3 cose che odio della formazione

3 cose che odio della formazione

Sì, amo fare formazione, e per me significa dedicarmi delle giornate, regalarmi la possibilità di migliorare e di crescere. Quindi è sempre un tempo ben investito, ma che deve essere anche ben studiato.

Ecco perché ci sono tre cose che quando mi capitano… mi fanno innervosire molto.

 

MATERIALI IMPOSTI

La sostenibilità si vede dalle piccole cose e soprattutto negli eventi è interessante vedere quanto gli organizzatori puntino a evitare sprechi inutili.

Quali? Beh, partiamo dai gadget. Servono sempre e li vogliono comunque tutti? Rispettiamo anche chi non li vuole e preferisce non prenderli, quindi non imponiamoli.

Idem cartellina, penne e blocchi. Diamo la possibilità di scelta, magari mettendoli a disposizione in un posto chiaro e visibile, così chi ne avrà bisogno li userà e chi invece preferisce usare i propri strumenti non dovrà farsi carico anche di quelli del corso.

Ormai i materiali non mi stampa più nessuno, per fortuna oserei dire, perché tanta carta è stata sprecata per far vedere mini slide… ma questo non vuol dire che quei materiali poi non possano essere condivisi. Mi dà molto fastidio, parlando di materiali, non sapere se quello che vedrò verrà poi condiviso e come.
Fai rilassare i tuoi partecipanti e dillo da subito, anche se la risposta è no, va bene lo stesso, ma almeno ci si sa regolare.

 

NON RISPETTO DEI TEMI

Una giornata di formazione è comunque un giorno tolto al proprio tempo di lavoro per tutti, quindi è bene essere molto rispettosi anche di questo regalo che i partecipanti fanno agli organizzatori. Per questa ragione rispettare i tempi in agenda e permettere alle persone di conciliare la formazione con il resto è fondamentale.

Si intende, un quarto d’ora di ritardo è accademico, oltre no. Quindi far perdere un treno di rientro o non permettere di partecipare ad altri impegni per un ritardo di mezz’ora, un’ora sulla tabella di marcia… proprio no.

 

IMBARAZZO

La formazione è anche un momento per conoscere altri professionisti e condividere informazioni ed esperienze, ma questo non può essere demandato tutto all’inclinazione personale e ai momenti di pausa.

Ecco, quindi, che tutte le attività che aiutano a far conoscere le altre persone, le fanno interagire con semplicità, divertendosi e senza imbarazzo sono le benvenute, sarà tutto tempo risparmiato dopo e renderanno i momenti di condivisione realmente proficui.

 

Se questo post ti è piaciuto… ho ben di più per te: un intero percorso per imparare a fare formazione, per creare eventi di valore! Puoi scegliere il webinar che fa per te e approfondire un aspetto specifico, preferire una visione un po’ più ampia con un pacchetto o vederli tutti, proprio in base a ciò che ti serve! E se questo non fosse abbastanza… beh, ci siamo io ed Enrica ad aspettarti per una consulenza personalizzata.

Sei curioso? Vieni a scoprire il progetto, si chiama ORGANIZZAZIONE AL QUADRATO! 

Photo by Nick Morrison – Unsplash

 

Soldi, soldi, soldi

Soldi, soldi, soldi

Uno dei principi cardine dell’organizzazione è che il simile va con il simile.

E, devo dirti la verità, funziona per un sacco di cose: per organizzare oggetti, lavori, archivi e anche per aumentare la produttività personale.

Ma ci sono alcuni casi nei quali è necessario tenere separate determinate cose, e più le tieni separate, meglio funzionano.

Di cosa sto parlando? Delle tue aziende.

Ancora una volta mi piace ricordare come lavoro, casa e aspetti personali siano di fatto tre aziende delle quali ogni persona, te compreso, si devono occupare.

Sì, è proprio così, perché le tue risorse finite di tempo ed energia, si devono dividere tra gli impegni e i compiti di questi tre aspetti, che amo chiamare aziende per dare a tutte pari dignità.

Se per il lavoro può essere facile dire “azienda”, forse non lo è per gli aspetti di casa, e, visto che immagino la tua faccia, mi permetto di ricordarti una volta in più che non devi necessariamente avere una famiglia in senso tradizionale, tutti hanno delle faccende da svolgere tra le mura domestiche e delle persone care delle quali occuparsi.

In seconda battuta, i tuoi spazi personali, che ti danno energia e ti ricaricano, sono ugualmente importanti, quello che viene chiamato genericamente tempo libero va trattato anch’esso come una vera azienda, con tanto di pianificazione, organizzazione e budget.

Ops, ecco svelata la parola magica: budget!

Già, i soldi, la grana, i quattrini…. Quest’aspetto che si fatica a mettere in chiaro e soprattutto a definirne la struttura.

Cosa intendo?

Che, in termini di organizzazione, se hai chiara la differenza tra le tue tre aziende, hai chiaro anche che ognuna deve avere i suoi strumenti.

Il budget è uno strumento di gestione dei soldi.

Quindi, ne consegue, che ogni azienda avrà il suo budget.

Questo ragionamento è fondamentale per organizzare la tua risorsa, per definizione limitata, quali sono i soldi.

 

Spesso accade invece il contrario: i ricavi entrano in un calderone dal quale escono poi le spese, fisse e non, previste e impreviste, necessarie e di piacere.

Ma così facendo diventa davvero faticoso riuscire a gestire realmente i guadagni, si perde inoltre la consapevolezza di quando si possa effettivamente spendere e di quanto si possa reinvestire.

In parole povere si arriva “cicco cicco” a pagare le tasse e non si capisce se ci si può permettere quel bel viaggio tanto sognato.

Il budget è un tema delicato e ampio, ma a livello organizzativo è bene ricordare che:

  • È utile tenere separati i budget di lavoro e personali, meglio ancora se se ne fanno tre: lavoro, famiglia e personale.
  • Fare in modo che il budget di lavoro gestisca solo ricavi e spese di lavoro, fisse e variabili.
  • Preventivare, in base agli anni precedenti, gli oneri delle tasse e valutare che sia il conto di lavoro a pagarle.
  • Per questa ragione è utile che la differenza tra ricavo e spese, quindi il guadagno, sia il gruzzolo del conto di lavoro che poi paga le spese di casa, ancora una volta sia quelle fisse che quelle variabili.
  • E solo ora il rimanente diventi il ricavo per il la tua azienda personale.

 

Dirai che forse non rimane poi molto, ma ti posso assicurare che questo è un gruzzolo sicuro e, anche se è poco, potrai godertelo fino in fondo!

Come ti dicevo il discorso è ampio, perché per crescere, sia personalmente, sia lavorativamente, un po’ bisogna reinvestire, ma ciò che è importante capire… è che tutti gli aspetti della tua persona sono importanti: famiglia, lavoro e personale.
Ognuno merita il suo tempo, la sua energia e le sue risorse.

Per questo, sì al simile con simile per organizzare il tuo tempo e la tua produttività.
Ma per le tue risorse economiche… a ogni azienda il suo budget!

E tu come te la cavi su questo argomento? Vuoi approfondire la questione? Sono qui anche per questo!
Nel frattempo… inizia a separare l’economia delle tue aziende!

 

 

Photo by Katie Harp – Unsplash
A braccia aperte

A braccia aperte

E se invece il cambiamento tanto atteso e sospirato è arrivato? Ecco che ti senti travolto da una energia pazzesca, ti senti capace di tante cose prima per te molto difficili e sei disposto a provare cose nuove, anche quelle più improbabili.

Facciamo un esempio: stai cambiando casa e hai trovato proprio la casa dei tuoi sogni.

Anche in questo caso a livello organizzativo ci sono un paio di cose a cui prestare attenzione…

 

COVA LE IDEE

Non ti dico certo di partire con il freno a mano tirato, ma… attenzione, scegliere vuol dire comunque impegnare energia e quindi… non infilarne troppe una di seguito all’altra.

Scegli e poi datti il tempo di pensarci, di confermare.

Spesso sull’onda dell’entusiasmo si fanno sì grandi scelte, ma anche grandi errori. Quindi o hai già le idee molto chiare perché ci hai già pensato, altrimenti rispetta i tempi della scelta e cioè della cova. Quel momento in cui il tuo cervello silenziosamente pensa e ripensa a ciò che è fatto e consolida la scelta fatta.

 

FAI I CONTI CON LA TUA ENERGIA

Il bello di fare un cambiamento positivo è per l’appunto che hai voglia di farlo e che quindi sei spronato a fare tante cose e non ne senti il peso. Occhio però che il tuo corpo ti chiederà il conto anche di questo. Non subito, ma non appena il cambiamento diventa una nuova normalità… ecco che se ne parla, quindi se puoi…

Anticipa il tutto e procedi a piccoli passi.

 

FESTEGGIA

Impara a festeggiare i tuoi traguardi.

Anche se sei pieno di energia approfitta per far sì che siano un momento di veloce analisi di quello che è successo, una veloce considerazione di ciò che è andato bene e ciò che è andato meno bene per mantenere la rotta o fare gli aggiustamenti necessari.

 

Spero che queste piccole considerazioni ti possano aiutare a pianificare anche i cambiamenti in positivo, perché è vero che sull’onda della novità si fanno tante cose, ma è altrettanto vero che anche questi aspetti vanno pianificati. Te lo consiglio non perché io abbia la smania del “tutto in ordine e ben pianificato”, ma semplicemente perché così puoi permetterti di dividere i carichi di lavoro e non arrivare a metà progetto che, per quando esaltante sia, hai terminato le energie. O ancora peggio, che hai scordato un pezzetto nella pianificazione. Succede, è normale, soprattutto perché si è presi dall’entusiasmo.

Ed è per questo che ho creato “dal dire al fare” un corso proprio sul tema dei progetti.

Progetto non vuol dire necessariamente un grande impegno di vita e non riguarda solo il lavoro, anche le vacanze, un cambio casa, un sogno nel cassetto sono esempi di progetti che meritano tutta la tua attenzione per essere realizzati.

Vieni a sbriciare il corso, e che il cambiamento sia con te!

 

Photo by Zac Durant – Unsplash

 

Cambiamento, una tempesta

Cambiamento, una tempesta

Ci sono volte in cui capita che il cambiamento arrivi, che non sia voluto, ma al contrario che sia imposto e poco ci si possa fare.

Gran brutta rogna, penserai!

Un po’ di tempo fa ho letto “l’arte svedese di mettere in ordine” di Margareta Magnusson e mi ha fatto riflettere. Un po’ perché quando ho iniziato questa professione mi sono trovata di fronte a un caso pratico citato nel libro: svuotare la soffitta dei miei nonni che, dal tempo della guerra, poco avevano buttato. Quest’esperienza mi ha insegnato molto sia sul rispetto dei ricordi sia sul fatto di voler lasciare meno peso possibile sulle spalle delle mie generazioni future.

Questo è solo un piccolo esempio, un racconto di me, per parlarti di cambiamenti di grande portata che arrivano e non si scelgono.

Credo, infatti, che nei cambiamenti forte e imposti, come può essere un lutto, un cambio di casa dettato da una necessità, un cambio di lavoro abbiano delle parole chiave in comune e ora te ne voglio parlare.

Ma prima un piccolo disclaimer.

I cambiamenti sono fonte di stress per tutti, persone organizzate e non, flessibili e non. Quindi non ti preoccupare se in questi momenti la tua vita diventa caotica, disordinata, difficile e se i tuoi punti di riferimento vacillano. È tutto normale e soprattutto è necessario per cambiare. Quindi fai un profondo respiro e sappi che tutti in questi casi si sentono come una barca nella tempesta e navigano a vista, non c’è che accettare questo temporaneo momento di smarrimento.

Tornando ora alle parole chiave, eccole qui:

 

RISPETTO

Non eliminare tutto a priori. Lo so, questa è la nomea dei professional organizer, che passano e fanno piazza pulita di tutto. E invece io credo ci voglia molto rispetto per la propria storia e per la storia degli oggetti. Quindi se qualcosa ti è di peso, non ti serve, non ti rappresento ti dico elimina, ma per me elimina vuol dire “dona nuova vita”.

Allo stesso modo non ti dirò mai di lasciar andare ricordi importanti, per quanto il ricordo non dipenda dall’oggetto, è giusto fare una cernita con il giusto rispetto.

ri-spèt-to – etimolgia – dal latino: respectus, da respicere guardare indietro, composto di re- indietro e spicio guardare.

RESPONSABILITA’

Qui faccio riferimento a un valore che non hanno necessariamente tutti, ma che, a mio avviso, dovrebbe essere condiviso e cioè il senso di responsabilità per sé e per il futuro. Questo valore è importante perché porta ad occuparsi delle proprie cose fino in fondo, a chiudere i cerchi e a non lasciare le cose in sospeso. Questo vale sia per ciò che vogliamo eliminare, nell’accezione di cui sopra, e anche nell’idea di essere leggeri e fare in modo che la nostra impronta nel pianeta sia quanto più leggera possibile.

Lo so, questo è un tema delicato e impegnativo, ma a mio avviso molto importante. Non vale infatti pensare “se ne occuperanno gli altri dopo di me”, perché questo significa lasciare ad altri un peso e un compito gravoso.

Per quel che possiamo occupiamocene noi finché abbiamo modo vivendo con l’idea di essere leggeri e poco ingombranti, non solo ora, ma anche dopo, nella vita degli altri.

IMPEGNO

A questo punto sarai spaventato e ti chiederai come mettere mano a tutte queste faccende e sentirai forse un peso piuttosto ingombrante che vuol dire anche paralizzante.

C’è un modo per uscire da questo loop e prendere in mano il cambiamento occupandosi delle proprie cose con responsabilità e rispetto: fare il tutto a piccoli passi.

Non pensare di fare tutto dall’oggi al domani, ma al contrario dedicati ad una cosa alla volta, stabilisci dei piccoli obiettivi giornalieri, settimanali, mensili, senza esagerare, ma con pazienza e procedi a piccoli passi.

 

Cosa ne pensi? Ora è un po’ più accettabile?

Mi auguro che il piccolo disclaimer iniziale e queste tre parole ti aiutino a ritrovare la rotta e se così non fosse, posso aggiungere che i professional organizer sono proprio la figura di riferimento adatta in queste situazioni. Grazie ad un punto di vista esterno e a una seria professionalità possono davvero essere d’aiuto. Quindi, via all’imbarazzo, all’idea che si è perduti in questo mare di onde alte e scure e, se hai piacere, io sono qui per offrirti il mio aiuto.

Insieme possiamo definire la tua rotta e il tuo piano d’azione, a piccoli passi, rispettoso della tua storia e sostenibile, cioè con la giusta responsabilità.

 

 

Photo by Markus Spiske – Unsplash
Cambiamento fluido

Cambiamento fluido

Cambiamento è stata di certo una delle parole chiave degli ultimi due anni, nel bene e nel male, ma se ora ti chiedessi se hai voglia di cambiare, probabilmente risponderesti con un secco: “no”.

Cambiare non è facile, richiede molta energia e soprattutto richiede di fare delle scelte in momenti nei quali siamo meno equilibrati del solito. Sia che sia un cambiamento imposto, sia che sia un cambiamento scelto, “energia” e “scelte” sono di certo due costanti, ma nel primo caso è sicuramente tutto più faticoso, al contrario nel secondo siamo spinti da una ventata d’aria fresca che spesso significa nuova voglia di fare.

A livello di organizzazione il cambiamento rimane una vera sfida ed è per questo che spesso le persone si avvicinano a me proprio in un momento di transizione, di disequilibrio… di cambiamento.

Il punto è che spesso non ci rendiamo conto che nella vita i cambiamenti sono continui e spesso fluidi con la nostra quotidianità. Pensa ad esempio al percorso scolastico e a quante volte hai cambiato classe, compagni, libri, abitudini di studio. Ciononostante hai sempre pensato fosse tutto normale. Così quando sei andato a vivere fuori dalla tua famiglia, o quando hai creato la tua nuova famiglia.

Eppure, questi passi sono comunque cambiamenti forti che però, poiché li facciamo tutti, sono ritenuti normali passi di vita e quindi non così stravolgenti e degni di attenzione. Ma se ben ci pensi, sono enormi passi per ogni persona.

Mi spiego meglio.

Cambiamenti come un matrimonio, un figlio, un lutto sono cambiamenti ritenuti significativi e quindi generatori di forti emozioni e, di contro, anche di stress. Per questa ragione è condiviso dalla maggior parte delle persone che chi attraversa queste fasi abbia bisogno di supporto e che sia altrettanto normale mettere in atto determinate cautele per ridurre eventuali cattive sorprese. Al contrario cambiamenti meno forti, come un trasloco, un cambio di lavoro, un nuovo partner sono spesso sottovalutati perché ritenuti normale routine.

Se ci pensi bene, però, anche questi sono dei momenti nei quali ci si mette in gioco.

 

In verità siamo sempre un po’ in gioco, ma poiché questi cambi avvengo pian piano e non in maniera netta, non sono poi così tanto considerati.

 

Ti sto facendo questo discorso perché, di fatto, in tutti questi momenti, che siano grandi o piccoli cambiamenti, che siano voluti o imposti, hanno tutti una cosa in comune:

cambiano le necessità e i punti di riferimento.

E quindi a cascata l’organizzazione di tempi, spazi, energie, in breve, della vita quotidiana.

 

Questo significa che ogni volta, per ogni piccolo e grande cambiamento, con molta onestà e sincerità verso te stesso, devi fare il punto della situazione e valutare quali sono i nuovi bisogni, quali le priorità e da lì valutare come meglio gestire ciò che ti circonda, che si tratti di come organizzare il nuovo ufficio, a come gestire il tempo nella coppia con un nuovo figlio, fino ad avere tutto ciò che ti serve per il nuovo progetto di vita.

Quindi può capitare che non vada più bene il modo in cui organizzi la tua giornata, la tua agenda, o che non ti ritrovi nel modo in cui hai ordinato le cose.

Se tutto questo è ovvio per i grandi cambiamenti, non lo è per quelli piccoli e si sottovaluta questo aspetto.

Il fatto di controllare di tanto in tanto se le cose così come sono risultino ancora funzionali alle tue necessità è importante.

Perché magari le cose sono cambiate un po’ alla volta e tu ti sei adattato, senza accorgerti che è tempo di cambiare qualcosa, sì proprio ora 😉

Quindi, in sintesi, ecco perché ti dico che di tanto in tanto vale la pena valutare se come gestisci il tuo tempo e il tuo spazio funziona ancora o se puoi fare qualcosa, anche di minimo, per migliorare la tua organizzazione.

Come fare questa cosa?

Due consigli veloci, anzi tre 😉

 

PARLA ALLA VERSIONE SCIOCCA DI TE

Come già ti raccontavo qui, a volte per vedere se le cose funzionano, è utile far fare a un estraneo quello che facciamo noi o pensare a noi stessi un po’ sciocchi e ripercorrere passo passo le nostre procedure di lavoro o i nostri ragionamenti per capire se l’organizzazione è a prova di bomba, o di sciocco per l’appunto.

Questo vale per la gestione di archivi e dati e per l’organizzazione di spazi.

 

CAMBIA PROSPETTIVA

Di tanto in tanto è utile sedersi in un punto della casa o dell’ufficio che frequenti poco per vedere come vedono le cose gli altri, i tuoi clienti, i tuoi ospiti. Questo ti farà vedere se c’è armonia e se le cose funzionano in un modo inusuale.

Questo vale per gli spazi.

 

CHIEDITI QUANDO HAI USATO QUELLA COSA L’ULTIMA VOLTA

Non vuol dire poi eliminarla, ma semplicemente chiedersi se effettivamente te la sei dimenticata e vale la pena darle un po’ di vita o se non la vuoi proprio più!

Questo vale… per tutto!

 

Ecco quindi che il cambiamento fa parte della nostra vita, ne è fluidamente impregnato e, anche se noi non ce ne rendiamo conto, cambiamo molto spesso, solo in modo, per l’appunto, fluido, non netto.

Ed è per questa ragione che ogni tanto capita che a livello organizzativo le cose stridano e non funzionino più. Che l’agenda che hai sempre usato non ti sia più di supporto, che il metodo per organizzare la giornata non sia più così efficiente, che tu faccia più fatica a trovare le cose nei cassetti.

Sfrutta le tre idee che ti ho dato per fare un rapido controllo e se vuoi andare un po’ più in profondità, io sono qui, possiamo fare il check insieme!

 

 

Photo by Linus Nylund – Unsplash