I sempre utili: i format

I sempre utili: i format

Un altro strumento indispensabile sempre utile? I format, o template, o traccia.

Comunque tu li chiami sono un vero salvavita di ogni lavoro ripetitivo, sia una mail, un rapporto, una traccia di domande o anche una parte di un lavoro operativo.

Sono in sostanza la base da cui partire.

Se ci pensi per moltissime cose non parti ex-novo a costruire una nuova versione, ma modifichi o rilavori una versione precedente.

Sarebbe impensabile creare una fattura creando di volta in volta l’intestazione con il logo e vari estremi, quindi i tuoi dati fiscali e poi quelli del cliente. Molto meglio avere un format e aggiungere solo i dati del cliente, no?

Se per la fattura è intuitivo non lo è per tante cose che puoi usare spesso nel lavoro:

  • presentazioni aziendali o di sé
  • breve bio immagini di sé 
  • mail di risposta a richieste frequenti
  • mail di invito a eventi, riunioni,
  • mail e moduli di feedback
  • preventivi
  • feedback ai clienti
  • base grafica per i social
  • base grafica per le presentazioni
  • database ricorrenti
  • fogli di lavoro ricorrenti
  • relazioni o elaborazioni ricorrenti
  • liste di domande ricorrenti
  • moduli per la privacy
  • moduli per la raccolta dei dati dai clienti

e potrei continuare a lungo….

Le difficoltà però non mancano anche usando i format, ecco a cosa devi prestare attenzione.

 

Lasciare in evidenza la versione da modificare

Spesso e volentieri si parte dall’ultima versione fatta, che però potrebbe contenere piccoli adattamenti a un caso specifico.

Ad esempio, il format del preventivo che normalmente fai a un cliente singolo questa volta lo hai fatto a una coppia di persone in società e quindi molte parole dal singolare sono passate al plurale.

Oppure una ricetta che normalmente è per quattro persone l’hai adattata alle sei.

Questo ti espone all’errore, meglio avere una versione che sia davvero una base e lasciare questa in evidenza fuori dalle cartelle. Poi tutte le declinazioni saranno dentro una cartella a parte.

Ecco che avrai una carella “preventivi” con fuori da tutto il “format_preventivo” e una cartella con i vari preventivi fatti.

 

Ricordare di fare le modifiche anche nel format

Se hai deciso che c’è qualche modifica “di fondo” da fare, questa va riportata nel format e non solo nella versione sulla quale stai lavorando.

Spesso capita di dimenticare queste modifiche quando si cambiano frasi fisse, come un riferimento al diritto d’autore o a una modifica tra i tuoi servizi, ma anche un nuovo logo o un’immagine migliore.

 

Rendere i format quanto più accessibili possibili

Tutti gli strumenti del proprio lavoro devono essere accessibili e facilmente modificabili. Quindi il percorso per arrivarci deve essere semplice, veloce e intuitivo. Renditi la vita facile e non fare un archivio ad albero a prova di FBI!

Idem, scegli dei nomi semplici e chiari!

 

Rendere i format una vera base

E questo significa che all’interno ti devo balzare agli occhi le cose da modificare.

  • Se possibile evidenzia le cose da cambiare, fai in modo stacchino chiaramente dal resto.
  • Se ci sono parti che cambiano spesso mai hai diverse versioni da usare, metti le versioni una sotto l’altra così di volta in volta sceglierai quella giusta.
  • Se ci sono parti che non usi sempre, metti nel format tutto, evidenzia le parti che potresti non dover utilizzare e poi cancella. Non fare viceversa, potresti scordare delle parti.

 

Dirai che è un sacco di lavoro. In verità no, richiede solo un po’ di attenzione nel fare bene la prima versione, la vera base, e nel riportare le modifiche, ma, credimi…

i vantaggi sono davvero grandi: tanto tempo risparmiato, errori meno frequenti e non ultimo, una coerenza e velocità di lavoro che fa rima con professionalità!

 

Da dove partire quindi?

Dall’individuare le cose che usi più di frequente e capire quali sono davvero i tuoi format.

Perché, come ti raccontavo all’inizio, ognuno ha i suoi, e come sempre l’organizzazione parte dalla consapevolezza.

Quindi:

  1. pensa a cosa usi sempre e quali sono i tuoi lavori ripetitivi;
  2. crea un format completo, una base vera, dove gli elementi da modificare siano evidenti;
  3. archivialo in un luogo accessibile con un nome semplice.

E la prossima volta che lo userai… goditi l’energia e il tempo risparmiati!

 

 

Phot by Kelly Sikkema – Unsplash
I pdf, quelli utili

I pdf, quelli utili

Ti è mai capitato di dover reperire velocemente i dati della tessera fiscale per una visita?

O anche semplicemente fornire i dati del libretto auto per una revisione o un cambio gomme?

O, ancora, dare gli estremi di un documento per una delega dell’ultimo minuto?

 

Come fare a farsi trovare sempre pronti? Ecco che i pdf e le immagini fanno al caso nostro, sono strumenti utilissimi se ben archiviati, quindi se salvati con la giusta tecnologia.

È molto utile saper sfruttare la tecnologia a proprio vantaggio in questi casi, a sorpresa, è anche una cosa molto semplice da impostare.

 

La soluzione è quella di avere un archivio on line leggero e in parte condiviso.

 

Cosa vuol dire?

Ti consigli una cartella in Drive, ma anche Dropbox va benissimo, dove organizzare i documenti in questo modo: una cartella “documenti” nella quale mettere le scansioni dei tuoi principali documenti.

Ti consiglio di procedere così:

  • crea un file per ogni documento, dei pdf leggeri o delle immagini di formato universale (jpg) che contengano tutto il documento, quindi sia l’immagine fronte che quella del retro;
  • nominali in modo chiaro sia per te sia per chi potenzialmente li riceve: “CI nome e cognome”;
  • fai il lavoro per te e per i tuoi famigliari.

I file che ti consiglio di lasciare all’interno sono:

  • Carta d’identità
  • Passaporto
  • Codice fiscale
  • Patente

Possono essere utili altre cartelle ad esempio per

  • I documenti dell’auto: libretto, assicurazione, bollo, permessi o abbonamenti per i parcheggi e simili.
  • I principali referti delle analisi mediche che fai frequentemente.
  • I principali documenti per le tue occupazioni nel tempo libero: abbonamenti e simili di palestre, circoli…
  • Il curriculum con i principali attestati di lavoro.
  • Se hai dei figli: una cartella per figlio con gli ultimi documenti per i pagamenti di scuole e simili.
  • Se ti prendi cura di un genitore o di un famigliare: una cartella per ognuno con le diverse pratiche che segui.

Può essere utile condividere alcune di queste cartelle con i propri famigliari, così tutti avrete gli stessi dati e li potrete raggiungere in ogni momento e in ogni luogo.

Manca ora l’ultimo passaggio: un collegamento veloce nel browser e l’App nel cellulare pronta all’uso.

 

L’importante è che i file siano aggiornati, ma anche semplici da raggiungere, e, come abbiamo visto, attenzione ai nomi e alle cartelle: poche e snelle!

 

P.s. io ci ho messo anche la password del wifi di casa, perché non la ricordo mai. E tu, quale file un po’ diverso dal solito ci metteresti?

 

 

Photo by kelly-sikkema – Unsplash
Carta e penna, ma quali?

Carta e penna, ma quali?

Amo i calendari condivisi, le note sulle App, le raccolte di pagine on line e anche la scrittura da tablet.

Ma, c’è un ma… per alcune cose carta e penna rimangono strumenti utilissimi!

Ritengo siano utilissimi per far uscire idee, per elaborare, per scaricare la mente, per eliminare cattivi pensieri. Molte volte in casa è più semplice una nota al volo sul retro di una ricevuta, che un post-it virtuale o un remainder.

Questo però non significa che tutta la carta sia uguale e tutte le penne facciano al caso tuo.

La ragione per la quale spesso le persone abbandonano la carta e la penna è proprio per questa ragione: non hanno sfruttato al meglio lo strumento per ciò che serve loro.

Premesso che esistono delle preferenze personali come persone che amano i formati grandi e persone che adorano i piccoli taccuini… ci sono delle considerazioni che posso essere comunque utili per tutti.

Andiamo quindi a conoscere un po’ meglio questi strumenti.

 

FORMATO E RILEGATURA

Mi capita spessissimo di vedere professionisti prendere un appunto su un bloc notes classico: A4, il più delle volte a quadretti, con la rilegatura fissa in altro sul lato corto.

Il più delle volte, chiusa la copertina, quell’appunto viene dimenticato.

Perché?

Perché il formato è poco agile.

Il formato A4 o anche i formati maggiori vanno benissimo per i momenti di brainstorming, ma per l’uso che oggi giorno si fa della carta, sono spesso scomodi.

Sono scomodi per prendere appunti ad un incontro: un block notes rilegato in alto è difficile da girare e quando si gira si sprecano i primi cinque centimetri di carta.

Sono scomodi per un flusso di pensieri perché il più delle volte non si fa seduti al tavolo, ma su un divano o sotto un albero.

Quindi in sintesi: cambia formato!

Spesso il formato migliore è un po’ più piccolo, perché più gestibile in situazioni scomode: quando non c’è tanto spazio, manca un supporto come un tavolo… e via dicendo.

Attenzione però a non avere fogli troppo piccoli perché altrimenti sì diventerà una raccolta di geroglifici.

I formati piccoli vanno bene per appunti singoli: una nota a foglio, così poi li gestirai meglio nel momento in cui dovrai classificarli e organizzarli.

Questo è uno dei pochi casi in cui la rilegatura va meglio in alto, o in cui è meglio i fogli siano poi staccabili.

La rilegatura non è secondaria! Considera sempre se devi usare davanti e dietro, e se sei desto o mancino!

I formati piccoli con rilegatura a quaderno vanno bene per tutte le cose delle quali prendi note frequenti e vuoi averle sempre con te: note delle spese fatte, lista dei libri da leggere… pensieri di ispirazione!

 

FOGLI BIANCHI, A RIGHE, A QUADRETTI… O PUNTINATI

Il foglio bianco spaventa e quindi spesso ci si fa aiutare da righe o quadretti. Attenzione però… questa nozione scolastica non tiene conto che, abbandonate le scuole, la scrittura si fa meno ordinata e in genere un po’ più grande perché fatta di corsa.

Quindi a volte righe e quadretti diventano ancor più difficili da seguire… meglio il foglio bianco, e se fa tanta paura, scegli il puntinato, così lo userai solo e quando ti serve avere una direzione.

Attenzione che metà del lavoro per una buona scrittura è la scelta della penna. Fai in modo che il tratto sia della grandezza che è adatta alla tua grafia, anche qui, esci dalle convenzioni scolastiche e premia la leggibilità del risultato e la scorrevolezza di una mano che probabilmente non usa poi tanto dei mezzi analogici.

 

NATURA DELLA CARTA

La carta è un bene prezioso e va utilizzata quanto più possibile. Non potevo non dirtelo e non potevo non esortarti a riutilizzare la carta prima di riciclarla. Quindi significa… girare i fogli e usarli davanti e dietro.

Ma soprattutto riutilizzare i fogli di stampe sbagliate, ricevute e ordini che non vogliamo tenere e via dicendo… con un’attenzione in più però: falli subito del formato che serve a te.

Ecco che gli A4 possono essere divisi in due per i tuoi appunti o in quattro per gli appunti al volo da eliminare.

Ma non riutilizzare tutta la carta: fai attenzione ai dati sensibili, ai fogli troppo scritti e alla carta acida, quella degli scontrini per intendersi.

 

Fai in modo di avere sempre a disposizione tutti i formati, perché a seconda di ciò che devi fare… userai il formato giusto!

Ehm… hai controllato però che anche tutte le penne siano in ordine e cioè pronte a scrivere, vero?

 

 

Photo by Diana Polekhina – Unsplash
Deadline non ti temo

Deadline non ti temo

Le scadenze, a molti, fanno paura e danno fastidio.

Vengono vissute come un ostacolo alla propria libertà di azione, come un muro contro la creatività, come un’imposizione insensata.

Io credo invece che le scadenze siano un vero toccasana per la propria produttività.

Ma perché lo siano davvero devono diventare un vero strumento, semplice e pratico, della tua routine lavorativa.

Vediamo quindi quando le scadenze sono utili e quando fanno solo danno.

 

SFRUTTA LE DEADLINE

 

Per fare tuo questo strumento di lavoro è necessario che lo sfrutti per le sue potenzialità e cioè come aiuto nel definire i limiti per muoverti nella gestione del tuo tempo.

Questo significa che le deadline sono utili per regolare il tuo lavoro e quello degli altri.

Dire “ti spedisco il resoconto entro il mese” significa poi organizzarsi a ritroso per poter avere quel documento pronto. E allo stesso tempo significa che chi lo riceverà non ha ragione di “disturbare” prima di fine mese chiedendo novità.

Allo stesso modo, affermare “iniziamo a lavorare a questo progetto da maggio” significa far capire al team di lavoro che al momento si dovranno fare altri lavori per essere poi liberi a maggio per lavorare insieme al nuovo progetto.

Le scadenze inoltre sono fondamentali nelle deleghe: una volta definito l’accordo tra delegato e delegante sul quando aggiornarsi, entrambi hanno modo di lavorare in modo indipendente e senza ulteriori interferenze.

Anche quando si tratta di dover scegliere e decidere, avere delle scadenze è utile, perché sono dei punti di partenza per pianificare (ancora una volta a ritroso) dei momenti per valutare la scelta e altri per lasciar sedimentare le scelte fatte, arrivando così al momento della decisione con le idee più chiare.
La consapevolezza è ciò che abbiamo di più utile per gestire le nostre scelte!

 

GESTISCI LE DEADLINE

 

Perché le scadenze funzionino davvero devono essere ben gestite, bisogna cioè rispettino alcune caratteristiche: devono infatti essere condivise e sostenibili.

Condivise da tutte le persone coinvolte nell’attività, ma soprattutto sostenibili per tutti.

Questo significa che terranno conto dei carichi di lavoro e delle disponibilità di tutti.

E in merito alla sostenibilità significa anche che la progettualità che sta a monte (la famosa pianificazione a ritroso) deve tener conto di tutti gli aspetti e i tempi necessari.

Al contrario le deadline sono spesso imposte e non pianificate ed è questa la ragione per la quale non funzionano e diventano barriere od ostacoli di una vera e propria corsa contro il tempo.

 

ANTICIPA LE DEADLINE

 

Ultimo dettaglio organizzativo, se una deadline non è definita da te o è davvero importante, definiscine una tua, personale, un po’ di tempo prima, così da avere la certezza di poter gestire tutti gli eventuali imprevisti tuoi o del destino.

Questa è la sfumatura che vorrei facessi tua e che renderà le tue scadenze degli strumenti utili alla tua produttività personale e sostenibili per la tua gestione del tempo.

 

 

Photo by Will Francis – Unsplash

Famiglia e lavoro, un confine da rispettare

Famiglia e lavoro, un confine da rispettare

Il bello di una vacanza è staccare del tutto, mente e corpo, non trovi?

È utile e serve proprio per questo, e visto che non capita spesso di essere in vacanza è più facile rispettate questa piccola regola, al contrario ad esempio di un normale week end, dove lavorare un po’ un sabato o una domenica, può sfuggire.

In sintesi, tanto è facile pensarlo per una vacanza, tanto è difficile applicarlo nella quotidianità, soprattutto con una famiglia.

 

“Dai, questo lo faccio sabato, mi porto a casa dall’ufficio solo questa cartellina…” (e in verità poi serve molto di più per finire quel lavoro) “poi il resto del week end è tutto per la famiglia” (fine della frase per farsi sentire meglio).

 

“Devo proprio cercare quel corso di rugby per mio figlio, cerco cinque minuti in internet” e poi salta una mezz’ora di lavoro.

 Ecco nel concreto cosa significa non separare gli spazi.

 

Capita a tutti di avere un’urgenza dell’ultimo minuto e di dover sacrificare un po’ del tempo domestico portando a casa il lavoro o di dover risolvere un imprevisto famigliare durante il tempo di lavoro, e non è un problema nessuna delle due cose, solo deve essere un’eccezione e non la regola.

Poter dividere i tempi e le cose da fare è davvero utile per godersi appieno entrambi gli aspetti: lavoro e famiglia.

Potersi dedicare mente e corpo alla propria famiglia è una cosa bella e giusta, così come dedicarsi ai propri spazi personali se si è scelto di non avere una famiglia (leggi questo post anche in questo modo), ma è altrettanto importante potersi dedicare mente e corpo al lavoro, non solo per non mancare di professionalità, ma perché capita che serva anche per riposarsi dalle questioni di famiglia 😉

Come fare quindi per evitare di portarsi il lavoro a casa o la casa al lavoro?

 

Orario di lavoro

Come abbiamo visto in tutti i post di questo mese, è fondamentale avere un buon orario di lavoro e di rispettarlo: c’è il tempo del lavoro e c’è il tempo della famiglia.

Aggiungerne da una parte significa toglierne dall’altra, le giornate hanno sempre 24 ore.

 

Calendario

Idem avere un calendario unico permette di gestire meglio il tempo, tutto: quello personale, di famiglia e di lavoro.

 

Liste

Le liste aiutano tantissimo, perché permettono di scaricare la mente da ciò che appartiene agli aspetti dell’uno e dell’altro campo.

Sì quindi alle liste di casa (spesa, commissioni, cose da fare insieme, film da vedere, posti da visitare….) e sì alle liste di lavoro, possibilmente divise per progetto.

L’unica accortezza riguardo alle liste è quella di scegliere il giusto sistema per realizzarle. Sulla carta se è un’unica persona a consultarle e tendenzialmente sempre dallo stesso posto, sul digitale se deve essere utilizzata da più persone o in luoghi diversi.

 

Routine di apertura e chiusura

Per potersi dedicare mente e corpo è utilissimo avere una procedura che ti permette di entrare nel mood lavoro o nel mood famiglia e questo significa chiudere un aspetto e aprire l’altro.

In questo senso funzionano tanto le routine di apertura e chiusura del lavoro.

La prima è utile a scaricare la mente da ciò che devi fare una volta finito il lavoro, a riguardare i programmi della giornata e a rivedere le priorità.

La seconda è utile a scaricare la mente dalle cose non fatte, a riordinare e archiviare quelle fatte, e a preparare il terreno a quelle per domani.

 

Usa gli allarmi

Hai paura di non ricordare di andare a prendere tuo figlio a scuola e guardi sempre il telefono? Temi di non ricordare una riunione da tanto sei immerso in altro? Metti un allarme! L’importante è che tu lo metta considerando i tempi giusti e cioè non quando avviene la cosa, ma quando devi “liberare la testa” per dedicarti a quella cosa, quindi quando devi chiudere il lavoro per andare a prendere tuo figlio o quando devi sistemare le ultime due cose a casa per collegarti alla riunione.

 

Buffer zone

Utilizza quello spazio temporale e fisico che separa la casa dal lavoro e viceversa per spostare la tua attenzione da un ambiente all’altro. Se hai fatto bene la pianificazione dei tempi e le routine di chiusura, questo è il momento per rilassare la tua mente e lasciarle fare mente locale. Come sai la mente ricorda tutto, e quindi spontaneamente chiuderà i cerchi aperti per farti riempire le ultime caselle… “ah, sì, ho dimenticato di mettere nella lista della spesa il latte” “giusto, non ho scritto la mail per l’incontro di maggio”, non resta che aggiungere il punto nella lista corretta e chiudere la questione.

 

Che ne dici, si può fare?

Sì, puoi avere un tempo di lavoro e uno di famiglia (o personale) e vivere entrambi nel pieno delle tue capacità!

Non ti resta che mettere in pratica i punti che ti ho raccontato, da quale vuoi partire?

 

 

Photo by Mario Gogh – Unsplash