Iper-organizzazione: la morte dell’organizzazione

Iper-organizzazione: la morte dell’organizzazione

Credo fermamente organizzazione faccia rima con semplicità.

Questo mese ti ho raccontato come in tante occasioni essere un pizzico organizzati o semplicemente previdenti cambia molto il risultato delle cose.

Ecco che avere un documento a portata di mano spesso risolve dagli impicci, così poter lavorare partendo da un format e non daccapo ogni volta porta a essere veloci e magari a fare meno errori, ma… sì c’è un ma.

Se mettere mano all’agenda e al calendario non significa riempire tutti i tasselli, anche quando si parla di strumenti bisogna stare attenti a non esagerare.

Organizzazione infatti non fa rima con iper-organizzazione.

Il voler definire tutto nel minimo dettaglio, il voler avere tutto con sé, il rifare troppe volte lo stesso lavoro già fatto è assolutamente controproducente.

Porta, infatti, alla perdita di attenzione e all’errore… quindi al risultato contrario di ciò che si ottiene con una buona organizzazione personale.

Se è semplice pensare che è impossibile ritrovare un ago in un pagliaio, per ricorrere a un noto proverbio, non è altrettanto semplice destreggiarsi nello stesso modo tra archivi e format.

Ancora una volta però ti suggerisco di fare tua la parola semplicità:

l’organizzazione funziona se gli elementi sono ben gestiti e seguono cioè le tue priorità.

Con questo intendo che se è utile avere un piccolo archivio delle cose che usi di più a portata di mano, non è utile avere con sé tutto il proprio archivio. Sì, ti sembrerà di avere una sicurezza maggiore, un paracadute per tutto, ma non sarà altrettanto utile perché appesantirà il tuo bagaglio e basta.

Dovranno esserci solo le cose che realmente servono a te, ciò che può esserti d’aiuto e toglierti d’impiccio, non la tua storia personale.

Così, se è vero che è utile avere carta e penna a portata di mano, non è altrettanto utile avere una risma di carta o un’intera pila di post-it. Perché? Perché toglieranno spazio ad altri oggetti altrettanto importanti e utili.

Idem se i tuoi format contengono talmente tante eccezioni che ti lascano l’onere di leggerli e rileggerli ogni volta per controllare non ci siano errori. Questo non è semplificare il lavoro è un procrastinare la correzione.

In sintesi… l’organizzazione funziona se è semplice, in quantità e in forma.

Molte volte invece ci si perde nel dettaglio e nella cura dell’organizzazione stessa. Ed ecco che c’è l’App per la produttività, i post-it di dieci formati diversi, quando carta e penna e un paio di fogli adesivi hanno già fatto il loro.

A questa smania organizzativa si aggiunge quella personale dove capita di avere sistemi di cartelle e sottocartelle degni di un Minotauro e procedure da KGB.

Semplicità e leggerezza devono essere principi cardine della tua organizzazione.

Pensi che senza non avrai modo di cavartela?

Pensala al contrario: se ci metti troppo a trovare qualcosa, che sia un pezzo di carta o un file, se il tuo lavoro è maggiormente dedicato a correggere che a fare, sei passato dall’organizzazione all’iper-organizzazione.

Allora, fermati e fai un passo indietro.

È tempo di semplificare.

 

 

Photo by Mika Ruusunen – Unsplash
I sempre utili: i format

I sempre utili: i format

Un altro strumento indispensabile sempre utile? I format, o template, o traccia.

Comunque tu li chiami sono un vero salvavita di ogni lavoro ripetitivo, sia una mail, un rapporto, una traccia di domande o anche una parte di un lavoro operativo.

Sono in sostanza la base da cui partire.

Se ci pensi per moltissime cose non parti ex-novo a costruire una nuova versione, ma modifichi o rilavori una versione precedente.

Sarebbe impensabile creare una fattura creando di volta in volta l’intestazione con il logo e vari estremi, quindi i tuoi dati fiscali e poi quelli del cliente. Molto meglio avere un format e aggiungere solo i dati del cliente, no?

Se per la fattura è intuitivo non lo è per tante cose che puoi usare spesso nel lavoro:

  • presentazioni aziendali o di sé
  • breve bio immagini di sé 
  • mail di risposta a richieste frequenti
  • mail di invito a eventi, riunioni,
  • mail e moduli di feedback
  • preventivi
  • feedback ai clienti
  • base grafica per i social
  • base grafica per le presentazioni
  • database ricorrenti
  • fogli di lavoro ricorrenti
  • relazioni o elaborazioni ricorrenti
  • liste di domande ricorrenti
  • moduli per la privacy
  • moduli per la raccolta dei dati dai clienti

e potrei continuare a lungo….

Le difficoltà però non mancano anche usando i format, ecco a cosa devi prestare attenzione.

 

Lasciare in evidenza la versione da modificare

Spesso e volentieri si parte dall’ultima versione fatta, che però potrebbe contenere piccoli adattamenti a un caso specifico.

Ad esempio, il format del preventivo che normalmente fai a un cliente singolo questa volta lo hai fatto a una coppia di persone in società e quindi molte parole dal singolare sono passate al plurale.

Oppure una ricetta che normalmente è per quattro persone l’hai adattata alle sei.

Questo ti espone all’errore, meglio avere una versione che sia davvero una base e lasciare questa in evidenza fuori dalle cartelle. Poi tutte le declinazioni saranno dentro una cartella a parte.

Ecco che avrai una carella “preventivi” con fuori da tutto il “format_preventivo” e una cartella con i vari preventivi fatti.

 

Ricordare di fare le modifiche anche nel format

Se hai deciso che c’è qualche modifica “di fondo” da fare, questa va riportata nel format e non solo nella versione sulla quale stai lavorando.

Spesso capita di dimenticare queste modifiche quando si cambiano frasi fisse, come un riferimento al diritto d’autore o a una modifica tra i tuoi servizi, ma anche un nuovo logo o un’immagine migliore.

 

Rendere i format quanto più accessibili possibili

Tutti gli strumenti del proprio lavoro devono essere accessibili e facilmente modificabili. Quindi il percorso per arrivarci deve essere semplice, veloce e intuitivo. Renditi la vita facile e non fare un archivio ad albero a prova di FBI!

Idem, scegli dei nomi semplici e chiari!

 

Rendere i format una vera base

E questo significa che all’interno ti devo balzare agli occhi le cose da modificare.

  • Se possibile evidenzia le cose da cambiare, fai in modo stacchino chiaramente dal resto.
  • Se ci sono parti che cambiano spesso mai hai diverse versioni da usare, metti le versioni una sotto l’altra così di volta in volta sceglierai quella giusta.
  • Se ci sono parti che non usi sempre, metti nel format tutto, evidenzia le parti che potresti non dover utilizzare e poi cancella. Non fare viceversa, potresti scordare delle parti.

 

Dirai che è un sacco di lavoro. In verità no, richiede solo un po’ di attenzione nel fare bene la prima versione, la vera base, e nel riportare le modifiche, ma, credimi…

i vantaggi sono davvero grandi: tanto tempo risparmiato, errori meno frequenti e non ultimo, una coerenza e velocità di lavoro che fa rima con professionalità!

 

Da dove partire quindi?

Dall’individuare le cose che usi più di frequente e capire quali sono davvero i tuoi format.

Perché, come ti raccontavo all’inizio, ognuno ha i suoi, e come sempre l’organizzazione parte dalla consapevolezza.

Quindi:

  1. pensa a cosa usi sempre e quali sono i tuoi lavori ripetitivi;
  2. crea un format completo, una base vera, dove gli elementi da modificare siano evidenti;
  3. archivialo in un luogo accessibile con un nome semplice.

E la prossima volta che lo userai… goditi l’energia e il tempo risparmiati!

 

 

Phot by Kelly Sikkema – Unsplash
I pdf, quelli utili

I pdf, quelli utili

Ti è mai capitato di dover reperire velocemente i dati della tessera fiscale per una visita?

O anche semplicemente fornire i dati del libretto auto per una revisione o un cambio gomme?

O, ancora, dare gli estremi di un documento per una delega dell’ultimo minuto?

 

Come fare a farsi trovare sempre pronti? Ecco che i pdf e le immagini fanno al caso nostro, sono strumenti utilissimi se ben archiviati, quindi se salvati con la giusta tecnologia.

È molto utile saper sfruttare la tecnologia a proprio vantaggio in questi casi, a sorpresa, è anche una cosa molto semplice da impostare.

 

La soluzione è quella di avere un archivio on line leggero e in parte condiviso.

 

Cosa vuol dire?

Ti consigli una cartella in Drive, ma anche Dropbox va benissimo, dove organizzare i documenti in questo modo: una cartella “documenti” nella quale mettere le scansioni dei tuoi principali documenti.

Ti consiglio di procedere così:

  • crea un file per ogni documento, dei pdf leggeri o delle immagini di formato universale (jpg) che contengano tutto il documento, quindi sia l’immagine fronte che quella del retro;
  • nominali in modo chiaro sia per te sia per chi potenzialmente li riceve: “CI nome e cognome”;
  • fai il lavoro per te e per i tuoi famigliari.

I file che ti consiglio di lasciare all’interno sono:

  • Carta d’identità
  • Passaporto
  • Codice fiscale
  • Patente

Possono essere utili altre cartelle ad esempio per

  • I documenti dell’auto: libretto, assicurazione, bollo, permessi o abbonamenti per i parcheggi e simili.
  • I principali referti delle analisi mediche che fai frequentemente.
  • I principali documenti per le tue occupazioni nel tempo libero: abbonamenti e simili di palestre, circoli…
  • Il curriculum con i principali attestati di lavoro.
  • Se hai dei figli: una cartella per figlio con gli ultimi documenti per i pagamenti di scuole e simili.
  • Se ti prendi cura di un genitore o di un famigliare: una cartella per ognuno con le diverse pratiche che segui.

Può essere utile condividere alcune di queste cartelle con i propri famigliari, così tutti avrete gli stessi dati e li potrete raggiungere in ogni momento e in ogni luogo.

Manca ora l’ultimo passaggio: un collegamento veloce nel browser e l’App nel cellulare pronta all’uso.

 

L’importante è che i file siano aggiornati, ma anche semplici da raggiungere, e, come abbiamo visto, attenzione ai nomi e alle cartelle: poche e snelle!

 

P.s. io ci ho messo anche la password del wifi di casa, perché non la ricordo mai. E tu, quale file un po’ diverso dal solito ci metteresti?

 

 

Photo by kelly-sikkema – Unsplash
Carta e penna, ma quali?

Carta e penna, ma quali?

Amo i calendari condivisi, le note sulle App, le raccolte di pagine on line e anche la scrittura da tablet.

Ma, c’è un ma… per alcune cose carta e penna rimangono strumenti utilissimi!

Ritengo siano utilissimi per far uscire idee, per elaborare, per scaricare la mente, per eliminare cattivi pensieri. Molte volte in casa è più semplice una nota al volo sul retro di una ricevuta, che un post-it virtuale o un remainder.

Questo però non significa che tutta la carta sia uguale e tutte le penne facciano al caso tuo.

La ragione per la quale spesso le persone abbandonano la carta e la penna è proprio per questa ragione: non hanno sfruttato al meglio lo strumento per ciò che serve loro.

Premesso che esistono delle preferenze personali come persone che amano i formati grandi e persone che adorano i piccoli taccuini… ci sono delle considerazioni che posso essere comunque utili per tutti.

Andiamo quindi a conoscere un po’ meglio questi strumenti.

 

FORMATO E RILEGATURA

Mi capita spessissimo di vedere professionisti prendere un appunto su un bloc notes classico: A4, il più delle volte a quadretti, con la rilegatura fissa in altro sul lato corto.

Il più delle volte, chiusa la copertina, quell’appunto viene dimenticato.

Perché?

Perché il formato è poco agile.

Il formato A4 o anche i formati maggiori vanno benissimo per i momenti di brainstorming, ma per l’uso che oggi giorno si fa della carta, sono spesso scomodi.

Sono scomodi per prendere appunti ad un incontro: un block notes rilegato in alto è difficile da girare e quando si gira si sprecano i primi cinque centimetri di carta.

Sono scomodi per un flusso di pensieri perché il più delle volte non si fa seduti al tavolo, ma su un divano o sotto un albero.

Quindi in sintesi: cambia formato!

Spesso il formato migliore è un po’ più piccolo, perché più gestibile in situazioni scomode: quando non c’è tanto spazio, manca un supporto come un tavolo… e via dicendo.

Attenzione però a non avere fogli troppo piccoli perché altrimenti sì diventerà una raccolta di geroglifici.

I formati piccoli vanno bene per appunti singoli: una nota a foglio, così poi li gestirai meglio nel momento in cui dovrai classificarli e organizzarli.

Questo è uno dei pochi casi in cui la rilegatura va meglio in alto, o in cui è meglio i fogli siano poi staccabili.

La rilegatura non è secondaria! Considera sempre se devi usare davanti e dietro, e se sei desto o mancino!

I formati piccoli con rilegatura a quaderno vanno bene per tutte le cose delle quali prendi note frequenti e vuoi averle sempre con te: note delle spese fatte, lista dei libri da leggere… pensieri di ispirazione!

 

FOGLI BIANCHI, A RIGHE, A QUADRETTI… O PUNTINATI

Il foglio bianco spaventa e quindi spesso ci si fa aiutare da righe o quadretti. Attenzione però… questa nozione scolastica non tiene conto che, abbandonate le scuole, la scrittura si fa meno ordinata e in genere un po’ più grande perché fatta di corsa.

Quindi a volte righe e quadretti diventano ancor più difficili da seguire… meglio il foglio bianco, e se fa tanta paura, scegli il puntinato, così lo userai solo e quando ti serve avere una direzione.

Attenzione che metà del lavoro per una buona scrittura è la scelta della penna. Fai in modo che il tratto sia della grandezza che è adatta alla tua grafia, anche qui, esci dalle convenzioni scolastiche e premia la leggibilità del risultato e la scorrevolezza di una mano che probabilmente non usa poi tanto dei mezzi analogici.

 

NATURA DELLA CARTA

La carta è un bene prezioso e va utilizzata quanto più possibile. Non potevo non dirtelo e non potevo non esortarti a riutilizzare la carta prima di riciclarla. Quindi significa… girare i fogli e usarli davanti e dietro.

Ma soprattutto riutilizzare i fogli di stampe sbagliate, ricevute e ordini che non vogliamo tenere e via dicendo… con un’attenzione in più però: falli subito del formato che serve a te.

Ecco che gli A4 possono essere divisi in due per i tuoi appunti o in quattro per gli appunti al volo da eliminare.

Ma non riutilizzare tutta la carta: fai attenzione ai dati sensibili, ai fogli troppo scritti e alla carta acida, quella degli scontrini per intendersi.

 

Fai in modo di avere sempre a disposizione tutti i formati, perché a seconda di ciò che devi fare… userai il formato giusto!

Ehm… hai controllato però che anche tutte le penne siano in ordine e cioè pronte a scrivere, vero?

 

 

Photo by Diana Polekhina – Unsplash
Gli ultimi punti della lista

Gli ultimi punti della lista

Ci sono delle voci che rimangono sempre in fondo alla lista, come mai?

Le ragioni sono tante e spesso dipendono da caratteristiche personali, da come gestiamo il tempo, lo spazio e le informazioni, ma alcune caratteristiche sono comuni a tutti e te ne vorrei parlare oggi.

Non ti piacerà, perché, te lo dico subito, ancora una volta richiede molta onestà con te stesso e richiede anche una buona dose di consapevolezza e voglia di saper scegliere.

Andiamo al dunque e facciamoci qualche domanda.

 

SEI SICURO CHE SIA UNA VOCE DELLA TUA LISTA?

 

La prima grande ragione, e non è bello da dire, è che se è sempre in fondo alla lista, non va mai in cima, e non trovi mai la voglia e il tempo di occupartene forse quel punto non deve proprio stare nella lista.

Forse è proprio una voce da eliminare, che cioè non è così necessaria, importante, non è una cosa che va fatta.

Come mai? Perché non è prioritaria, perché non è poi così importante.

Magari è stata messa in lista in maniera sommaria non considerando che di fatto diventa una perdita di tempo ed energia. Magari pareva una cosa importante, ma poi le cose sono cambiate. Magari l’hai messa lì solo per abitudine e davvero non ha senso. Forse, ed ecco la verità scomoda, vorresti farla, ma di fatto non è appunto… importante.

Come vedi bisogna essere onesti e chiedersi “ma voglio investire tempo ed energie in questa cosa” “è per me importante”. Se la risposta è sì, allora è opportuno che tu riveda la pianificazione delle giornate in modo da tenere conto di ciò che è importante per te.
Se la risposta è no, la soluzione è semplice, anche se magari il fatto di eliminare implica una rinuncia emotiva non leggera.

Potrebbe anche essere un punto di un’altra lista, che hai scritto lì per non dimenticarlo, ma che poi non fai perché non è il momento giusto. La soluzione è ancora più semplice, le cose vanno scritte subito nel posto giusto 😉

 

COME HAI SCRITTO IL PUNTO?

 

Molte volte il non affrontare un punto di una lista dipende dal fatto che non sai come prenderlo.

Potrebbe essere troppo generico ad esempio “vacanze”. Cosa vuol dire? Le vuoi mettere in agenda? Le vuoi programmare in famiglia? Vuoi prenotare un hotel? Scrivere una voce generica significa darsi il carico di ricordare quale aspetto nella pratica significa la voce in questione.

Potrebbe anche accadere che la voce sia generica perché si riferisce ad un progetto molto grande e impegnativo. Ancora di più allora vale la pena di prendere quel progetto, svilupparlo e mettere in lista solo una piccola parte, un passo dell’articolato percorso che viene sintetizzato con la voce generica “vacanze”.

Potrebbe, infine, essere una cosa che vuoi fare, ma che non sai come fare, allora il punto della lista va convertito, chiedendoti quale azione va prima di quella che hai scritto, potrebbe essere ad esempio cercare informazioni a riguardo, o trovare una persona che ti possa aiutare nel punto che hai scritto.

 

NON SONO SEMPRE DIECI I PUNTI

 

Le liste sono elementi vivi, che si evolvono, crescono e decrescono. Quindi non sono sempre dieci i punti della lista e a volte alcune voci sono lì, diciamo perché fa bello, e perché “intanto le scrivo”, ma di fatto non servono a nulla, fanno solo confusione.

Se serve, le liste sono fatte anche di un punto solo, perché può darsi che quel giorno ci sia da fare anche solo quella cosa lì, riposare, ad esempio!

 

Come ti ho detto tante volte, le liste sono utilissime, ma allo stesso tempo, possono diventare delle gabbie. Se anche a te capita di avere sempre dei punti che rimangono in fondo alla lista, rifletti un po’ sulle tre ragioni che ti ho raccontato, e vedrai che le tue liste diventeranno in poco tempo molto più snelle e agili, ma soprattutto… utili!

 

 

Photo by Kelly Sikkema – Unsplash