Il tempo del non fare

Il tempo del non fare

Come mai quando passiamo una giornata piacevole il tempo vola e quando invece abbiamo una giornata pesante il tempo non passa più? Perché la nostra percezione del tempo non è la stessa a seconda di quello che stiamo facendo. Più siamo concentrati e più ci piace quello che facciamo, più il tempo scorre “veloce”.

La percezione che abbiamo del tempo non è sempre la stessa, non solo a seconda delle attività che facciamo, ma anche con il passare degli anni. Quando eravamo bambini, ad esempio, certi tempi ci parevano infiniti e le nostre giornate venivano scandite dal ritmo delle cose da fare: ci si svegliava, si andava a scuola, si mangiava, si giocava e si facevano i compiti, quindi si cenava e poi a letto, quindi tutto ricominciava. Ora invece sappiamo che la sveglia suona alle 7, che dobbiamo uscire alle 8.. e via dicendo riempiendo la giornata di mille impegni.

Ma non esiste solo il tempo del fare, c’è anche il tempo del non fare. E’ un tempo che a me risulta molto difficile ricavare, perché sono sempre tante le cose da fare, ma ho imparato a mie spese… che è bene anche sapersi riposare. E’ bene che ci sia anche un tempo del non tempo.. un tempo in cui non far nulla e magari annoiarsi. Già l’importanza della noia, del riportare le nostre menti ad un livello base, lasciar riposare il nostro cervello.. che proprio nel momento della noia rielabora tutto quello che abbiamo fatto nei nostri momenti attivi, che trova collegamenti che prima nemmeno erano pensabili.. e che dal nulla fa scaturire nuove idee.

Eh, già, perché il tempo del riposo, della noia è un non tempo che si rivela molto utile e del quale spesso sottovalutiamo l’importanza. Lo sottovalutiamo al punto che riteniamo di dover essere sempre impegnati fin dalla tenera età. Ci si scorda che gli interminabili pomeriggi passati da bambini a bighellonare, a fare giochi ripetitivi in verità hanno fatto scattare nella nostra mente nuove idee. A suo tempo ci si ingegnava per creare nuovi giochi e nuove attività, ma ora da “grandi” ci servono ugualmente, per vedere questioni note e familiari da nuove prospettive e con atteggiamenti diversi.

Così nel nostro tempo di riposo, dopo un periodo di rilassamento nel quale lasciamo andare tutti i nostri pensieri, ecco che dal divano la nostra mente è libera di ripensare ad un problema con occhi diversi ed ecco che troviamo una nuova soluzione. E allo stesso modo finalmente capiamo perché quell’angolo della casa non ci piace e decidiamo di cambiare i quadri.. e così tanti altri tasselli ritrovano il loro posto e finalmente abbiamo modo di chiederci che cosa vogliamo veramente fare del nostro futuro.

Quindi impara a rispettare tutti i tempi, i tempi attivi ed i tempi apparentemente inattivi. I nostri tempi di noia e di relax sono importanti tanto quanto quelli impegnati!

Saper vivere il nostro tempo

Saper vivere il nostro tempo

Il tempo e noi stessi, che cosa difficile! Difficile accettare come passa il tempo e come cambiano le cose.  

E’ inevitabile, si cambia con il passare degli anni. Cambiano idee, passioni e tante altre cose. Al contrario, ciò che ci circonda: i nostri spazi, i nostri vestiti, i nostri oggetti, non sempre cambiano con noi.  

Perché dunque non imparare a gestire il nostro tempo, intenso come la nostra evoluzione nel tempo? 

Non c’è ragione di continuare a circondarsi delle stesse cose perché siamo abituati così. Impariamo ad ascoltarci, impariamo a stare bene con ciò che ci circonda e se qualcosa non ci piace più, o non è più adatto, o non ci è più utile, lasciamolo andare. Teniamo con noi solo ciò che ci fa stare bene e ci serve per come siamo in quel momento di vita. 

I gusti, le necessità cambiano nel tempo: impariamo ad ascoltarci e viverci, impariamo a gestire il tempo anche su di noi.  Così facendo vivremo al meglio ogni tempo della nostra vita. 

Un tempo speciale: la pausa pranzo

Un tempo speciale: la pausa pranzo

Un problema difficile della gestione del tempo è quello di riuscire a conciliare al meglio le cose fare, lavoro e non, e le nostre necessità fisiche, ad esempio quella della pausa pranzo. 

Spesso infatti  quella che dovrebbe essere una vera e propria pausa si tramuta in un secondo lavoro: una riunione tra colleghi, un momento per scrivere l’ultima mail… Sempre che ci sia il tempo della pausa pranzo, perché spesso la si salta direttamente.  Io credo questa sia proprio una cattiva abitudine.

Una pausa è una pausa

Dobbiamo garantire al nostro cervello un po’ di relax, dobbiamo lasciargli il tempo di sedimentare le cose fatte la mattina, dobbiamo dargli un po’ di nuova energia, e soprattutto dobbiamo imparare ad essere presenti a noi stessi anche durante il pranzo.  

Questa è la differenza tra mangiare ed alimentarsi 😉 E da questo atteggiamento dipende spesso anche il nostro benessere fisico. 

Cosa hai mangiato ieri? E due giorni fa? Quanti pasti riesci a ricordare? Spesso fatichiamo a ricordarli perché sono una cosa di routine, alla quale non diamo importanza. Eppure.. quanto buono è il sapore di un frutto di stagione? E il profumo del caffè? 

Mangiare è un momento che appaga i nostri sensi: la vista, il profumo e non ultimo il sapore. Regalati un pasto d’attenzione, lento e rilassato. Vedrai che mangerai forse meno, ma con maggior gusto e soddisfazione. Solo così la tua pausa sarà una vera pausa e ti ricaricherà corpo e mente! 

Quindi, basta pranzi davanti al pc, skype call, tramezzini al volo per strada. Io non amo nemmeno le riunioni a pranzo… perché credo che capiti spesso che le persone non ascoltino pienamente, o se ascoltano non mangiano, e poi c’è sempre il problema di prendere un appunto o segnare una data in calendario.

Insomma, c’è un tempo per lavorare ed uno per condividere un pasto. Non fare riunioni a pranzo però non significa non mangiare con i colleghi, ma magari limitarsi ad uno scambio di opinioni o provare a chiacchierare di qualcosa che non sia lavoro, non potrà che far bene al gruppo! 

E poi, una cosa che io amo tanto fare nei miei momenti di relax, se puoi copiala, esci dall’ufficio, vai a fare due passi. La pausa non è solo un momento per mangiare, ma un momento per ricaricarsi di energia e staccare la mente, provare per credere! 

Per me la pausa pranzo è quindi importante, ma cerco di fare in modo che non sia lunghissima, così poi.. chi prima inizia, prima finisce, e dopo il lavoro potrò fare una pausa ben più lunga con un po’ di sport, qualche commissioni e, una volta ogni tanto, un aperitivo con gli amici 😉

 

Sindrome del coniglio bianco

Sindrome del coniglio bianco

Perché ogni tanto sembriamo il coniglio bianco di Alice, sempre di corsa e con l’affanno? Sì, lo ammetto, anch’io ogni tanto sono in ritardo. Capita di avere un imprevisto o di fare male i conti e tardare di cinque minuti. Ma lo stesso vale anche per la mezz’ora? Io ho dei carissimi amici per i quali è normale arrivare mezz’ora dopo. Ormai ci si scherza su e spesso capita di dire un’ora sbagliata pur di non dover aspettare troppo. Lo so, non è una bella cosa, ma il punto è… perché siamo in ritardo? 

Perché gestiamo male il tempo.  

C’è poco da girarci intorno: gestire male il tempo ha i suoi svantaggi. Significa non aver modo di affrontare un imprevisto: se non calcolo bene i tempi e arrivo al negozio quando è chiuso, non potrò fare la mia commissione. Se sbaglio i tempi e arrivo tardi in stazione, perderò il treno. Pare scontato, vero? Sì perché il ritardo di solito non sia accumula su queste cose, quanto piuttosto su altre faccende.  

Già, perché si sa bene cosa significa perdere un aereo a biglietto già comprato, o non aver fatto la spesa a supermercato chiuso, ma se queste considerazioni sono vere, per un principio transitivo sembra che arrivare tardi ad un appuntamento non crei conseguenze.

Ma è davvero così? L’amico che ti attende a cena una mezz’ora non avrà davvero conseguenze sulla nostra serata? Non potrebbe invece voler dire che i ritardi di questo tipo sono sinonimo di non dare sufficientemente importanza al tempo degli altri e di non rispettare anche le loro esigenze?  

Che sia il treno o l’amico, impariamo a gestire al meglio il nostro tempo. Ma per farlo bisogna capire cosa non funziona. Anche qui la risposta è diretta:

Vanno considerati tutti i fattori.  

Se vuoi fare la pizza occorre acqua, farina, lievito, olio e sale. Ok, se dimentichi il sale sarà solo cattiva, ma senza lievito, proprio non funzionerà.  

Ed ecco che se non tengo conto che il mezzo che mi porta alla stazione ci mette sì 15 minuti, ma che se lo perdo ne aspetto altri 15 e quindi non sarò in stazione in tempo, equivale a dimenticare il lievito. Quindi sarà meglio arrivare 5 minuti prima alla fermata, quei cinque minuti sono di fatto il mio lievito. Se poi con me non avrò il libro da leggere in viaggio, pazienza, avrò la pizza senza sale e cioè un viaggio un po’ più noioso.  

Un’altra importante ragione che porta ad essere in ritardo è non avere una corretta percezione del tempo. Il famoso “un minuto ed esco” e poi sei in strada venti minuti dopo. Non basta quindi calcolare solo i tempi di movimento, cioè quelli per raggiungere il posto nel quale dobbiamo recarci, ma anche il tempo per concludere quello che stiamo facendo e per prepararci ad uscire. Se vogliamo uscire di casa alle 5, non potremmo pensare di farlo alle 4.55 se dobbiamo chiudere tutti i balconi, spegnere il pc e via dicendo.  

Calcoliamo quindi i nostri tempi di movimento, di preparazione e dulcis in fundo anche quelli esterni, che non dipendono da noi: se andiamo in macchina all’ora di punta ci metteremo sicuramente di più che alla mattina presto.  

Sono tutte piccole considerazioni, ma fai attenzione, sommale tutte e capirai il perché di tanto ritardo.  

Ecco, così facendo potrà solo capitare l’imprevisto, ma questo succede una tantum e solo in questo caso potrai avvalerti del tuo… quarto d’ora accademico!  

 

Mai più progetti incompiuti. Ecco la ricetta.

Mai più progetti incompiuti. Ecco la ricetta.

Come è andata l’estate? Riposato? Divertito? Sei pronto per affrontare i prossimi mesi pieno di energia e di idee? Eh già perché l’estate porta con sé un sacco di buoni propositi e di idee per l’autunno. Ma spesso e volentieri queste idee si perdono nel nulla o cadono dopo poco… come mai? Perché non si ha mai tempo, perché lo farò un giorno e per mille scuse. La verità è che..

Manca un piano d’azione! 

Ecco cosa faremo oggi: creeremo il tuo piano d’azione per il tuo nuovo progetto! Così non svanirà come una bolla di sapone, ma si concretizzerà sul serio.  Impareremo a gestire il nostro progetto nel tempo.  

Prima cosa: fissa l’obiettivo.

Cosa vuoi portare a termine? Qual è il tuo obiettivo? Dai un nome al tuo progetto che aiuti a tenere a mente cosa vuoi ottenere.  

Seconda cosa: crea la motivazione.

Perché vuoi portare a termine questa cosa? Scrivi la ragione per la quale questa è una cosa importante per te e perché lo vuoi fare. Non mollare, metti tutto nero su bianco. 

Terza cosa: Premiati.

Ok, non ora, ma definisci fin da ora la tua ricompensa: cosa ti regalerai a progetto ottenuto? Prendi carta e penna e annota ciò che desideri.  

Bene, ora è tempo di capire come portare a termine il proposito. Ti sembra irraggiungibile? Non ti preoccupare e ricorda che le cime delle montagne si raggiungono a piccoli passi. Scomponi la tua idea in passi minori e concreti. Cosa intendo? Ti faccio un esempio: voi tornare in palestra? (ndr: progetto “gym”, motivazione “ho voglia di farmi nuovi amici e comprarmi dei super jeans stretch”) Ottimo! Cosa devi fare per mettere in pratica il tuo obiettivo? Probabilmente dovrai iniziare a trovare la palestra, quindi la dovrai contattare, chiedere informazioni e quindi scegliere l’attività che fa per te. Dovrai poi decidere quando andare e segnare in agenda l’appuntamento, così da tenere quel tempo libero da altri impegni. Infine dovrai vedere se hai pronte le cose per la palestra o provvedere a qualche piccolo acquisto. Vedi come l’obiettivo “gym” che pare una montagna invalicabile si è diviso in tanti piccoli step. Ognuno è più piccolo e quindi più affrontabile e allo stesso tempo, uno dopo l’altro ti condurranno al tuo obiettivo! 

Quindi quarta cosa: crea la lista dei tuoi passi, delle tue azioni concrete. 

E soprattutto metti la prima nelle cose da fare, così.. detto, fatto il progetto si concretizzerà in un baleno! Definisci per ogni step una scadenza, e crea la tua to do list temporale, cioè a fianco a ogni punto metti una data e segna nel tuo calendario le tue scadenze. Lunedì, telefonare palestra e chiedere informazioni, mercoledì, conferma corsi da seguire, venerdì shopping e lunedì prossimo, si comincia! 

Per aiutarti, ti ho preparato uno strumento concreto: colora una stella per ogni passo completato! 

E se nei vuoi uno ad hoc, perché non mi chiami? Scrivimi e troveremo il tuo piano d’azione su misura!

Basta sprecare tempo e idee.. è ora di rendere concreto il tuo buon proposto!