Che ritmo hanno le tue giornate?

Che ritmo hanno le tue giornate?

Qual è la tua musica preferita? Rock, punk. Classica? Tutte?

Ma tutti amiamo le stesse melodie o a seconda del momento del giorno e di come stiamo ce ne piacciono solo alcune?

A inizio mese ti ho parlato di resilienza versus adattamento passivo. Oggi voglio farti capire cosa significa nella vita di tutti i giorni, a casa e nel nostro tempo libero.

Un esempio tra tutti: il rispetto del nostro ciclo circadiano.

Hai mai pensato se sei una persona mattutina o serale? Qual è il momento del giorno nel quale le cose riescono meglio e con meno fatica?

Fai quest’analisi e cerca pianifica di conseguenza le tue giornate: nei momenti a te più favorevoli pianifica le attività più faticose e lascia le pause negli altri momenti: se la mattina alzarsi è una tragedia, pianifica una lenta routine mattutina e sposta il tuo allenamento di corsa nel pomeriggio. Al contrario, se la sera non vedi l’ora di andare a letto, perché non trovare un modo di leggere il libro che ti piace in treno o in bus mentre vai al lavoro?

Da sempre ci insegnano che certe cose si fanno in certi momenti del giorno, ma in verità nessuno ci insegna che prima di tutto dobbiamo adattare il nostro ritmo alle cose da fare e con questa piccola arguzia… vedrai che avrai molta più energia e farai molte più cose!

Resilienza e lavoro, 3 idee per migliorare

Resilienza e lavoro, 3 idee per migliorare

La scorsa settimana ti ho parlato di resilienza versus adattamento passivo. Oggi voglio farti capire cosa significa ad esempio sul lavoro. In quest’ambito infatti è molto facile adattarsi alle situazioni senza ricordarci che con poco impegno in più si può lavorare meglio, sprecando meno tempo ed energie.

Sei pronto per il tuo check up? Ecco 3 idee che potranno rivoluzionare il tuo lavoro:

Prova a cambiare punto di vista: quando entri nel tuo ufficio, non sederti al tuo posto, prova a far finta di essere l’ospite, la persona che nel tuo ufficio. Da cosa viene accolta? Come si trova? cosa vede?

Ora cerca di migliorare gli spazi dell’ufficio rendendolo più accogliente, fresco e funzionale.

Prova ad aprire un progetto chiuso e archiviato. Trovi i documenti? Sono di facile consultazione? C’è troppo o troppo poco materiale?

Alla tua analisi fai seguire delle nuove idee per gestire meglio i tuoi documenti.

Terzo ed ultimo punto. Tutti noi facciamo dei lavori ripetitivi che spesso portano via molto tempo. Ma sono davvero indispensabili? E soprattutto, siamo certi che li facciamo nel modo più efficiente e veloce? Analizziamoli da un punto di vista esterno, magari chiediamo aiuto ad un collega che non l’ha mai fatto e vediamo quali sono i miglioramenti possibili.

Queste sono tre idee che possono aiutarti a valutare se nel lavoro ci siamo adattati a comportamenti, abitudini e situazioni per comodità e non perché sia un vero adattamento, quindi… analizza e poi, via al cambiamento!

E se non trovi delle idee soddisfacenti, chiedi l’aiuto di un Professional Organizer, ti aiuterò a trovare le soluzioni ad hoc per te!

Resilienza a tutti i costi?

Resilienza a tutti i costi?

Ogni anno mi piace iniziare il blog con un concetto che proviene dal mondo naturale. E quest’anno tocca alla resilienza. Questo perché l’ho sentita a destra e sinistra, e voglio raccontarti il mio punto di vista.

La definizione di resilienza ecologica è:

“la capacità di una materia vivente di autoripararsi dopo un danno, o quella di una comunità o di un sistema ecologico di ritornare al suo stato iniziale, dopo essere stata sottoposta a una perturbazione che ha modificato quello stato”

Come vedi non si parla di individuo, ma di materia vivente e comunità. Si tratta proprio della capacità di un intero ecosistema di far fronte ad un evento negativo o di un momento di stress. La Natura, si sa, non bada al buono o al bello, quindi questo significa che alcuni individui sopravvivono ed altri no. Chi si adatta e cambia sopravvive, chi non è adatto e rimane tale, non sopravvive. L’ecosistema complessivamente ci guadagna, ma non necessariamente il singolo individuo.

Questo cosa ci insegna? Che di fronte ad un evento di stress o di cambiamento ha la meglio chi reagisce attivamente e si adatta. In effetti questo principio è lo stesso della resilienza psicologica che nella sua definizione è:

“la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.”

Cosa però mi piace prendere dalla definizione della resilienza ecologica e non da quella psicologica?

Che in natura sopravvive chi si adatta, in verità chi ha le caratteristiche per farlo. Ma questo vale anche nella società umana? Vale sempre sapersi adattare?

Saper cambiare se stessi di fronte ai cambiamenti è fondamentale, come ti raccontavo tempo fa nel ciclo del cambiamento. Ci sono precisi step che ci portano ad essere consapevoli del cambiamento e, successivamente, a saperli affrontare al meglio.

Ma c’è anche un rovescio della medaglia? Adattarsi vale sempre? Bisogna anche ricordare che adattarsi contro natura, significa proprio perdere la nostra natura. Snaturasi dunque. Perdere la nostra identità, le nostre caratteristiche, dimenticare i piccoli piaceri che rendono speciali le giornate.

A volte infatti si dimentica che ogni tanto è bene saper fare il proprio check up e vedere se le cose vanno bene e se noi stiamo bene.

Ecco dunque che quado sento parlare di resilienza, tanto mi piace il concetto di cambiamento, versatilità e adattamento, quanto penso che forse… bisogna anche non snaturasi.

Quindi, visto che siamo a inizio anno ed è tempo di buoni propositi, chiediti come stai e se le cose sono come le vuoi o come invece si sono adattate nel tempo.

Non dico di stravolgere la tua vita e cambiare punto in bianco tutto quanto, ma con onestà, cerca di capire quali sono le cose che hai accettato per abitudine, ma che in verità non ti piacciono.

Ecco, questo è il primo passo verso il ciclo del cambiamento.

Provaci! Non accontentarti di ciò che capita, vivilo e sceglilo!

 

Il risveglio del primo dell’anno

Il risveglio del primo dell’anno

Il mio primo giorno dell’anno è iniziato con un gran regalo: la neve. Ho passato quasi tutta la mattina a guardare la neve che cadeva morbida sulle fronde degli alberi.

È stato un momento importante perché mi ha ricordato il valore del tempo per sé, dei momenti nei quali, in effetti, non è sempre necessario fare qualcosa, nei quali basta ascoltare. Ascoltare ciò che vediamo, ciò che sentiamo e magari è anche un buon momento per lasciare che i pensieri vaghino senza troppo controllo.

Ho scelto di iniziare il blog del 2018 condividendo quest’esperienza perché spesso mi accorgo che non sono molto brava a rallentare, a prendere del tempo per non fare nulla. Sono al contrario molto brava a organizzare tutti miei tempi e a renderli efficienti, ma in effetti… lo dico spesso: il tempo del “fare” e del “non fare” sono ugualmente importanti, ed ecco che i fiocchi di neve soffici e silenziosi me l’hanno ricordato.

Quindi concludo condividendo uno dei miei buoni proposti del nuovo anno: non essere troppo esigente e cercare di rispettare anche i miei “non tempi”.

E tu, ci vuoi provare con me?

E per ispirati un po’ ecco il breve video che ho condiviso proprio quel giorno su Instagram.