La notte dei desideri

La notte dei desideri

Oggi è un giorno molto particolare, è l’ultimo giorno dell’anno. Notoriamente è un giorno nel quale le persone amano fare i bilanci, pensano ai buoni propositi del prossimo anno.

Non ti propongo assolutamente di fare tutto ciò, ma piuttosto, nel pieno spirito dei bambini di questo mese, di fare un po’ come loro e lasciarti andare a un aspetto molto meno formale, adulto e razionale.

Il bello di essere bambino è lasciarsi andare alla magia.

Gli occhi che brillano ascoltando storie di streghe, elfi e draghi e visto che ci siamo ricordiamoci che proprio stasera, nella notte di San Silvestro, ci sono un gatto grasso e un corvo spelacchiato che salveranno il mondo per tutti noi (ndr “La notte dei desideri” Michael Ende).

Molto più semplicemente… per una notte, stacca la spina, basta con i “pro” e i “contro”, con i “tengo” e i “lascio”, e tanto meno con “il prossimo anno voglio fare…” dedicati alla semplicità di un giorno che apparentemente uguale agli altri ti porterà da un anno all’altro.

Niente aspettative, niente bilanci, solo leggerezza.

Staccare la spina a volte è molto più utile di mille pianificazioni e organizzazioni perfette.

Credimi, è l’altra faccia di piano equilibrato e vincente: una buona organizzazione richiede anche una buona pausa, fisica, ma anche mentale, e ora è il momento di prenderla.

E che inizi la magia, che sia la tua notte dei desideri.

 

 

Photo by Matheus Queiroz – Unsplash
Semplici come bimbi

Semplici come bimbi

Questo è un periodo dell’anno controverso: magico per molte creature, di solito quelle piccole, sotto il metro o giù di lì, pressante e demotivante per quelle sopra il metro e mezzo, che si sentono piene di doveri, corse ai regali e chiusure di fine anno.

Quello che vorrei fare con te in questi ultimi post dell’anno è assaporare la bellezza del tornare con la mente a essere alti meno di un metro.

“Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano”
Antoine De Saint-Exupery

La tua memoria come va? Si tratta di una cosa tutt’altro che scontata, ma nel mondo degli adulti, essere bambini è una cosa davvero importante.

I bambini non si fanno poi tanti problemi: esprimono i propri sentimenti, li vivono e li lasciano andare con semplice genuinità.

Parliamo proprio di questi sentimenti e iniziamo con la cosa più semplice e genuina: la meraviglia.

Hai presente la faccia di un bambino mentre scarta un regalo? Mentre ascolta storie intrise di personaggi magici? Mentre assapora il sapore dei fiocchi di neve? Occhi spalancati, bocca aperta e attenzione totale.

E tu quando ti sei sentito così l’ultima volta? Probabilmente non lo ricordi. Probabilmente il mondo degli adulti non ci dà la possibilità di essere così genuini e semplici.

Ma questo non significa che non possiamo fare uno sforzo in più per approcciare le nostre giornate e il nostro lavoro con un sincero desiderio di meraviglia, portando nel cuore quella semplicità di vivere e quel sano “lasciar andare le cose”. Certo, non sempre, non tutti i giorni, ma credimi, vale veramente la pena tentare.

Come fare dunque? Come sentirsi un po’ bambini in questo mondo di adulti?

Dedicando del tempo a ciò che ti piace, perché questo è ciò che ti dà energia e voglia di fare.

E così puoi fare tua la semplicità di quell’essere bambini. Hai presente cosa succede dopo che un bimbo smette di piangere? Torna il sorriso e si ricomincia da zero. Sembra incredibile, ma è proprio così.

Questa è una cosa che gli adulti non fanno, costa fatica, molta più di quanta ci si aspetti, e spesso il rancore, la paura di uno sbaglio, la frustrazione di un fallimento rimangono appiccicati come piattole e si torna a essere sereni dopo un sacco di tempo, troppo.

Bene… impara a ricordare e fai come un tempo: lascia andare, sperimenta, vai oltre.

Lascia stare ciò che non va bene e ricomincia daccapo, e, se puoi, con la giusta dose di meraviglia.

Questo è l’atteggiamento giusto, con il quale lavoro con i miei clienti. Si lavora sulle priorità, sulla scelta di cosa portare con sé e cosa no, e quindi anche lasciando andare ciò che non va più bene, ciò che non serve. Questo, molto in sintesi, è un corretto percorso di decluttering.

Ci avevi mai pensato?

Non è egoismo, ma piuttosto significa vivere nel presente e nell’onestà verso sé stessi, consapevoli di sapere ciò che piace, ciò che è utile, e ciò che non piace, ma che è comunque importante fare (sì anche i bimbi fanno cose che non piacciono, ma solo se è importante farle).

Quindi, come ci ricorda il piccolo principe, ricorda, anche tu sei stato bambino, hai vissuto di meraviglia e di leggerezza.
Perché non rifarlo anche ora?

 

 

Photo by Henley – Unsplash
Il contorno della produttività

Il contorno della produttività

Non ci si pensa a mio avviso sufficientemente spesso, ma…

 

il contorno al nostro lavoro è ugualmente importante rispetto al lavoro stesso.

 

Cosa vuol dire?

Beh, hai mai provato a telefonare in un bar affollato? Direi che la cosa è chiaramente poco fattibile, ti troverai ad alzare la voce, a chiedere di ripetere le frasi e via dicendo.

Se questo esempio è facile da capire, non lo è spesso il suo parallelo nelle attività lavorative.

Spesso ci lasciamo interrompere da telefonate, notifiche o richieste di persone che entrano improvvisamente nel nostro luogo di lavoro.

 

Il punto è che spesso è la persona che si adatta al contesto lavorativo e non viceversa.

Se invece vuoi lavorare sulla produttività a partire dal contorno, devi fare il contrario.

 

Ecco alcuni esempi.

Se devi concentrarti, fai in modo che l’ambiente intorno a te sia tranquillo e non troppo stimolante. Oltre a togliere le notifiche e impedire che ti interrompano, nessuno è mai morto se aspetta mezz’ora in più, e fai in modo di avere anche un tavolo libero da ulteriori stimoli: ad esempio i materiali di un altro lavoro del quale ti dovrai occupare dopo, il volantino della palestra che dovrai andare a vedere finito di lavorare.

Semplifica il tuo spazio, fai lavorare la mente in modo focalizzato.

Se poi ti aiuta aggiungi un tocco di profumo di menta, o una candela, piccole cose che ti facciano predisporre al meglio verso il lavoro che devi fare.

Un’altra astuzia è pensare al tipo di lavoro che devi fare in base al luogo dove ti trovi. Mi spiego, se sai che dovrai aspettare a lungo un incontro o che hai di fronte a te un viaggio in treno e hai deciso che questo è ancora tempo di lavoro, non pensare le cose che devi fare in termini di urgenza, pensa piuttosto le attività che puoi fare in base al contesto: quindi potrai leggere delle mail nelle quali sei stato messo in conoscenza, scrivere le bozze di alcuni lavori, leggere gli articoli che hai messo da parte, tutte cose che non richiedono altissima concertazione e che puoi permetterti di svolgere in quel contesto.

Infine, se hai bisogno di stimolare la tua creatività e il tuo pensiero laterale, considera di cambiare proprio posto di lavoro e qui, dai spazio alla fantasia. Cambiare aria, avere nuovi stimoli è spesso la soluzione più produttiva.

Quindi pensa a dei luoghi di lavoro alternativi, come la panchina al parco, la biblioteca o semplicemente un nuovo coworking.

 

Come vedi non sei tu a dover soffrire il tuo posto di lavoro e faticare per fare alcune cose, piuttosto cambia prospettiva e adatta le attività lavorative ai luoghi e fai in modo che i tuoi posti di lavoro siano un supporto e non una barriera.

Perché ti dico tutto questo? Perché probabilmente riuscirai a lavorare lo stesso, ma farai molta più fatica, ti sentirai stressato e potrai sbagliare più facilmente.

Quindi… gira la frittata!

E per te, quale è stato il posto più strano dove hai lavorato?

 

 

Photo by Farrel Nobel – Unsplash

 

 

Non partire in quarta

Non partire in quarta

A settembre c’è un sacco di energia in più, saranno le vacanze, sarà la voglia di ripartire, è un po’ come se si volesse iniziare con il piede giusto pieni di nuove intenzioni e di buoni propositi.

E io ti dico…

 

Frena

 

Ti pare un controsenso?

Può sembrare, ma te lo dico perché tu possa prenderti cura di te e delle tue energie, da qui a fine anno.

 

Cavalcare i buoni propositi e dare fondo alle proprie energie rinnovate è il modo migliore per esaurire il tutto subito senza necessariamente ottenere i risultati desiderati.

 

Lavora dunque al contrario e metti a frutto qualche consiglio organizzativo che possa aiutare la tua produttività.

 

ORARIO DI LAVORO

 

Non esagerare, non è che perché sei fresco di estate e vacanze ora devi lavorare dieci ore al giorno filate, anzi! Mantieni i ritmi blandi, proprio per aiutarti a tornare a regime. Quando si inizia il lavoro dopo un’interruzione si fa i conti con l’abitudine, anche al non lavoro, e quindi è tutto un po’ più costoso in termini di energia e di concentrazione. Ma visto che le energie ci sono, si parte in quarta.
Ecco fai il contrario, datti il tempo di abituarti a orario ridotto, vedrai che poi farai sempre meno fatica e tornerai con naturalezza all’orario pieno.

 

NON PERDERE I LATI POSTIVI

 

Una buona interruzione di lavoro permette un punto di vista privilegiato: è come se ricominciassi da zero con una nuova prospettiva. Sì, vedi le cose fuori dalla routine, come se non le avessi mai fatte, e quindi con occhi diversi più critici, ma anche più disposti al cambiamento.

Anche qui: approfittane! Vedi i possibili miglioramenti e i cambi che potrebbero aiutare il tuo lavoro, la tua quotidianità. Sfrutta quest’occasione e dedica un po’ di tempo a riorganizzare l’ufficio, le cartelle, mettere in atto un nuovo modo di gestire le mail, se queste sono le cose che più ti balzano agli occhi.

 

RACCOGLI LE IDEE

 

Oltre a una nuova visione, potrebbero arrivare anche nuove idee portate dall’aria di vacanza, dal fatto di aver cambiato abitudini per un po’. Ancora una volta, fai tesoro di ciò che hai pensato e valuta se è il momento di realizzare qualcuna di queste idee, perché ricorda questo è il momento migliore!

E se non è un buon momento, non perderle, annotale, torneranno buone più avanti.

 

Sì, è vero, settembre è un momento magico di grande ripartenza per le tue idee e il tuo business, ma non fare l’errore di giocarti il tutto per tutto subito… non partire in quarta e goditi tutti gli aspetti postivi di questo momento.

E se poi hai bisogno di aiuto per creare un piano d’azione per i tuoi progetti e le tue idee… io sono qui!

 

 

Photo by – Ben Kolde -Unsplesh

La valvola di sfogo

La valvola di sfogo

Spesso ti racconto quanto sia importante rispettare l’orario di lavoro, per dare il giusto bilancio tra lavoro e non lavoro. Ma in questo tempo di non lavoro credo ci sia una cosa ancor più importante da tenere da conto e cioè… la tua valvola di sfogo.

Per quando ci si impegni, spesso il lavoro è fonte di stress, tensioni e, anche se ben pianificato e organizzato, richiede comunque molto impegno mentale e un buon dispendio di energie.

Nell’ottica di una buona gestione del proprio bilancio di energie, ecco che dopo tutte queste attività che consumano energie, ce ne vuole una che ne dia, e non vuol dire necessariamente non far nulla.

Se ti va di non fare nulla, non fare nulla, ma credo sia importante trovare qualcos’altro che ti piaccia fare. Può essere la palestra, una camminata, una nuotata… anche leggere, fare yoga, meditazione o guardare un film.

 

L’importante è che costituisca una vera valvola di sfogo per tutte quelle tensioni accumulate.

 

Il primo passo è certamente accettarle, riconoscere che ci sono e che è invitabile averle, il secondo è lasciarle andare, se sei una persona più tranquilla, o buttarle fuori, se sei una persona più attiva.

Per questa ragione non pensiamo che dire “esco dal lavoro per andare in palestra” significhi “non ho voglia di lavorare”, anzi significa piuttosto voglio lavorare meglio perché tengo da conto il mio equilibrio energetico e preservo la mia produttività e la mia serenità.

 

Qualunque sia la tua valvola di sfogo, rispettala e mettila in agenda esattamente come le tue attività di lavoro.

 

Del resto, sei una persona unica e quindi il tuo tempo è uno, che sia di piacere o di lavoro, sempre uno è, e qui sta il trucco, per gestire il tuo tempo, tieni conto di entrambe le parti.

E la tua valvola di sfogo qual è?

 

 

Photo by – Fitsum Admasu – Unsplesh