Produttività lavorativa anche in casa?

Produttività lavorativa anche in casa?

La produttività è una questione molto personale, sì, ma anche per ogni singola persona non valgono sempre le stesse regole.

Ognuno di noi ha delle tecniche di produttività che gli sono più affini, ma possono esserci dei periodi di vita nei quali non funzionano o è necessario, temporaneamente, fare le cose in modo diverso.

La tecnica RPM (Rapid Planning Method), ad esempio, è una delle tecniche di produttività più difficili da applicare, perché richiede di focalizzarsi in modo importante sul proprio obiettivo, eliminare il resto, e procedere a ritmo serrato e costante verso il proprio traguardo.

L’ho un po’ semplificata, ma solo per farti capire che sono pochi i momenti nei quali è utile procedere in questo modo, nel senso che se si applica quotidianamente, può diventare controproducente e si rischia di perdere la visione di insieme, le esigenze personali e a volte le sfumature della vita.

Come dico spesso:

ogni persona ha la sua produttività e ogni persona ha i suoi momenti di vita.

Ma, c’è un altro ma, che spesso passa in secondo piano…

La produttività è sì personale, ma non è indipendente dal contesto.

E per contesto mi riferisco alle tue tre aziende: lavoro, casa, personale.

Può capitare che ci siano scadenze in vista, i tempi siano stretti, e allora sia molto meglio agire anche fuori dal lavoro con le stesse tecniche e gli stessi strumenti, ma il punto è che per essere produttivi, efficaci nelle questioni che interessano…. è necessario poi non esserlo altrove.

Allo stesso modo, ti è mai capitato di aver fatto un super week end, denso e gratificante e lunedì di non essere al top al lavoro? O di aver lavorato bene e poi arrivare a casa e sentire di far fatica a preparare la cena?

Sì, produttività è anche questo, è gestione delle energie.

E per questa ragione capita che se a casa hai un periodo intenso a lavoro devi calare un po’ e, come più spesso accade, che se al lavoro sei molto produttivo a casa devi mollare e riposare.

Sono infatti parte della produttività due aspetti tipici del tempo personale: il relax e la noia, cioè il tempo senza incombenze.

Ti faccio notare che ho scritto tempo personale, non a caso, perché il tempo di casa è spesso equivalente a quello di lavoro, nel senso che è di pieno di faccende da sbrigare, spesso è inutile pensare di arrivare a casa e riposarsi. Anche fare una lavatrice, sistemare le bollette, portare i figli di qui e di lì non è relax.

 

Quindi pensa alla produttività del tuo tempo personale.

Qui le regole saltano, cambiano e si invertono.

Ancora una volta definire le attività in questo tempo è una questione fortemente personale: c’è chi ama non far nulla, c’è chi ama fare sport, c’è chi chicchera con amici e chi legge.

 

Non ha importanza quale sia la cosa che fai nel tuo tempo personale, ma il punto è che deve essere fuori dagli schemi della produttività lavorativa.

Devi mollare, cambiare uniforme ed essere te stesso e fare semplicemente ciò che ti piace nel tempo che hai a disposizione.

Ti pare semplice? Quante volte mi capita invece di vedere che i metodi applicati al lavoro vengono anche replicati per questo tempo che invece ha le sue personali e diverse regole! Vacanze che sono delle maratone, impegno serrato per finire un libro in tempi da record, giornate con i parenti a Tetris perfetto…

  

È ora di gestire tutti i tempi per quello che sono e trovare la migliore tecnica di produttività per ognuno. Nella fattispecie, nel tempo personale può significare non far nulla, o solo rallentare, o alternare attività intense e riposo… qui dipende tutto da te, ma ricorda che

se agisci come al lavoro, fuori dal lavoro, perdi tempo.

Se non molli mentalmente, se non accetti di cambiare mood, regole e modi di fare, non prendi il meglio del tuo tempo per te, non lo rendi produttivo, non ti ricarichi e tutto questo poi influirà negativamente su tutti i tempi, di lavoro e non.

Spero che tu legga questo post oggi, che è venerdì e possa già fare tesoro di ciò che ho detto nel week end, questo è il consiglio con il quale ti lascio 🙂

 

 

Photo by Hutomo Abrianto – Unsplash
Oddio è successo

Oddio è successo

Ecco che si è concretizzato il peggiore degli scenari possibili e tutto sta andando per il verso peggiore!
Se hai un piano B è ora di tirarlo fuori, ma se non è così?

….

Stop!

Niente panico e vediamo come gestire l’imprevisto in cinque passi.

 

Fermati e respira

Quando capita l’imprevisto, quando si sbaglia la mente va in loop e si perde un po’ la visione delle cose. Per questa ragione è importante, non appena si capisce che si sta creando una situazione spiacevole e difficile da gestire, fermarsi mentalmente un attimo e respirare. Questo ti aiuterà a passare dalla visione locale dell’imprevisto a quella generale della situazione nel suo complesso e ti dà modo di gestire meglio il tutto.

Sì capita a tutti di sbagliare e anche gli imprevisti capitano, quindi, ammesso che può succedere ed è successo, è ora di agire, ma lasciando da parte l’emozione che ti fa rimuginare sulla cattiva sorte e sull’errore e dando spazio alla razionalità, fermarsi e respirare aiuta a fare questo.

 

Non cadere nell’errore di essere Superman

La reazione più frequente è quella di voler fare tutto subito, velocemente, per riparare all’errore o alla cattiva situazione. Ricordati però che non sei Superman e questo, per tutti noi, significa esporsi all’errore. Sì, ironia della sorte, facendo più cose insieme, aumenti le possibilità di fare errori, quindi anziché riparare un danno, aggravi la situazione, e ciciliegina sulla torta, consumi ancora più energie.

Quindi, accendi la razionalità e, visto che ti sei fermato e stai respirando, evita di iniziare a fare tutte le cose insieme, al contrario la tua regola d’oro sarà: “fai una cosa alla volta”.

Analizza la situazione e valuta le priorità

Per gestire un imprevisto è fondamentale fare le cose con calma e quanta più serenità possibile, in modo da non cadere nel panico e soprattutto non sbagliare aggiungere difficoltà alla difficoltà.

Per questo è necessario calibrare bene le azioni da fare, quelle da mettere in fila e fare una alla volta e questo significa lavorare sulle priorità.

Nel momento di imprevisto o nell’errore, agisci in modo focalizzato, fai solo le ciò che ti porta all’obiettivo, senza fronzoli e senza perdite di tempo.

Tutto il resto, per una volta, verrà tagliato fuori.

 

Quindi:

  • Concentrati sull’obiettivo.
  • Valuta quali azioni portano al suo raggiungimento. Ricordi il 20% delle nostre azioni porta l’80% dei risultati, quelle sono dunque le azioni da svolgere.
  • Lavora per metodi consolidati. È il momento di mettere in campo le tue abilità e fare le cose come le sai fare, questo è il modo più veloce, semplice e corretto per ottenere un risultato, senza sbagliare e senza perdere tempo.
  • No ai fiocchetti e controfiocchetti, per sta volta non si bada alla forma, è meglio andare al risultato e basta.

 

Una volta passata l’emergenza fai tesoro di quanto successo e vedi come non far ricapitare l’errore

Una volta affrontato l’imprevisto è ora di riprendere la normalità, ma senza dimenticare quanto appena successo. Prima di riprendere la routine e le cose da fare, dedica cinque minuti a ciò che è successo e chiediti perché è successo, cosa poteva essere previsto, cosa si poteva pianificare meglio, se c’era un piano B da tenere di scorta. E, non ultimo, chiediti come hai reagito durante l’imprevisto, se, anche qui, non ci siano cose da migliorare e… comunque, fatti i complimenti: hai affrontato la cosa al meglio delle tue possibilità!

 

Riposa

L’imprevisto è passato, gli errori sono stati riparati, il feedback è completo, ti sei dato una pacca sulla spalla e ora?

Ora si riposa, perché anche questo è importante, anzi, importantissimo!

Come sempre dopo un momento che chiede energia ce ne vuole uno che ne dà, quindi goditi il tuo meritato riposo!

 

 

Photo by Etienne Girardet – Unsplash
Il rovescio della medaglia

Il rovescio della medaglia

La pianificazione, lo ammetto, mi piace tantissimo. Non a caso è tra i miei servizi che propongo di più, ritengo, infatti, che un buon piano sia davvero l’arma segreta per tradurre i desideri in progetti e i progetti in fatti.

Credo sia fondamentale pianificare l’anno, la settimana i progetti. Ma, sì c’è un ma… è un’arma a doppio taglio e si chiama inerzia.

Hai presente quando devi spostare un pacco molto pesante e all’inizio pensi che non ce la farai mai e poi, pian piano, inizia a muoversi e riesci nel tuo intento?

Questa è la forza di inerzia, è un principio fisico che dice che per imprimere un movimento ci vuole una certa forza. È apparentemente una forza sprecata, non sembra essere utile allo scopo, al movimento, e invece… ecco che pian piano il corpo sembra alleggerirsi, inizia a muoversi e mantiene il suo movimento!

Vale per la fisica, ma vale anche per noi: quando inizi qualcosa di nuovo è sempre molto faticoso. Spesso la fatica blocca, e non si vuole proprio iniziare, l’inerzia è spesso una delle ragioni della procrastinazione, ma una volta superato questo step inziale… ci si trova bene a fare ciò che si sta facendo e non si vuole smettere.
Sembra un paradosso, ma tanto si fa fatica ad iniziare, quanto a cambiare e quindi a finire.

E se per certi lavori è chiaro capire quando le cose sono finite, per la pianificazione non lo è.

Perché si può continuare quanto si vuole, si può andare nel dettaglio e poi ancor più nel dettaglio.

Ed ecco l’arma a doppio taglio: l’iper-pianificazione.

Il fatto di voler definire tutto per filo e per segno, fare i fiocchetti e i contro fiocchetti.

Purtroppo, questo è un esercizio di puro stile, perché per sua natura la pianificazione deve essere flessibile.

Che si tratti di definire la settimana, l’anno o un progetto…

la pianificazione è una traccia che definisce obiettivi, confini e passi per arrivare alla meta, ma allo stesso tempo deve permetterti di adattare il programma a imprevisti, necessità dell’ultimo minuto.

Sembra paradossale, ma solo se hai ben pianificato un progetto hai in mano tutti gli strumenti per modificarlo senza perdere di vista l’obiettivo: sai i tempi di ogni passo, le priorità, i punti critici… e così puoi adattare tua la pianificazione.

Definire troppo orari, compiti della settimana non ti permette di rispondere alle urgenze inaspettate.

Quindi… sì alla pianificazione, ma fatta in modo flessibile e consapevole.

 

 

Photo by Chris Curry – Unsplash
Chiudi con effetto wow

Chiudi con effetto wow

Si è fatto tardi ed è ora di andare, scatti sulla sedia, prendi la giacca, la borsa di lavoro e quella stampa che hai fatto per casa e via, è ora di pensare a cosa fare per cena.

Questa è la tua routine di chiusura lavori?

Sicuramente molto veloce, ma temo poco efficiente… perché quello che hai lasciato sul tavolo: la cartellina aperta, l’agenda per domani, l’appunto di un nuovo fornitore… sono tutte informazioni che ti ronzeranno in testa fino a che, domani, non rientrai al lavoro con tutti i buoni propositi per iniziare bene una nuova giornata e poi…. Ecco il tir delle azioni incompiute che ti accoglie non appena ti avvicini alla scrivania.

Sono stata un po’ diretta, ma in effetti è così: se dedichi anche solo cinque minuti a chiudere bene la giornata di lavoro, ripartirai l’indomani non solo con il piede giusto, ma anche con la grande occasione di rispettare la tua tabella di marcia!

Già, perché uno dei tanti passi per rispettare la propria agenda ed essere produttivi è proprio questo: mente e corpo su ciò che vuoi fare, senza distrazioni.

Tutti i cerchi aperti che sono rimasti sul tavolo sono piccoli grandi ostacoli alla tua produttività perché, di fatto, sono decisioni rimandate, azioni incompiute, piccoli attimi di procrastinazione… insomma tutto ciò che può rendere la tua vita difficile.

Agisci in modo semplice e lineare, aiuta la tua mente, dedica cinque minuti a chiudere la tua giornata di lavoro!

 

Ecco i passi che ti consiglio di fare:

 

SISTEMA GLI APPUNTI

Rivedi le note che hai preso qui e lì, il numero di telefono che hai annotato al volo, il libro che vuoi comprare e che hai cercato nel browser lasciando la finestra aperta, la data di un evento che ti interessa… tutte informazioni preziose che non devono essere perse: annotale nel posto giusto.

 

ARCHIVIA IL NECESSARIO

Ecco che i file non devono rimanere sul desktop e nemmeno i documenti sulla scrivania, ma al contrario è bene fare un po’ di ordine e archiviare il necessario: crea le versioni definitive dei documenti, con il giusto nome e mettile nelle cartelle giuste, così sistema i fogli nei rispettivi faldoni.

 

FAI PULIZIA

Sui file che hai lavorato, sugli appunti che hai preso, se c’è qualche cosa che non ti serve più, qualche file superato e non più utile, qualche bozza non più utile… fai pulizia: elimina!

 

AGGIORNA LA TO DO LIST

Se ci sono cose che sono rimaste in sospeso annotale per domani e aggiorna le liste delle cose da fare per i vari progetti. In breve chiudi tutti i cerchi aperti di scadenze, idee, pensieri… oggi è tutto chiaro, ma domani, con un’urgenza inaspettata… chissà!

 

RIORDINA

Riordina la scrivania: penne nel porta penne, dai una lavata alla tazza del caffè e così via, non lasciare le cose a metà, è molto più bello essere accolti da una scrivania in ordine e pulita!

 

ULTIMA OCCHIATA ALL’AGENDA

Prima di andare via dai un’occhiata all’agenda per domani, così da rinfrescare la memoria e fare mente locale sul programma di domani.

 

Ora sei pronto per chiudere tutto e liberare la mente dal lavoro!

 

Ecco questa è una buona routine di cinque dieci minuti per chiudere al meglio il tuo lavoro, ma ti consiglio di applicarla anche ogni volta che hai chiuso un progetto importante.

 E in questo casto una buona routine può essere questa:

  • identifica le versioni finali dei documenti;
  • crea i format (cioè i file di lavoro che poi usi sempre uguali es. fattura);
  • elimina ciò che non serve;
  • archivia il necessario;
  • aggiorna la lista dei progetti con il passo in più da fare;
  • se necessario, aggiungi il prossimo passo nella lista delle cose da fare.

 

Lo so, non è un cambiamento facile, è molto più bello scappare via, ma se rubi queste idee, vedrai che di giorno in giorno ti sentirai più leggero, efficiente e produttivo.

Prova anche tu e fammi sapere come va!

 

 

Photo by Zoltan Tasi – Unsplash
Liste fatte e dimenticate

Liste fatte e dimenticate

Molte volte la pianificazione della giornata è perfetta, le liste sono pronte per essere spuntate, e poi… e poi capita che l’imprevisto, un’urgenza, altre incombenze facciano sì che la lista rimanga intonsa.

Ed ecco che, a tardo pomeriggio, la lista salta fuori e con sé anche la frustrazione del non averne fatto nemmeno un punto.

Ma come è possibile che le liste, anche se ben fatte, rimangano poi disattese? E diventino, quindi, uno strumento poco utile e manchino proprio della loro essenza e cioè dell’essere uno strumento organizzativo per la produttività personale?

Una ragione, in verità l’abbiamo già vista, e dipende dal supporto sul quale sono fatte le liste, te ne parlavo la scorsa settimana.

Inutile quindi fare la lista della spesa sul frigo, quando fai la spesa se hai tempo all’ultimo minuto rientrando dall’ufficio.

Così inutile fare una to do list giornaliera in un foglio Word, Excel, o usando un App, se poi, durante la tua giornata di lavoro, ti assenti spesso dal pc, o cambi spesso luogo di lavoro.

Una volta che la lista è fatta bene ed è sul supporto corretto, c’è un ultimo tassello da aggiungere. Si tratta di una cosa semplice, facile, ma tanto è intuitiva, tanto è sottovalutata.

La lista va inserita nella tua routine, costantemente.

La devi quindi, leggere, rileggere, modificare e cancellare, in altre parole deve essere a portata di occhio.

Semplice non credi? Eppure, tante volte quel pezzettino di carta finisce sotto a tanti altri faldoni, o quell’App non è poi così in vista… insomma le intenzioni sono buone, ma poi si finisce per passare ad altro e quindi… pensare ad altro!

Inserirla nella routine significa poi che se hai stilato la lista delle tue tre priorità giornaliere, e l’hai fatto la sera a chiusura della tua giornata lavorativa, il giorno seguente, dopo aver messo la testa sul lavoro (sai che consiglio sempre un inizio soft con una piccola routine di “riscaldamento”), la prima cosa da fare è: guardare la lista.

Non le mail, non il cellulare, non rispondere al collega che ti chiama.

Leggi la tua lista, fai mente locale sulle tue priorità, non far sì che la tua mente dimentichi la lista e pensi subito ad alto.

Una volta letti i punti da te definiti, potrai dedicarti alle urgenze e, se l’hai previsto in agenda, al tempo di lavoro della lettura delle mail, ma l’importante è che tu segua proprio quest’ordine e non scordi che quella lettura che richiede meno di un minuto ed è fondamentale.

Fondamentale perché ti riporta la mente su ciò che hai deciso essere importante quel giorno, non necessariamente urgente, ma importante.
E se non rispetti questo criterio, quei punti finiranno sempre per essere dimenticati!

Come avevo detto la cosa è semplice: primo step, leggere, secondo step, tenere a vista.

Così i tuoi occhi continueranno a vedere quei punti e sarà più facile eseguirli e non dimenticarli.

Ecco svelato il segreto, apparentemente banale, ma efficace. Quindi ora non resta che trovare un piccolo posto d’onore per la tua to do list perché sia a portata di occhio e, ormai sarai preparatissimo, le tue liste saranno già ben fatte e pianificate per tempo, giusto?

Se poi stai pensando a tutte le altre liste, che non siano la to list, c’è un sistema per non dimenticarle e, te lo anticipo, lo vedremo nel prossimo mese, parlando di revisioni e riflessioni.

Per oggi ti lascio con un compito importante per te e la tua to do list: trova il tuo posto d’onore.

 

 

Photo by Richard Dykes – Unsplash