Ogni anno mi piace iniziare il blog con un concetto che proviene dal mondo naturale. E quest’anno tocca alla resilienza. Questo perché l’ho sentita a destra e sinistra, e voglio raccontarti il mio punto di vista.

La definizione di resilienza ecologica è:

“la capacità di una materia vivente di autoripararsi dopo un danno, o quella di una comunità o di un sistema ecologico di ritornare al suo stato iniziale, dopo essere stata sottoposta a una perturbazione che ha modificato quello stato”

Come vedi non si parla di individuo, ma di materia vivente e comunità. Si tratta proprio della capacità di un intero ecosistema di far fronte ad un evento negativo o di un momento di stress. La Natura, si sa, non bada al buono o al bello, quindi questo significa che alcuni individui sopravvivono ed altri no. Chi si adatta e cambia sopravvive, chi non è adatto e rimane tale, non sopravvive. L’ecosistema complessivamente ci guadagna, ma non necessariamente il singolo individuo.

Questo cosa ci insegna? Che di fronte ad un evento di stress o di cambiamento ha la meglio chi reagisce attivamente e si adatta. In effetti questo principio è lo stesso della resilienza psicologica che nella sua definizione è:

“la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.”

Cosa però mi piace prendere dalla definizione della resilienza ecologica e non da quella psicologica?

Che in natura sopravvive chi si adatta, in verità chi ha le caratteristiche per farlo. Ma questo vale anche nella società umana? Vale sempre sapersi adattare?

Saper cambiare se stessi di fronte ai cambiamenti è fondamentale, come ti raccontavo tempo fa nel ciclo del cambiamento. Ci sono precisi step che ci portano ad essere consapevoli del cambiamento e, successivamente, a saperli affrontare al meglio.

Ma c’è anche un rovescio della medaglia? Adattarsi vale sempre? Bisogna anche ricordare che adattarsi contro natura, significa proprio perdere la nostra natura. Snaturasi dunque. Perdere la nostra identità, le nostre caratteristiche, dimenticare i piccoli piaceri che rendono speciali le giornate.

A volte infatti si dimentica che ogni tanto è bene saper fare il proprio check up e vedere se le cose vanno bene e se noi stiamo bene.

Ecco dunque che quado sento parlare di resilienza, tanto mi piace il concetto di cambiamento, versatilità e adattamento, quanto penso che forse… bisogna anche non snaturasi.

Quindi, visto che siamo a inizio anno ed è tempo di buoni propositi, chiediti come stai e se le cose sono come le vuoi o come invece si sono adattate nel tempo.

Non dico di stravolgere la tua vita e cambiare punto in bianco tutto quanto, ma con onestà, cerca di capire quali sono le cose che hai accettato per abitudine, ma che in verità non ti piacciono.

Ecco, questo è il primo passo verso il ciclo del cambiamento.

Provaci! Non accontentarti di ciò che capita, vivilo e sceglilo!