Le scrivanie

Le scrivanie

Quando inizio un progetto mi piace tantissimo fare un brainstorming con i pennarelli colorati. Carta e penna, nulla di complesso, ma mi serve per tirare fuori idee, dubbi, obiettivi e difficoltà. Per farlo non mi siedo alla scrivania del pc, mi piace essere in un posto diverso dal solito, proprio per far lavorare anche la mia mente fuori dai soliti schemi. Capita anche a te?

Allo stesso modo quando leggo un libro mi piace stare accoccolata sul divano, magari con una buona tisana e una coperta morbida sulle gambe. Pensi che non sia lavoro? Beh, dipende dal libro si intende 😉

Dove voglio arrivare?

Ti racconto spesso di come sia il lavoro a determinare il luogo dove farlo al meglio e non viceversa, ma quello che vorrei proporti oggi è proprio un modo diverso di organizzare gli spazi della tua produttività.

E’ molto utile organizzare il proprio luogo di lavoro prevedendo due spazi, due scrivanie se ti va, e comunque prevedere due postazioni di lavoro: una analogica e una digitale.

 

POSTAZIONE DIGITALE

 

Diciamo che questa è quella classica, cioè quella del pc. Qui non servono tanti fronzoli, perché molto probabilmente se usi il pc non ti serve altro che:

  • lo spazio per il pc e la tastiera, sgombro da altro;
  • carta e penna per un appunto al volo;
  • agenda e calendario a vista.

Ovviamente poi a seconda del progetto di lavoro avrai i materiali dedicati, così come avrai fisse o a portata di mano le attrezzature per eventuali back-up, call, registrazioni… a seconda della frequenza di utilizzo.

Se ci pensi però, non serve nulla di più, e in verità molte cose possono stare anche virtualmente sul tuo desk, come una bella foto emozionale o il calendario stesso… ma di questo ne parliamo a brevissimo, nel prossimo post.

In sintesi, la postazione digitale deve essere leggera, flessibile ai progetti di lavoro, un po’ come ti raccontavo la settimana scorsa.

 

POSTAZIONE ANALOGICA

 

Ecco che qui puoi scatenare la tua fantasia, puoi dare spazio a colori, penne, pennarelli, quaderni, quadernini, fogli di vari formati e tipi e perché no… tutto ciò che ti crea ispirazione: immagini, frasi, fotografie… raccolte in bacheche o appese ai muri. Se sei un fan della cancelleria non sentirti in colpa nell’avere adesivi, scotch colorati post di mille tipi. Se sei più minimalista, avrai lo stretto necessario, ma comunque a portata di occhi per coltivare la tua ispirazione.

La parte analogica del lavoro spesso passa in secondo piano e per questo oggigiorno non c’è un posto specifico per questa tipologia di lavoro, a meno che tu non sia un creativo, e allora per necessità avrai un posto dedicato.

Non si pensa, infatti, che sia necessario dare spazio anche al lavoro che non sia quello effettivo e materiale. Come se bastasse agire per creare fatturato, senza programmare, fermarsi a pensare, analizzare, studiare e formarsi. Come se questi aspetti definiamoli “meno tangibili” o meno legati al lavoro effettivo possano essere in capo ad altri o non facessero naturalmente parte di tutte le attività lavorative.

Siamo davvero sicuri, infatti, che anche tu non sia un po’ creativo?
Tutti i lavoratori lo sono!

Dove nascono i tuoi progetti? Dove li crei, li analizzi, li fai crescere? Dove fai crescere la tua ispirazione? Dove formi la tua conoscenza?

Tutte queste cose sono importanti tanto quanto il resto del lavoro e meritano il giusto spazio in agenda e anche nel tuo luogo di lavoro!

Ecco che avrai la tua seconda scrivania, e se non ti piace essere seduto al tavolo mentre studi o progetti, non è un problema, per questa seconda postazione di lavoro non ci sono vincoli: può essere come più la desideri e soprattutto deve favorire la tua voglia di fare, la tua energia!

Quindi via a ciò che fa più per te! Se ti va può essere anche itinerante, e cioè portarti a lavorare in posti nuovi e diversi, l’importante è che tu abbia con te ciò che ti serve. E per questo… ci rivediamo nell’ultimo post del mese!

Intanto tu inizia a dare il giusto spazio alla tua postazione analogica 😉

 

 

Photo by Bench Accounting – Unsplash
Il contorno della produttività

Il contorno della produttività

Non ci si pensa a mio avviso sufficientemente spesso, ma…

 

il contorno al nostro lavoro è ugualmente importante rispetto al lavoro stesso.

 

Cosa vuol dire?

Beh, hai mai provato a telefonare in un bar affollato? Direi che la cosa è chiaramente poco fattibile, ti troverai ad alzare la voce, a chiedere di ripetere le frasi e via dicendo.

Se questo esempio è facile da capire, non lo è spesso il suo parallelo nelle attività lavorative.

Spesso ci lasciamo interrompere da telefonate, notifiche o richieste di persone che entrano improvvisamente nel nostro luogo di lavoro.

 

Il punto è che spesso è la persona che si adatta al contesto lavorativo e non viceversa.

Se invece vuoi lavorare sulla produttività a partire dal contorno, devi fare il contrario.

 

Ecco alcuni esempi.

Se devi concentrarti, fai in modo che l’ambiente intorno a te sia tranquillo e non troppo stimolante. Oltre a togliere le notifiche e impedire che ti interrompano, nessuno è mai morto se aspetta mezz’ora in più, e fai in modo di avere anche un tavolo libero da ulteriori stimoli: ad esempio i materiali di un altro lavoro del quale ti dovrai occupare dopo, il volantino della palestra che dovrai andare a vedere finito di lavorare.

Semplifica il tuo spazio, fai lavorare la mente in modo focalizzato.

Se poi ti aiuta aggiungi un tocco di profumo di menta, o una candela, piccole cose che ti facciano predisporre al meglio verso il lavoro che devi fare.

Un’altra astuzia è pensare al tipo di lavoro che devi fare in base al luogo dove ti trovi. Mi spiego, se sai che dovrai aspettare a lungo un incontro o che hai di fronte a te un viaggio in treno e hai deciso che questo è ancora tempo di lavoro, non pensare le cose che devi fare in termini di urgenza, pensa piuttosto le attività che puoi fare in base al contesto: quindi potrai leggere delle mail nelle quali sei stato messo in conoscenza, scrivere le bozze di alcuni lavori, leggere gli articoli che hai messo da parte, tutte cose che non richiedono altissima concertazione e che puoi permetterti di svolgere in quel contesto.

Infine, se hai bisogno di stimolare la tua creatività e il tuo pensiero laterale, considera di cambiare proprio posto di lavoro e qui, dai spazio alla fantasia. Cambiare aria, avere nuovi stimoli è spesso la soluzione più produttiva.

Quindi pensa a dei luoghi di lavoro alternativi, come la panchina al parco, la biblioteca o semplicemente un nuovo coworking.

 

Come vedi non sei tu a dover soffrire il tuo posto di lavoro e faticare per fare alcune cose, piuttosto cambia prospettiva e adatta le attività lavorative ai luoghi e fai in modo che i tuoi posti di lavoro siano un supporto e non una barriera.

Perché ti dico tutto questo? Perché probabilmente riuscirai a lavorare lo stesso, ma farai molta più fatica, ti sentirai stressato e potrai sbagliare più facilmente.

Quindi… gira la frittata!

E per te, quale è stato il posto più strano dove hai lavorato?

 

 

Photo by Farrel Nobel – Unsplash

 

 

Eliminare fa male

Eliminare fa male

Lo ammetto, anch’io fatico a eliminare delle cose e quelle cose sono il cibo e i vestiti. Gli spazi di casa non sono un mio ambito di lavoro e per fortuna i miei armadi sono piuttosto ordinati, ma a volte penso ci siano comunque troppe cose.
Nonostante sia diventata molto diligente e negli ultimi anni compri solo ciò che mi serve e mi piace davvero, penso sempre che potrei fare meglio, ma allo stesso tempo fatico a eliminare certi capi.

Capita anche a te?

Se non per gli abiti magari per qualche regalo ricevuto o per tutte quelle cose per le quali pensi “magari la potrei usare” “magari potrebbe servirmi forse un giorno”.

Come mai eliminare costa così tanta fatica?

Come mai sembra una cattiveria, come se ci stessimo facendo davvero del male? La ragione è molto semplice: eliminare le cose stimola, a livello cerebrale, le stesse aree del dolore fisico e quindi è come se un po’ ci facessimo proprio del male.

Ma questa non può essere una scusa, perché per fortuna come genere umano ci siamo evoluti a esseri pensanti, capaci di andare oltre al semplice istinto.

Ed ecco che dobbiamo imparare a capire che eliminare è possibile e che non è poi così una tragedia.

Perché?

  • Perché non sei ciò che indossi, ciò che possiedi, sei semplicemente ciò che sei. E più ti circondi di ciò che ti piace, più sei davvero tu. 
  • Perché tutto ciò che ti àncora ai ricordi è in verità dentro di te, non fuori da te. Il tuo passato rimarrà con te anche senza ciò che fisicamente te lo può ricordare, e, se ci pensi, è una bella fortuna: ciò che di bello ti capita è comunque e sempre a portata di ricordo.
  • Perché devi essere fiducioso che avrai comunque le abilità e i mezzi per affrontare il futuro anche senza quella cosa che ora ti pare indispensabile. Di fatto sono le conoscenze che ti portano a crescere e affrontare il futuro, non gli oggetti.
  • Perché nel tempo ci evolviamo e dobbiamo rispettare il fatto che non siamo le stesse persone in tutta la nostra vita e quindi ciò che ti accompagna deve essere ciò che ti piace e che ti è utile in quel momento di vita.
  • Perché viaggiare leggeri, anche nella vita, aiuta a balzare sul treno della nuova occasione che arriva.

Quindi la prossima volta che sei nel dubbio e ti chiedi “lo elimino?” Chiediti semplicemente se quella cosa (o quel ricordo, o quell’impegno) ti è utile, e quindi ti serve, ti piace, e quindi ti fa essere una persona migliore. Se la risposta è no, beh, credo che tu sappia cosa devi fare.

E ricordati che, anche se ti sembra di soffrire, è solo una risposta innata del tuo cervello, ma sei un essere pensante e puoi sempre essere la versione migliore di te stesso!

Photo by Annie Spratt – Unsplash

Odore di studio

Odore di studio

A scuola una cosa che mi piaceva molto era il profumo dei nuovi libri di testo. Appena comprati un po’ mi facevano venivano voglia di studiare… ok, lo ammetto, poi svaniva velocemente, ma aprire il libro e sentire quel buon profumo di carta mi piaceva proprio.

E così un giorno è successo che uno dei libri di testo avesse invece un odore proprio cattivo e sai che c’è? Non avevo proprio voglia di aprirlo e mettermi a studiare.

Ovviamente poi lo dovevo fare lo stesso, ma mi costava una fatica in più.

Perché te lo racconto? Perché capita di usare strumenti di lavoro che per qualche ragione non ci piacciono, ma sono lì e quindi usiamo quelli.

Ecco, ti suggerisco, per quando possibile, di fare in modo che siano come li vuoi tu.

E questo te lo dico in questo periodo dell’anno, perché capita di ricevere molti regali che ci piacciono ma non fanno al caso nostro… bene, non occorre tenerli con sé.

Il fatto che non siano nelle tue code non vuol dire che non vadano bene a nessuno, quindi si tratta solo di trovare il punto d’incontro tra gusti e funzioni.

Fai in modo di avere con te cose che ti piacciono e che ti siano utili e per tutte le altre cose trova una nuova destinazione. Non con l’idea di liberartene, ma con l’incontrare il gusto e il desiderio di altre persone che apprezzeranno quegli oggetti.

Riuso, baratto, scambio, vendita, regalo… per ogni cosa trova la giusta destinazione!

Simile con simile

Simile con simile

Quando andavo a scuola ce l’avevano con le mele e le pere, come a dire che una cosa si poteva sommare solo con qualcosa di simile… e fin qui pareva semplice, poi il concetto diventava sempre più complesso con l’arrivo dell’algebra e della geometria… Il punto è che al contrario nessuno me l’aveva fatto mai notare, eppure, caspita è un principio che è davvero un portento!

Credimi, funziona talmente bene che dopo che ti sei abituato, non puoi farne a meno. Ed è una cosa così semplice e intuitiva, che quando la fai ti pare di aver scoperto l’acqua calda eppure… lo fanno in pochi.

Di cosa sto parlando?

Mi è capitato di riordinare scrivanie e trovare penne in tanti cassetti. Di gestire cartelle e archivi e ritrovare gli stessi file in luoghi diversi. E molto spesso di vedere persone che leggevano una mail per volta al suono di una notifica. Bene, questi sono tutti esempi del contrario del motto da P.O. che ti sto insegnando oggi: simile con simile.

Hai presente quando vai a correre e ti pare di dover scalare l’Everest e poi, al terzo allenamento, ti chiedi come avevi fatto a fare tanta fatica le prime volte? Beh, la risposta è che hai vinto l’inerzia iniziale, e…

Una volta che hai fatto questo grande sforzo… tanto vale continuare, il resto è davvero in discesa.

Nell’organizzazione del lavoro vuol dire che una volta che hai messo mente e corpo su un compito, farne di simili costa meno energia e rende il lavoro più veloce e produttivo.

Quindi quando in agenda metti il compito di telefonare, fai tutte le telefonate che hai in mente di fare. Se vuoi rispondere a delle mail, fallo per tutte le mail, una dopo l’altra, per un tempo ben preciso.

Questo semplice grande principio vale per il tempo, ma anche per lo spazio. Quando riordini le cose (sia in un archivio digitale, sia in uno fisico), le cose simili vanno vicine tra loro e, per il principio “semplifica” nella loro versione finale e in un unico posto.

Simile con simile è un principio tanto semplice quanto utile. Puoi applicarlo davvero in tantissime occasioni e vedrai che in tutte ti porterà un risparmio di tempo e di energia che non pensavi fosse possibile.

E tu per cosa lo vuoi applicare? Raccontamelo nei commenti!