Troppe cose da fare?

Troppe cose da fare?

“Grazie per avermelo chiesto, ma in verità non posso dirti di sì.”

Quanto ci da’ fastidio sentire queste parole? Quando facciamo una richiesta pensiamo sempre di sentirci dire di sì? E soprattutto, queste parole le pronunciamo mai?

Sono sempre stata convinta che nelle cose ci si debba mettere impegno e passione e quando questo non è possibile, le cose non riescono bene, morale della favola, tanto vale non farle.

Ecco che quando mi ritrovo oberata di cose da fare cerco di ricordarmi la priorità delle cose e che a volte è bene saper dire di no.

Già, proprio “no”.

Spesso questa parola viene vista come una cosa solo negativa. In certe culture, è proprio maleducato dire di no e quindi si cerca di esprimere il concetto con un elegante giro di parole. Credo, invece, che saper dire di no dimostri molta educazione, nei confronti degli altri e in primis verso noi stessi.

Quando prendi un impegno, che sia con qualcuno o con te stesso, devi portarlo a termine al meglio delle tue capacità. Quindi se fin da subito prendi un impegno sottogamba o dai una disponibilità quando sai che non potrai portare a temine quel compito, equivale a fare e cose male, a mancare di rispetto.

Cosa centra tutto questo con l’organizzazione?

Essere organizzati significa anche fare i conti con le cose da fare, le nostre energie e il nostro tempo. Quindi, anche saper dire di no equivale ad una forma di controllo sulla gestione dei nostri flussi di cose da fare, sia di lavoro, sia personali.

C’è da dire che un “no” secco e basta non aiuta la nostra socialità, quindi se ti capita di doverlo dire…

  • Ricorda a te stesso perché lo fai, un “no” sincero non significa non voler essere disponibile, ma non essere in grado di dedicare energie e tempo a quel compito.
  • Motiva il tuo “no”, facendo capire il tuo pensiero.
  • Dimostrati disponibile e interessato. Anche se dici di no ad un amico per un aiuto o di no al lavoro per un compito, ricordati poi di essere presente e chiedere come procedono le cose.

Soprattutto ora, che si avvicinano le feste, le scadenze della fine dell’anno, ricordati che un po’ di bon ton non guasta mai, e un “no” detto con educazione e ben motivato, altro non è che una forma di rispetto per te stesso oltre che un buon sinonimo di una corretta gestione di tempo ed energie!

Sii educato con te stesso

Sii educato con te stesso

In tema di bon ton non possiamo non pensare anche a noi stessi. Sei educato con te? Io non sempre, e per questo ogni tanto cerco di ricordarmi le buone maniere. Ad esempio, partendo dalle piccole cose, mi do il buon giorno con un po’ di tempo per me.

Cerco anche di ricordarmi che buona educazione vuole che quando sei felice tu lo esprima, anche con te stesso. Quindi… impara a farti un complimento e a gratificarti. In particolare, quando devo fare qualcosa che mi pesa particolarmente, penso anche a cosa potrò fare una volta terminato l’arduo e noioso compito, qualcosa che mi piace e che mi da’ soddisfazione, così sono più motivata a fare in fretta ciò che mi pesa. Credo sia buona educazione nei confronti di noi stessi alternare compiti noiosi e piacevoli, cercando di dare equilibrio e serenità alle nostre faccende quotidiane. E tu che ne pensi?

Dobbiamo imparare a riconoscerci quando facciamo una cosa fatta bene, magari con una piccola ricompensa.

Quindi, ogni tanto, dirci che siamo bravi, ci sta!

Altro aspetto del bon ton con noi stessi… è saper fare delle pause degne di tale nome. Non tutti riposiamo allo stesso modo, non tutti occupiamo il nostro tempo libero facendo le stesse attività. Ma se ti conosci bene, sai cosa devi fare per ricaricarti e trovare nuova energia.

Ricordati di metterlo in pratica ogni volta che serve! Scegli la tua attività per la pausa breve, mentre lavori o a fine giornata, una telefonata ad un amico, una piccola passeggiata, un tè con un amico, un giro in libreria, una lezione in palestra… e quella per la pausa lunga, magari nel week end, la visita ad un museo, una cena tra amici, una camminata nei boschi!

E tu, quanto sei educato con te stesso?

Scriviamo mail educate?

Scriviamo mail educate?

Nella vita ci vuole un po’ di bon ton… eh già perché come dice il famoso proverbio: si raccoglie ciò che si semina. Ed è vero che ad essere educati e rispettosi, non c’è che da guadagnarne.

Eh sì, ma ci pensi proprio in tutte le circostanze? Ad esempio… quando scrivi una mail, sei attento all’educazione?

Ora ti spiego cosa intendo, non essere già sul piede di guerra. Intendo che ci sono alcune regole di buona educazione anche quando si scrive una comunicazione via etere.

Prima regola fondamentale… la mail è uno dei mezzi per comunicare, non l’unico. Quindi… devo proprio scrivere questa mail? È meglio una telefonata? Un passaggio di persona? Una Skype?

Se la risposta è sì cerca di essere più chiaro e sintetico possibile. Ti è mai capitato di scrivere cinque o sei mail perché non era chiaro il contenuto? Bene, mettiti nei panni dell’altro e scrivi le cose in modo semplice. Evita acronimi, riferimenti non evidenti e soprattutto… occhio all’ortografia! Non scrivere una tesi di laurea in un unico paragrafo, tu la leggeresti? Attenzione poi a tutti i campi della mail, ad esempio usa il campo “oggetto” per dare un’idea sintetica di quello che vuoi comunicare senza lasciare l’oggetto dell’ultima mail usata solo per la comodità di non trovare l’indirizzo 😉

Seconda cosa, se stai scrivendo a qualcuno, si suppone che quel qualcuno sia una persona e che per questo leggerà quanto gli comunichi. Quindi comincia con una frase di saluto, proprio come quando incontri qualcuno per strada.

Ultima regola fondamentale… non scrivere una mail aspettandoti una risposta entro cinque minuti. Dai il tempo a chi la riceve di leggerla e di pensarci, ti risponderà a tempo debito. Se vuoi conoscere subito la risposta, forse una telefonata è un modo migliore per richiedere quell’informazione. Allo stesso modo, non ti aspettare che tutti leggano le mail alle 8 di sera o alle 7 di mattina. Se lavori in ufficio, rispetta gli orari di lavoro e se sei un libero professionista, rispetta il tempo degli altri!

E tu cosa non sopporti delle mail?

Fotografie, ricordi con un pizzico di bon ton

Fotografie, ricordi con un pizzico di bon ton

Stai facendo una cena piacevole con una coppia di amici. È tutta l’estate che non vi vedete e c’è tanto da raccontare. Siete ormai al dolce e… avete reciprocamente raccontato della vostra vacanza in Islanda e della loro traversata degli States. In verità ti è sempre piaciuta l’idea di vedere la “Route 66” e così fai molte domande… ed ecco che scatta l’idea: “vuoi vedere le fotografie della vacanza?

In effetti le vorresti anche vedere, ma in breve ti viene propinata una sequenza di immagini storte – “eh, sì in effetti perdona, ma le devo girare” “beh, basta fare click qui… ehm, scusa il pc è un po’ lento” –  doppie – “sì in effetti volevo essere sicuro che almeno una venisse”, alcune di indirizzi  “ah scusa questa l’ho fatta solo per ricordare il posto dove tornare a cena…” Insomma è passata la mezzanotte e tu onestamente non vedi l’ora di tornare a casa.

Il punto è che tu ci tenevi proprio a condividere la vacanza e a vedere un po’ di foto, ma ci vuole anche un po’ di bon ton!

Ecco quindi il vademecum per le tue fotografie

  • Scaricale velocemente dalla scheda SD al tuo PC.
  • Fai subito la selezione ed elimina quelle sfuocate, quelle che non ti ricordi perché hai fatto, quelle che mai vorrai rivedere e far vedere. Sì, proprio quella in cui sei venuto malissimo e ti imbarazza anche solo l’idea che qualcuno la possa vedere.
  • Elimina anche i doppioni inutili.
  • Raddrizza quelle che hai fatto in verticale e che la macchina ha registrato in orizzontale.
  • Ora archivia per bene la cartella di fotografie. Nel mio PC c’è una cartella chiamata “fotografie” dentro la quale ci sono diverse sotto cartelle che identificano i grandi temi: foto di viaggi, foto delle feste, foto di montagna e via dicendo. All’interno poi le fotografie sono archiviate per data (anno mese giorno) con l’aggiunta del luogo. Così facendo le posso ritrovare facilmente per tema e poi sono in ordine dalle più recenti alle più vecchie.
  • Poi faccio una selezione “da mostrare”. Faccio cioè una copia della cartella dove però lascio solo quelle più significative e soprattutto elimino tutte le foto che ho fatto solo per me e che non ho interesse a far vedere. Con questo metodo, quando le voglio mostrare a qualcuno, ho già la versione ridotta e sistemata.
  • Ultima cosa, visto che le foto sono dei ricordi che amo, faccio un back up.

E a te è mai capitata la serata di fotografie infinite? Come è andata? Raccontamelo nei commenti!