Nutri la tua rete

Nutri la tua rete

Ho appena finito di leggere un libro che mi è piaciuto molto di Austin Kleon: “semina come un artista”. Tra i tanti spunti interessanti uno mi ha fatto riflettere: l’autore racconta di quanto sia importante condividere la propria conoscenza.

Non è semplice perché spesso si è gelosi di ciò si è imparato e, soprattutto, nel mondo lavorativo, c’è sempre il timore che poi vengano rubate le idee o ripetute pari pari. Per quanto succeda a tutti, e nel mio piccolo è già successo anche a me, credo che valga la pena condividere, e di fatto è la ragione per la quale continuo a scrivere questo blog.

Penso che, leggendo i miei post, tu possa trovare dei contenuti utili e degli spunti per migliorarti. Non ho paura che tu lo possa fare senza di me, perché se lo fai seguendo i miei consigli vuol dire che in caso tu voglia lavorare con me, il mio contributo ti potrà essere utile per fare lo step successivo. Se, invece, trovi difficile applicare quanto racconto, sai anche che sono qui per te, per aiutarti a passare dal dire al fare.

Quindi nell’uno o nell’altro caso ci guadagniamo entrambi: tu impari qualcosa in più o semplicemente rifletti su qualche aspetto che non avevi mai considerato importante e io ti faccio capire come lavoro e cosa posso fare per te. Così, se hai necessità di lavorare sulla gestione del tuo lavoro, del tuo tempo, dei tuoi progetti, sai se e come posso aiutarti.

Ma ci sono altre ragioni per le quali è utile condividere la propria conoscenza.

La prima è all’interno del gruppo di lavoro

Non tutti fanno le stesse cose e non tutti hanno lo stesso background. Spesso il modo migliore per affrontare le difficoltà e per superare degli intoppi interni al team è quello di guardare se all’interno del gruppo di lavoro non ci siano già le conoscenze per farlo. Questo tipo di conoscenze è spesso sottovalutato, perché non si tengono a mente le potenzialità e le skills già presenti.
Te lo racconto perché mi capita in azienda di suggerire delle riunioni formative utili alla condivisione di tecniche e conoscenze, in particolare per trovare strategie concertate e innovative. Sì, lo ripeto una volta in più: la riunione è una tecnica di lavoro, e tante sono le ragioni per farle, ma soprattutto vanno fatte bene e con il giusto metodo!

La seconda ragione è perché la conoscenza genera rete

Se non sono gelosa delle mie conoscenze e le condivido creo legami più duraturi e di fiducia e soprattutto faccio sapere alle persone con le quali collaboro o che conosco di cosa mi occupo e come lavoro.
Così come tu cerchi una persona fidata e capace, se dimostri tu stesso di esserlo, le persone cercheranno te. Questo principio è alla base di tutte le reti di lavoratori e non (quelle di volontariato ad esempio), e questo mi ha spinto ad entrare nella Rete al Femminile, dove ho trovato tante persone capaci che vogliono condividere il proprio sapere e la propria professionalità. E così, conoscendole, so che ho un aiuto in più e diversi contatti dei quali mi fido ai quali posso chiedere supporto.

Fare rete, conoscere nuove persone e lavorare insieme ha dunque grande importanza e merita il tuo tempo e la tua energia. E qui ripenso alle tante persone che ho conosciuto nel mio percorso formativo e che sono diventate punti di riferimento per confrontarmi e crescere in quest’avventura da consulente di organizzazione personale. Non pensare dunque che un caffè in compagnia o una skype di chiacchiere sia sempre tempo perso, anzi!

Genera conoscenza e condividila, non avrai che guadagno

Come un ecosistema che si nutre delle risorse di tutti i suoi componenti, così tu dai e prendi dalla tua rete, coltivala e non temere, darà i suoi frutti!

Ricicla le tue risorse

Ricicla le tue risorse

Questo mese ti ho parlato tanto di cicli e ricicli e pensandoci su mi è venuto in mente che spesso nella vita di tutti i giorni ricicliamo qualcosa, senza accorgerci e questo ci dà un grande aiuto. E se sei consapevole di questo, puoi sfruttarlo a tuo favore, risparmiando tempo, energia e soprattutto migliorando il tuo lavoro e la tua quotidianità.

Ricicla le abitudini

L’abitudine in sé è molto utile perché ti permette di risparmiare tempo ed energia, ti consente di non dover ripensare ogni volta a cosa è meglio, rende le cose più facili ed efficienti. Ci hai mai pensato?
Pensa a quando fai una strada per abitudine, non devi ogni volta valutare se sia più breve a destra o a sinistra, non devi ogni volta ricalcolare il percorso, lo fai e basta. Questo di fatto è un modo per risparmiare energie, già, perché non devi ogni volta tornare a scegliere e questo, da un punto di vista energetico, è un indispensabile aiuto.

Perché te parlo? Perché queste per noi sono strategie vincenti e valgono solo per noi, non necessariamente per tutti. E il trucco in più sta nel trovare il modo di riproporre una tecnica per noi vincente in un abito in un altro che non c’entra nulla. Te lo racconto perché spesso vedo che le persone pensano a sé come persone diverse al lavoro e nel personale, e invece molte tecniche che funzionano da una parte possono essere vincenti anche in altri aspetti.

Quindi se senti che riciclando una strategia e un comportamento che già conosci alleggerisci il tuo modo di lavorare, vuol dire che la stessa tecnica funzionerà anche per tutto ciò che extra lavoro. Pensa al modo in cui riordini la tua scrivania, le strategie con le quali annoti appuntamenti e scadenze e non limitarle ad un ambito della tua vita, se per te funzionano, falle funzionare a tutto tondo!

Ricicla le idee

Non quelle degli altri, le tue 😉
Spesso ti incito a mettere da parte le idee geniali nella lista “forse un giorno” e, ogni tanto, a rileggere e tornare a porci l’attenzione perché forse è giunto il loro momento.

Ebbene, se un’idea arriva alla tua mente, vuol dire che ha una sua ragione d’essere, ma se non matura lì per lì vuol dire che non è completa e che non è arrivato il momento giusto. Non scartarla a priori, tienila da parte per un po’. Vedrai che se arriva il momento quell’idea, o parte di quell’idea, potrebbe maturare e fiorire, magari in modo inaspettato e diverso.

Perché te lo racconto? Perché anche questo è un modo di mettere a frutto le proprie risorse. Un’idea annotata non è un‘idea persa, è solo messa da parte, ma nel frattempo avrà un posticino nella tua mente e quando sarà necessaria, ecco che parte del lavoro è già stato fatto.

Mi raccomando non tenerla a mente, annotala, fai in modo che il tuo pensiero sia libero di spaziare, e di far maturare le parti… vedrai che riprenderà la nota o ne riciclerà un pezzetto.

E tu quali risorse vuoi riciclare? Raccontami come la farai rifiorire!

Malthus nella vita di tutti i giorni

Malthus nella vita di tutti i giorni

Come avrai visto nelle mie storie di Instagram, sono spesso in giro in macchina ed è per me un’occasione per ascoltare i podcast che mi piacciono molto. Un paio di giorno fa ne stavo ascoltando uno molto interessante che parlava di Charles Darwin, una persona riservata, semplice, ma con un’ottima osservazione e un intelletto decisamente non comune. Sì, avrai capito, che è una delle persone del passato che ammiro.

Te lo racconto perché riascoltare la sua storia mi ha fatto riflettere su come alcuni principi siano ecologicamente importante, ma anche molto trasversali. In particolare, nel podcast sento che, come ci ricorda il principio di Thomas Robert Malthus, “in un sistema economico o naturale, gli elementi si spartiscono le risorse disponibili, e per questo nasce una competizione che porta il più forte a sopprimere il più debole per emergere”.

Certo, dirai, questa è la base dell’economia demografica, e che, scopro grazie al podcast, ha dato un elemento in più a Darwin per formulare la teoria della selezione naturale. Ma se ripensi alla green economy ti ricordo anche che in un ecosistema nulla si crea e nulla di distrugge, tutto è riusato, riciclato; ciò che è per alcuni uno scarto per altri è risorsa. Questo significa che le risorse non sono infinite, cambiano solo forma e funzione.

Come si conciliano dunque questi due principi? E soprattutto cosa c’entrano con te?

Quali sono le tue risorse finite? Quale il tuo ecosistema?

La risposta alla prima domanda è: soldi, tempo ed energie e la seconda è: tu, il tuo corpo e la tua vita.

Quindi, visto che sai che mi piace essere pragmatica e diretta, come puoi spartire le tue risorse finite nelle tue attività? Se la questione economica esula un po’ da questo post e ne parleremo a tempo debito, andiamo a vedere delle altre due.

Energie

Tieni mai conto delle energie dal punto di vista del tuo corpo? Probabilmente ci pensi se hai dormito male o mangiato poco e dici che sei stanco. Ma ci pensi anche dopo aver fatto un compito difficile? Pensi mai di fare subito dopo qualcosa di più leggero?
E quando lavori con altri pensi mai che il dispendio di energie per fare qualcosa non è necessariamente lo stesso che pensi per te, ma che ognuno impiega differentemente risorse mentali e fisiche?

Quando parlo di pianificazione con i miei clienti vedo spesso che pianificano le giornate e le attività come se fossero sempre al 100% delle proprie capacità, pieni di energia e di voglia di fare. Purtroppo però non è sempre così, che sia per un imprevisto o per un periodo lavorativo intenso, è molto più semplice pianificare le attività pensando a quando sarai produttivo e quando no, e quindi a mettere in agenda prima le pause piuttosto che le attività.

Tempo

Altro grande cruccio “oggi non ho fatto nulla”, quando la risposta più corretta sarebbe “oggi non ho fatto nulla di ciò che volevo, ma ho fatto molte altre cose” forse meno urgenti o importanti, ma che comunque hanno occupato il tuo tempo. Non sto pensando a tutte le attività rubatempo come gingillarsi, far finta di lavorare, sto pensando a tutte le persone che lavorano e impiegano il proprio tempo attivamente e poi pensano di non aver fatto nulla.

Il tempo è una risorsa finita e quindi non è persa, al massimo impiegata diversamente da quanto pianificato. Ecco perché la pianificazione serve, perché ti permette di sapere cosa fare e quando farlo, così puoi gestire il tempo e non pensare di non far nulla o avere la sensazione di essere sempre di corsa.

Come vedi anche nel nostro ecosistema umano bisogna imparare a gestire le risorse, perché non è vero che perdi tempo ed energie, vuol dire che le hai impiegate altrove.

Il primo passo è capire dove e il secondo è scegliere.

Sì, scegliere, far competere la versione meno bella di te e far emergere quella più completa e bella: ciò che veramente sei e puoi fare.

Non ne vale forse la pena? E tu, cosa elimini per cominciare?

Chiudi i cerchi aperti

Chiudi i cerchi aperti

La scorsa settimana ti ho parlato della green economy e ti ho fatto capire quanto sia importante prendersi cura delle proprie cose, e delle proprie azioni dall’inizio alla fine, dalla scelta iniziale al fine vita.

Ma un’altra cosa mi piace tanto di questo concetto e cioè la chiusura dei cerchi. Sai quanta energia sprechi ogni giorno a lasciare in sospeso qualcosa o a ricordarla in un secondo momento? Pensi che ti stia prendendo in giro e che in verità prima o poi succede a tutti di dimenticare qualcosa? Beh, in verità la nostra mente non dimentica le cose, solo le ricorda nei momenti meno opportuni.

Conosci l’effetto Zeigarnik?

Wikipedia racconta che la psicologa Bljuma Zeigarnik “aveva notato che, in un ristorante affollato, un cameriere ricordava tutte le ordinazioni parzialmente eseguite, mentre non ricordava niente delle ordinazioni già concluse. Per realizzare il suo studio (ndr. pubblicato nel 1927) la Zeigarnik affidò a diversi soggetti una serie di 18-22 esercizi da completare (enigmi, giochi, problemi aritmetici). I soggetti alla fine dell’esperimento si ricordavano due volte di più gli esercizi non conclusi rispetto a quelli completati con successo. L’effetto Zeigarnik descrive come la mente umana sia più facilitata a continuare un’azione già cominciata e a portarla a termine.”

È cioè scientificamente provato come sia più semplice continuare un’azione sospesa perché, come nella fisica, si è vinta l’inerzia iniziale per cominciarla. Quindi non si deve di volta in volta ritrovare la motivazione per iniziare. Ed è per questo che ti consiglio spesso di fare cose simili insieme secondo la tecnica del batching.

Il rovescio della medaglia però è che le cose lasciate a metà rimangono in memoria e proprio perché la nostra mente non è lineare le cose tornano sì, ma un po’ quando vogliono. Quindi il fatto di concludere le azioni, di terminare i compiti da capo a fondo, anche riordinando i materiali e archiviandoli, è il modo migliore per scaricare la mente, per chiudere i cerchi appunto.

In cosa ci si guadagna? In ordine?

Beh, un po’ sì, ma soprattutto in efficienza e concentrazione.

Come vedi il fatto di chiudere un cerchio, di non lasciare le cose in sospeso, conviene all’ecosistema perché riusa e ricicla tutti i suoi scarti, ma conviene anche a te per riuscire a lavorare al massimo delle tue potenzialità!

Perché non provarci da sta sera? Quando concludi il tuo tempo di lavoro, chiudi tutti i cerchi aperti con questa routine:

  • riordina tavolo e desktop;
  • elimina ciò che non è necessario;
  • archivia ciò che è concluso;
  • segna tutto ciò che è rimasto in sospeso e che sarà la “to do list” di domani;
  • ah, non scordare di date un’occhiata al calendario per rinfrescare gli impegni di domani!
La tua green economy

La tua green economy

Buon anno! Buon 2020! Eccoci al primo post di questo decennio che in campo ambientale doveva essere un anno di svolta. Già uno dei traguardi per la riduzione delle emissioni, ad esempio…

Tanto è stato fatto, ma purtroppo molto è ancora da fare. Non voglio certo iniziare l’anno facendo i bilanci e andando a vedere ciò che ancora manca, anzi! Voglio piuttosto condividere con te un approccio che ti può portare a essere parte di quel processo che tanto sembra solo appannaggio dei politici.

Ne avrai sentito parlare perché spesso si legge sui giornali e si sente tra notizie degli ultimi tempi e cioè la green economy.

La green economy riprende uno dei grandi principi ecologici e cioè che nulla è scarto, ma tutto è risorsa. E infatti prevede di riutilizzare scarti e prodotti secondari delle industrie come risorse di altri processi senza utilizzare nuove materie prime, puntando alla maggiore efficienza e produttività.

Inoltre, prevede di mettere in rete realtà vicine nel territorio, così da ridurre gli impatti dei trasporti, gli sprechi di risorse, il trattamento di rifiuti e non ultimo le energie rinnovabili.

In natura infatti nulla è scarto, c’è sempre un ciclo che si chiude e riutilizza scarti e rifiuti. Nulla avviene per caso e in un ecosistema questa chiusura dei cicli degli elementi (acqua, azoto, fosforo…) permette di creare un ambiente stabile, maturo, resiliente agli imprevisti.

Sto un po’ sintetizzando dei concetti molto più ampi e importanti perché voglio arrivare a parlarti di come questo concetto può tornare utile alla tua vita quotidiana, come sai mi piace fare nel primo post dell’anno e che mette in luce un aspetto ambientale adatto anche a te.

Perché dunque non fare lo stesso anche nella tua vita quotidiana?

Hai mai valutato i tuoi scarti come risorsa per altri? Partiamo dagli scarti veri e cioè i rifiuti. Non pensare che siano da buttare 😉 Già perché la tua carta, la tua plastica, il tuo alluminio e anche i tuoi scarti compostabili sono, per il tuo comune, risorsa: materie prime seconde per creare nuovi materiali riciclati e nuova terra.

Passiamo poi alle cose che non ti sono più utili o che non danno più gioia: vestiti fuori taglia, oggetti che non usi più ma in buono stato, pensi che non possano essere risorsa per altri? Sì, è sufficiente entrino nei canali giusti per essere riusati: enti di solidarietà, enti pubblici vari e anche un sacco di enti privati che riusano e riciclano oggetti e vestiti.

Ma per fare tuo questo concetto ecologico devi anche guardare da dove arrivano le cose, quindi impara a conoscere le realtà vicine a te, sia in termini di prodotti, ma anche di persone, potresti avere delle belle sorprese. Con questo non ti sto dicendo di limitare il tuo raggio d’azione a ciò che ti circonda, quanto piuttosto di scoprire chi e cosa il tuo raggio d’azione ti offre e quindi di scegliere con consapevolezza.

La consapevolezza è la parola chiave per tutte le scelte e in particolare quelle in campo ambientale, quindi sii curioso e sfrutta al meglio le tue risorse!

Agisci come un ecosistema dove nulla è scarto e tutto è risorsa, fai in modo che i cicli si chiudano e le parti diano il meglio di sé, così la tua varietà di contenuti sarà maggiore e anche la tua resilienza.

così la tua varietà di contenuti sarà maggiore e anche la tua resilienza.

Ultimo aspetto che è parte della green economy è la durabilità e lo voglio tradurre nel nostro quotidiano con il tempo di vita delle cose e cioè per quanto tempo le cose stanno con noi.
Non posso aggiungere che è importante che tu te prenda cura cercando di allungarne quanto più possibile il tempo e cioè la vita con te. Ancora una volta non ti sto dicendo di non lasciar andare ciò che non ti piace o non è adatto a te, quanto piuttosto di scegliere consapevolmente cose di valore e durature perché possano stare con te più a lungo e perché, se ti piacciono veramente, le sceglierai ogni giorno e quindi le userai appieno.

Quindi il concetto che vorrei facessi tuo quest’anno è proprio questo: la consapevolezza di ciò che usi, pensando da dove viene e dove andrà.

È importante che noi tutti ci occupiamo delle nostre cose, materiali e immateriali, dall’inizio alla fine, non solo mentre stanno con noi, solo così saremmo veramente sostenibili.

Se condividi quest’approccio, dimmi come vuoi cominciare!