Spesso un progetto prende un soprannome, un nomignolo nel gruppo di lavoro, per poter essere facilmente identificato. Così anche noi, nel nostro piccolo lo facciamo nel nostro personale.

Ma che risvolti ha questa cosa nella realizzazione del progetto stesso e perché te ne parlo?

Perché ha la sua importanza a livello di comunicazione e di efficacia.

Attenzione, non ti sto parlando del nome del tuo progetto dal punto di vista commerciale, quello che deve essere accattivante nel mercato e significativo per il tuo target, ma come poi lo identifichi tra te e te.

O, come spesso accade per i progetti personali, come proprio non lo identifichi.

Penso alle vacanze della prossima estate, quando vorresti tanto andare una settimana in montagna, ma non sai ancora dove di preciso, e quindi per ora è solo un generico “progetto vacanze”.

Bene, il mio consiglio organizzativo è: per prima cosa definisci un titolo, un nome.

Fai in modo che questo abbia queste caratteristiche:

  • sia significativo per te e, nel caso tu lavori a un progetto con altre persone, significativo per tutto il gruppo di lavoro;
  • sia chiaro e unico, in modo da non farlo confondere con altri progetti, passati e in corso;
  • sia evocativo e in una parola riassuma un concetto più ampio del perché fai quel progetto e dove vuoi arrivare.

Come mai quest’attenzione a una parola, o una breve frase?

Perché ti aiuta a:

NON PERDERE LA MOTIVAZIONE

Una delle ragioni per le quali si procrastina l’azione è proprio quella di perdere le radici del perché vogliamo fare qualcosa. E’ importante, se vogliamo fare qualcosa nella quale crediamo, tenere alta la motivazione e per fare questo è molto utile avere una parola, il titolo, che ci ricordi il famigerato perché.

Perché facciamo quel progetto, cosa significa per te e perché hai scelto di fare quello e non un altro.

IDENTIFICARE IL TUO SCOPO, IL TUO RISULTATO E NON PERDERE LA VISIONE D’INSIEME

Quando si parla di progettazione sono tanti gli step da fare, ma i primi sono fondamentali per rendere poi l’intera struttura fluida e adattabile.

In questo senso un buon titolo ti aiuta a definire lo scopo e a capire cosa è dentro e cosa è fuori, come ti raccontavo qui. Ma non solo, ti aiuta a capire dove vuoi arrivare, cosa vuoi ottenere.

Ad esempio “progetto relax” rispetto “progetto vacanze” punta molto al risultato che ti aspetti da quelle giornate. La seconda soluzione fa invece pensare che voglio solo staccare dal lavoro, che questa sia la mia priorità. Nessuno dei due fa riferimento al come e quindi a cosa voglio includere o escludere: sarà in montagna, alle terme o semplicemente un dolce far nulla?

PER COMUNICARE NEL MODO CORRETTO

Un altro aspetto molto poco considerato è il valore che si dà alle parole. L’accezione di una parola può essere diversa da persona a persona e quindi cambiarne lievemente il significato. Per fare un esempio semplice la parola “relax” per te e il tuo partner può avere accezioni diverse: c’è chi non vuole far nulla e chi riempie le giornate no lavorative con sport di piena attività.

Quindi anche qui vale la pena spendere due parole e capirsi subito, perché da questa definizione poi cambieranno molte cose!

Progettare un’idea, portare avanti un nuovo lavoro non sono cose semplici, ma se sono affrontate nel modo giusto portano al raggiungimento degli obiettivi. Molto parte dalla progettazione, come ti ho raccontato oggi, e dalle basi, per esempio dal tiolo stesso, ma molto dipende anche dal tuo approccio al progetto e alle circostanze.

Ti piacciono questi temi? A breve scoprirai un corso proprio su questo!

Non per diventare un maestro nei progetti fatti alla perfezione, con fiocchetti e contro fiocchetti, ma per acquisire la giusta forma mentis che ti permetterà di affrontare in maniera agile, flessibile, veloce ed efficace tutti i tuoi progetti!

Seguimi, manca davvero poco!

Photo by Dan Cristian Padure – Unsplash