Capita a tutti di non avere voglia di fare qualcosa, ti rimandare un compito, o di bighellonare un po’. Ma un conto è se capita ogni tanto, un conto se è un metodo di lavoro.

Detto ciò, come possiamo fare in modo che non diventi uno stile di vita?

Come sempre prima bisogna capire se è una cosa che non ci piace fare e che comunque dobbiamo fare, o se è una cosa che rimandiamo perché in fin dei conti non ci interessa o non la riteniamo importante.

Se ricade nel secondo caso, forse vale la pena eliminarlo e basta, ma se sei nel primo caso ecco qualche suggerimento che ti può tornare utile.

Ricordarti perché lo stai facendo e che vantaggi avrai ad averlo fatto.

A me ad esempio non piace fare le fatture, ma proprio perché sono necessarie, dedico dei momenti specifici in agenda per questo compito e quando sento che non ho voglia mi ricordo perché lo sto facendo.

Avere chiaro il focus è molto importante per indirizzare al meglio le nostre energie: pensa a quando vai in palestra o quando dedichi tempo a studiare una cosa nuova.

Inizia con un piccolo passo, ma inizia.

L’idea di affrontare un compio che non piace fa sempre venire voglia di rimandare perché la questione si ingigantisce, quindi è meglio minimizzare: pensa ad una piccola azione concreta che ti faccia iniziare il compito e metti quella in agenda. Questo ti aiuterà a ridimensionare la cosa.
E dopo? In questo caso lascia in agenda dei tempi più lunghi de necessario, perché sarà facile trovare una scusa e infilare qualcos’altro da fare, ma così facendo ti rimarrà comunque tempo a sufficienza per iniziare il primo passo per portare a termine il tuo compito.

Pensa a che succede se non lo fai.

E se prendere un appuntamento con te stesso non funziona e nemmeno ricordarti perché lo fai, ricordati cosa succede se non lo fai. Questa è una tecnica decisamente poco efficace dal punto di vista energetico e che ricorda un po’ la maestra, ma a volte torna comunque utile.

Il punto è che lavorare procrastinando i compiti rendere poi impossibile il recupero di un imprevisto o, cosa che è ancor più un peccato, di migliorare noi stessi.
Mi spiego un po’ meglio. Lavorare sotto data richiede un lavoro veloce e possibilmente consolidato, perché aggiungere dei passaggi nuovi, sperimentare nuove tecniche, fare delle revisioni importanti sono tutti elementi molto rischiosi, perché portano ad una possibile perdita di tempo e questo può vuol dire non concludere i compiti, e quindi automaticamente non si fa.

Non avere il tempo e l’atteggiamento mentale rilassato non permette di valutare se ci sia qualcosa da migliorare, un passaggio da rivedere per risparmiare tempo, in sintesi, non c’è tempo ed energia per sperimentare e migliorare il nostro lavoro.

Infine, ultimo passo, una volta fatto il lavoro, veloce e sul filo della scadenza, non c’è più la voglia di riprendere in mano la cosa e questo vuol dire che spesso salta anche la fase di archiviazione e revisione lavoro.

Ti ho dato abbastanza motivi per rivedere il tuo punto di vista?

Scegli uno di questi tre approcci e fallo tuo e ricorda che quando ci si da un ordine ci si da anche un premio. Sì, perché dopo un momento che richiede uno sforzo, mentale o fisico, vale la pena mettere qualcosa che lo dà: cioè un premio. Cosa significa? Un momento di pausa e di gratificazione. E anche pensare che questo arriverà dopo… aiuta!

E tu hai qualche altra tecnica da suggerire per passare dal dire al fare?