornata è sufficiente archiviare le informazioni che servono ed eliminare il foglio, questo di aiuta a chiudere il tempo di lavoro e passare a quello personale.

Anche qui vale la regola dei ¾, 3 parti pianificate e una jolly.

 

E tu per cosa usi i ¾?

 

 

Photo by Diana Polekhina – Unsplash
Cambio lavoro

Cambio lavoro

Cambiare lavoro, cambiare mansioni e crescere di ruolo sono interessanti sfide lavorative, ma sono anche cambiamenti importanti da non sottovalutare, sia a livello personale che organizzativo. Per quanto iniziare un nuovo lavoro sia un’esperienza generalmente positiva può portare con sé un buon carico di stress. Potresti sentirti inadeguato, poco capace o semplicemente spaesato. Potresti pensare di perdere un sacco di tempo ed essere inefficace.

Ecco che puoi mettere in campo alcune strategie organizzative, tanto semplici quanto utili.

Annota

Sembra banale e soprattutto fa molto “studente”, ma all’inizio è così. Annota e scrivi tutto. Non perché potresti dimenticare qualcosa, ma perché non hai ancora la visione complessiva di tutto il lavoro, delle piccole grandi dinamiche e cose che ora sembrano secondarie potrebbero essere invece importanti.
Certo, sei in “modalità spugna” e cerchi di apprendere tutto, ma il punto è che non hai ancora i criteri corretti per dare priorità a quel tutto, questo arriverà man mano. Quindi fatti trovare pronto, intanto annota, poi rileggerai e pian piano sarà tutto naturale. Alcune cose diventeranno banali, di altre ne riscoprirai l’importanza e con il tempo non avrai più bisogno di quegli appunti, li potrai addirittura eliminare.

Usa le checklist

Quando fai qualcosa di nuovo, impari una procedura, è bene pensare a te stesso come a un te stesso smemorato, un po’ sciocco, quindi cerca tutto l’aiuto possibile. In questo le checklist saranno le tue alleate più preziose. Servono proprio a suddividere i compiti in piccoli passi, a impararne la sequenza e nel caso poi tu non sia preparato a fermarti e poi riprendere senza perdere il filo, c’è la checklist a ricordarti dove sei arrivato.

Diciamo che è un po’ un’ancora di salvezza, una bussola, ma anche uno strumento per aiutarti a memorizzare le corrette sequenze, quindi fanne tesoro.
E se vuoi uno spunto in più per usarle proprio in queste circostanze, ecco l’articolo che fa per te.

Datti tempo

Purtroppo, quel senso di inefficienza è normale e probabilmente è anche corretto. Stai imparando cose nuove e devi darti il tempo di farle tue. Rispetta il tuo bilancio di energia e questo vuol anche dire anche stimare del tempo in più per alcuni compiti, proprio quelli nuovi e che conosci meno: meno cose ma fatte bene.

Inoltre, per la stessa ragione, sarai molto più stanco a fine giornata, i primi tempi non aggiungere attività stressanti dopo lavoro.
Tieni d’occhio l’equilibrio della tua giornata e la pianificazione delle attività, non strafare e sii morbido con i tempi.

E comunque ricorda: è un momento di cambiamento, una piccola grande mutazione, ma ogni persona si sente inesperta al suo livello limite. Quindi il disagio, l’incertezza misti a entusiasmo e voglia di fare sono tutte emozioni normali, che meritano di essere vissute. Tu di fatto stai andando oltre il tuo limite.

Su tutto ciò che lasci sei certamente molto abile e efficiente, si tratta solo di darsi il tempo, l’energia e gli strumenti giusti per crescere, poi tornerai a sentirti efficiente e capace. Ma per aiutare questa transizione non essere troppo severo e aiutati, queste tre semplici strategie organizzative renderanno il cambio più veloce e meno stressante.

Pronto? E’ ora di mutare, di fare il salto e crescere!

Photo by Ian Dooley – Unsplash

Note a mano e appunti digitali

Note a mano e appunti digitali

Nota. Partiamo dalla definizione.

Breve appunto, per lo più provvisorio, nel quale si concreta un’osservazione o una informazione.
Segno grafico che serve a ricordare o distinguere qualcosa.

Bene, ora una nota dunque è temporanea e contiene un’informazione. Quindi ha un valore, ma non per sempre… deve essere utile, quindi deve essere ritrovata quando serve, quando cioè si ha bisogno dell’informazione in essa contenuta.

Ma, in tutto questo… è meglio la carta o il digitale? Ed ecco che torna l’eterno dilemma!

E se andassero bene entrambe?

Io direi che è così 😉 Ci sono pro e contro e soprattutto sono utili per cose diverse.
Vediamo le differenze:

CARTA

Amata carta, amati diari, amate agende. Un piccolo pro di avere un luogo dove annotare le idee è il fatto stesso di avere il supporto per farlo. Mi spiego: se, come me, sei un amante della cancelleria e ti piacciono i quaderni, beh, questa è un’ottima scusa per avere un buon motivo per possederne uno. E qui non posso che consigliarti quelli di Nuove Abitudini.

Come per l’agenda, prendere le note in formato cartaceo ti permette di metterci realmente la testa e quindi è come prendere un impegno un po’ con te stesso nel momento in cui lo si scrivi. Una semplice lista delle cose che vuoi rifare il prossimo anno o che non vuoi più fare non è un banale elenco, è piuttosto una presa di consapevolezza.

Per questa ragione non potrò mai smettere di consigliarti la carta per tutte le liste concettuali, per annotare le tue grandi idee, per quello che si chiama flusso di pensieri, tendo traccia dei tuoi pensieri 5 minuti al giorno o per il diario della gratitudine che ti impegna a segnare le cose belle della giornata.

DIGITALE

Senza ombra di dubbio le note digitali hanno molti pregi: sono facilmente aggiornabili, sono sempre disponibili e condivisibili.

Secondo questo principio ti consiglio si usare le note digitai per tutto ciò che vuoi avere sempre sott’occhio, dalla lista della spesa, al tuo piano editoriale, dagli articoli da leggere, al numero di telefono che hai visto su quella vetrina.

Se ti chiedi come usarle, ho scritto un post a riguardo.

Come ti racconto per l’agenda, non c’è un giusto uno sbagliato, ogni nota ha il suo supporto, l’importante è che tu

metta subito la nota al posto giusto e che le raccolga tutte nello stesso posto

non vale avere la lista della spesa sul frigo e poi la foto in Keep 😉 non vale avere un post-it in agenda di un libro da comprare e poi una lista su Trello sulle prossime letture.

Così perdi i pezzi: a ogni nota la sua App! E per tutto il resto c’è la carta!
E tu dove annoti le tue grandi idee?