Come ogni anno il blog inizia con un post a tema ambiente, ma non ti preoccupare perché non è fuori tema, ha comunque molto a che fare con l’organizzazione.

È venuto il momento di parlare di Cambiamento Climatico. Lo scrivo con le maiuscole per dargli tutta la dignità che merita. Lo ammetto, non ho mai voluto affrontare questo tema perché ho sempre pensato fosse roba diciamo… vecchia… La davo un po’ per scontata.

Studio e sento parlare di Cambiamento Climatico dall’inizio dell’università, che per me significa più di vent’anni. Ma mi sono resa conto che tanto era chiaro ed evidente per me, tanto era confuso e poco sentito per gli altri, o per lo meno per molte persone.

Ora, Greta ci ha riportato al cuore della questione, ma a mio avviso solo perché è arrivata a parlarne nel momento giusto, quando la sensibilità generale era pronta per accettare che qualcosa si doveva fare. Ma un’altra ragazzina aveva fatto un discorso molto simile al suo molti anni prima ai “grandi” delle Nazioni.

Come mai allora ci si è dimenticati del cambiamento climatico e dopo più di vent’anni le stesse cose sono diventate tema di discussioni al bar, obiettivi di strategie politiche e, diciamolo, un po’ anche forza motrice di marketing? Il mio modesto parere è che a suo tempo c’era troppo scetticismo e soprattutto non si toccavano con mano gli effetti del Cambiamento Climatico nella quotidianità.

Ora invece gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: un clima impazzito dove alluvioni e siccità avvengono nello stesso momento, dove piogge si trasformano in “bombe d’acqua”, dove compaiono nebbie e zanzare in posti un tempo secchi, dove in Antartide piove e potrei continuare a lungo…

A causa del Cambiamento Climatico inoltre molti popoli sono costretti a migrare, mancano le risorse base: cibo e acqua, e questo è dovuto al fatto che un clima sempre più caldo cambia gli areali di distribuzione delle specie, detto in parole semplici, c’è troppo caldo e le piante e gli animali devono cambiare ambiente di vita, così salgono di altitudine e latitudine, lasciando dietro a sé il deserto e rubando spazio ad altre piante e animali che a loro volta si spostano… e gli uomini, animali anch’essi, seguono lo stesso destino.

Insomma, iniziamo davvero a stare stretti e a stare male nella nostra bella casa, il pianeta Terra, e per questo il livello di attenzione sul Cambiamento Climatico, ahimè, è un tema finalmente attuale.

L’altro aspetto per il quale non è un argomento con grande appeal è che spesso si pensa che sia una cosa sulla quale noi non possiamo fare nulla, come se il singolo individuo non possa essere coinvolto in prima persona, ed ecco l’errore: anche tu, anch’io, possiamo agire fattivamente contro il cambiamento climatico.

Vediamo come, ed ecco che arriva il link all’organizzazione, te l’avevo promesso, no?

Per capirlo al meglio ho però bisogno di una definizione e mi riferisco ai due aspetti che compongono le azioni possibili contro il Cambiamento Climatico.

La prendo dal sito dell’Agenzia Europea per l’Ambiente e si tratta delle parole “adattamento” e “mitigazione”.

«Adattamento»

significa anticipare gli effetti avversi dei cambiamenti climatici e adottare misure adeguate per prevenire o ridurre al minimo i danni che possono causare oppure sfruttare le opportunità che possono presentarsi. Esempi di misure di adattamento sono modifiche infrastrutturali su larga scala, come la costruzione di difese per proteggere dall’innalzamento del livello del mare, e cambiamenti comportamentali, come la riduzione degli sprechi alimentari da parte dei singoli. In sostanza, l’adattamento può essere inteso come il processo di adeguamento agli effetti attuali e futuri dei cambiamenti climatici.

«Mitigazione»

significa rendere meno gravi gli impatti dei cambiamenti climatici prevenendo o diminuendo l’emissione di gas a effetto serra (GES) nell’atmosfera. La mitigazione si ottiene riducendo le fonti di questi gas (ad esempio mediante l’incremento della quota di energie rinnovabili o la creazione di un sistema di mobilità più pulito) oppure potenziandone lo stoccaggio (ad esempio attraverso l’aumento delle dimensioni delle foreste). In breve, la mitigazione è un intervento umano che riduce le fonti delle emissioni di gas a effetto serra e/o rafforza i pozzi di assorbimento.

Ora che sono chiari questi due aspetti organizziamoci per creare in prima persona dei comportamenti virtuosi di adattamento e mitigazione.

Vediamo come:

 

ADATTAMENTO

Qui bisogna lavorare sulle abitudini che vanno a favorire consapevolmente o inconsapevolmente sul Cambiamento Climatico:

Alimentazione

Non ci si rende conto di quanto la nostra alimentazione impatti sull’ambiente in termini di sfruttamento delle risorse e di impatti climatici. E’ davvero necessario, non solo salutare, mangiare prodotti di stagione prodotti localmente. Attenzione, entrambe le cose insieme 😉 perché se voglio mangiare i fagiolini a gennaio a km zero ma vivo nel nord d’Italia, molto probabilmente sono prodotti in serra. Quindi sì al km zero, ma se mi riferisco ad un prodotto della mia terra nella sua stagione.

E se voglio proprio l’ananas che nel mio territorio non crescerà mai? Ecco che il commercio equo e solidale torna in aiuto facendo rispettare una produzione lontana ma coltivata e commerciata al meglio.

Tutti gli alimenti hanno una stagionalità: frutta, verdura, ma anche legumi, cereali e pesce. Se per i cereali e i legumi ci salviamo per il metodo di conservazione, ti consiglio di prestare molta attenzione ai cicli di vita delle varie specie ittiche. La carne infine, non è stagionale, ma anche qui ci vuole un po’ di consapevolezza in più per sceglierla in modo che sia più sostenibile possibile. Come? Nella quantità oltre che nella qualità.

Anche se questo è un concetto che vorrei facessi tuo per tutto ciò che riguarda il cibo: il costo deve essere proporzionale alla filiera di produzione. Se costa troppo poco, fatti una domanda in più. Se non è di stagione non comprarlo. Se lo mangi troppo spesso, ricordati che il cibo è un arcobaleno di gusti e colori, in tutte le stagioni!

A livello organizzativo significa impegnarsi un po’ di più per fare un menù e una spesa consapevole. Arrivare al supermercato senza una lista o con le idee poco chiare, vuol dire affidarsi a ciò che gli occhi vedono, e quindi a non considerare spesso stagionalità e impatto, del resto c’è sempre tutto comunque.
Fai uno sforzo in più, ci guadagnerai in salute e gusto!

 

MITIGAZIONE

Dobbiamo ridurre le fonti delle nostre emissioni dirette. Come? Principalmente in due modi:

Uso consapevole di energia

  • E cioè scegliere energie prodotte non da fonti fossili, ma rinnovabili. Come? Con una scelta a monte del gestore di energia, anche se purtroppo c’è ancora un po’ da fidarsi…
  • Evitare di sprecare energia: spegni le attrezzature elettriche quando non le usi, spegni le luci quando esci dalla stanza, spegni i led.

A livello organizzativo significa fare degli acquisti mirati, come lampadine a basso consumo, ciabatte con gli interruttori, ma soprattutto nell’istaurare delle routine di chiusura ufficio e casa che ti permettano di spegnere tutto ciò che non serve e che ti aiutino a non sprecare energia.

 

Mobilità consapevole

Anche in questo caso si tratta di scelte, da fare a monte, circa il tipo di auto che vuoi, ma anche scelte per privilegiare viaggi condivisi e, quando si può, utilizzare il trasporto pubblico. Lo so, di questi tempi è un po’ difficile, ma ogni tanto si può fare lo sforzo.

A livello organizzativo significa reperire le informazioni sui mezzi pubblici, considerare dei tempi più morbidi per i viaggi o organizzarsi con amici per la scelta di un mezzo condiviso.

Tutto ciò che facciamo ha un impatto sull’ambiente (diffida da chi dice impatto zero), che sia sul clima o su altri aspetti, come l’uso di risorse e la produzione di rifiuti, ma io sono fermamente convinta che se ci organizziamo, se facciamo in modo che questi aspetti diventino abitudini consapevoli e consolidate si possa fare molto a partire dal livello personale, fino a quello globale.

 

Per questo ho creato Q.B. la newsletter di SempliceMente per riflettere su come ambiente e organizzazione possano andare a braccetto e per darti delle idee su come fare tuoi dei comportamenti che aiutino l’ambiente e la tua organizzazione.

Se non sei ancora iscritto, ecco il link!

 

Photo by Nasa – Unsplash